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Il test sulla salute dell’economia italiana e il battesimo di Orcel in Unicredit

Si comincia lunedì con l’Istat che dovrà confermare o meno il tasso di crescita della produzione industriale in febbraio. Gli occhi sono puntati anche su giovedì quando Andrea Orcel si insedierà come ceo di Unicredit. Venerdì Eurogruppo ed Ecofin parleranno di vaccini e di ripartenza in Europa.

Un incremento dello 0,6%: è il tasso di crescita della produzione industriale in febbraio, che oggi l’Istat dovrebbe confermare ufficialmente. Arriva dopo il +1% registrato in gennaio e mostra un primo rallentamento del trend. Causa ovvia: il riaccendersi della pandemia, con tutto quel che ne è seguito in termini di restrizioni. Poiché a marzo il quadro è rimasto lo stesso, e anzi ha portato con sé nuovi inasprimenti, è facile prevedere che dal rallentamento si passi a uno stop. Niente di drammatico: un piccolissimo calo dello 0,1%, secondo il Centro Studi Confindustria, che non compromette la stima di un aumento dell’1% per l’intero primo trimestre 2021 rispetto all’ultimo quarter 2020. Non sono ancora numeri da “ripresa a V” ma nessuno, in questa fase, se li aspettava. E sono comunque migliori delle attese, a conferma del fatto che nonostante tutto il manifatturiero italiano mostra in media una buona capacità di tenuta.

Venerdì 11 marzo, primo giorno di quotazione all’Aim Italia, ha annunciato di aver chiuso in anticipo l’offerta dei diritti d’opzione non esercitati dopo l’aumento di capitale da 7,8 milioni varato per rimettere in sesto i conti. Lapo Elkann è certo che, adesso, Italia Independent abbia finalmente tutte le carte in regola per rispettare l’ambizioso progetto di rilancio. Il business plan al 2024 verrà presentato oggi agli analisti. Obiettivi: crescita dei ricavi fino a 42 milioni, ritorno all’ebitda positivo (2,4 milioni) nel 2022 e all’utile (3 milioni) a fine 2023.

E venne il giorno di Andrea Orcel. Oggi si insedia in Piazza Gae Aulenti e il mandato è forte: rilanciare Unicredit dopo anni complessi in cui l’istituto ha perso smalto e, nell’ultimo esercizio, soldi (2,8 miliardi il rosso 2020). In primo piano ci sono le aggregazioni, il risiko bancario, Mps e Bpm, l’attesa per le mosse che il nuovo amministratore delegato ha chiaramente già studiato per portare il gruppo al ruolo di polo bancario realmente alternativo a Intesa SanPaolo. Con tutto questo, però, all’assemblea si arriva “distratti” dalla “questione stipendio”. I 7,5 milioni concordati con Orcel per il suo primo anno in Unicredit sono giudicati eccessivi da alcuni fondi istituzionali, cui i proxy advisor hanno raccomandato di votare a favore del nuovo board ma contro la proposta di remunerazione. Cosa succederebbe, se andasse davvero così? E’ un tema probabilmente solo teorico, ma comunque un tema di mercato. Lo dimostrano le dichiarazioni fatte filtrare dai soci istituzionali, come Cariverona, la cui sostanza è: “Orcel deve riportare la redditività ai migliori livelli del settore in Europa. Unicredit ha necessità di un rinnovamento significativo, di scelte importanti e coraggiose. Questa è la ragione per la quale al processo di selezione e scelta del nuovo Ceo non sarebbe stato corretto porre vincoli alla definizione del compenso. E il pacchetto sul quale Unicredit e Orcel hanno trovato un accordo non appare fuori dagli standard del mondo finanziario italiano, dove è invece possibile osservare compensi significativamente superiori”. Come dire ai proxy: di cosa state parlando?

Da anni, ormai, le assemblee si tenevano lo stesso giorno. Lo aveva deciso Sergio Marchionne per non perdere tempo (e nel “pacchetto c’era anche Cnh). La necessità ci sarebbe ancora però, di mezzo, si è messa la pandemia. Alcune case automobilistiche hanno rinviato l’appuntamento con i soci e Fca è tra queste: l’ultima riunione di bilancio pre-era Stellantis, che tra l’altro deve approvare il dividendo da 1,1 miliardi deciso nonostante l’annus horribilis, era in agenda per oggi ma è stata rinviata di due mesi (a giugno, la data esatta sarà comunicata nelle prossime settimane). Il problema non si è posto invece per Ferrari: video-meeting confermato per oggi.

A questo “giro” Eurogruppo ed Ecofin si riuniscono a ridosso del summit dei ministri finanziari e dei Governatori del G20. I titolari dei dicasteri economici dei grandi Paesi europei si rivedono quindi a brevissima distanza, ed è ovvio che anche l’agenda Ue sarà la logica prosecuzione delle analisi fatte in quella sede. Per sintetizzarla con le parole di Daniele Franco al termine del meeting organizzato e guidato dalla presidenza italiana: le prospettive sono migliorate, grazie soprattutto alle vaccinazioni, ma la ripresa post Covid è ancora fragile, incerta, enormemente sbilanciata a livello globale, per cui l’unica decisione possibile è “avvalerci di tutti gli strumenti disponibili fino a che sarà necessario e affrontare le conseguenze a lungo termine della pandemia. Un recupero stabile e durevole non può essere ottenuto senza aver prima affrontato il Covid e rendere i vaccini accessibili e disponibili per tutti”. Whatever it takes, si spera.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/finanza/quotidiano/2021/04/10/test-salute-economia-italiana-battesimo-orcel-unicredit

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