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PNRR, USA ed Europa: la ricetta per la ripresa economica

Dopo il via libera al PNRR di 12 Paesi europei, Italia compresa, è importante definire quale sarà la strategia di bilancio dell’Unione europea. Se ne è parlato durante la riunione dell’Eurogruppo, a cui ha partecipato Janet Yellen, segretario al Tesoro dell’Amministrazione Biden. Cosa suggeriscono gli USA all’Europa? La creazione di una struttura di bilancio flessibile, sufficiente a consentire di rispondere alle crisi economiche e di investire in infrastrutture sostenibili, in ricerca, sviluppo e tecnologia e in altre aree che possano favorire la crescita inclusiva. Attenzione a non fidarsi troppo dell’ascesa di un ciclo economico positivo: il dovere dei Governi (e dell’Unione europea) è di non lasciarsi sedurre, nell’impeto della ripresa annunciata, dalla fretta di tornare a un’eccessiva severità di bilancio. Mi pare un consiglio ragionevole.

Il 13 luglio è stato il giorno che sarà ricordato come quello nel quale il piano Next Generation EU è passato dall’essere un bel piano a essere una realtà in via di realizzazione. Per la precisione, è stato il giorno nel quale, a Bruxelles, il Consiglio UE dell'Economia e delle Finanze ha dato il via libera al PNRR - Piano di ripresa e resilienza di dodici Paesi, compresa l’Italia. Con il via libera definitivo, la Commissione UE erogherà presto i primi finanziamenti. Per dirla con le parole del Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni “è il vero inizio di tutto il Next Generation EU”. "Ci aspettiamo - ha spiegato al termine dell'Ecofin il Ministro dell'economia, Daniele Franco - il versamento nelle prossime settimane, luglio o prima parte di agosto […] in un'unica soluzione.” Stiamo parlando dei 25 miliardi di euro. Ma elementi di grande interesse sono venuti, poche ore prima, da un’altra riunione. Quella dell’Eurogruppo, il Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze, alla quale si è unita Janet Yellen, segretario al Tesoro dell’Amministrazione Biden. Non vi è alcun dubbio che Yellen abbia portato sulla scena degli elementi di politica economica e di bilancio fortemente innovativi rispetto alla prassi degli ultimi decenni. Prassi che, invero, è stata interrotta in Europa dalla crisi ingenerata dalla pandemia del Covid; una crisi che ha costretto l’Unione europea a scegliere una politica di forti stimoli all’economia. C’è da dire che la presenza stessa del segretario al Tesoro USA è stata una “notizia” in sé. Come ha ricordato l’economista tedesco Klaus Regling - amministratore delegato dello strumento europeo di stabilità finanziaria e direttore generale del meccanismo europeo di stabilità - l'ultima volta che un segretario al Tesoro degli Stati Uniti si è unito a una riunione dell'Eurogruppo è stato quasi 10 anni fa, nel settembre 2011, quando Tim Geithner (Amministrazione Obama) partecipò a una riunione a Varsavia. È pur vero che a spingere Yellen alla partecipazione c’è stato senz’altro anche un “movente” difensivo a favore dei giganti digitali americani. In particolare, la richiesta di uno “stop” - temporaneamente ottenuto, fino al prossimo autunno - alla nascita di una web tax europea. Questo intervento, comunque, è avvenuto nel quadro dell’intesa raggiunta al G20 di Venezia, sotto la presidenza italiana, per far nascere, in ambito Ocse - quindi con la partecipazione degli stessi Stati Uniti -, una tassazione minima globale delle multinazionali. Certo, lo stop alla web tax crea dei problemi all’Unione europea: tale imposta, infatti, dovrebbe ripianare una parte del debito comune contratto per finanziare il programma Next Generation EU. Ma il fatto è che USA e Unione europea sono tornati a “parlarsi” in merito alle politiche economiche e di bilancio. Nelle parole di Paolo Gentiloni, la presenza di Yellen “ha simboleggiato un nuovo periodo transatlantico”. E, ancora, “potremmo dire che, nei nostri rapporti con gli Stati Uniti, siamo passati da un inverno dello scontento a un’estate di cooperazione”. Insomma, l’Unione europea, dopo i foschi anni del trumpismo, si ritrova a essere considerata dall’Amministrazione di Joe Biden come principale partner transatlantico. Un felice ritorno. E cerchiamo adesso di andare al cuore della dottrina esposta da Janet Yellen ai ritrovati partner europei. “Vorrei iniziare - ha esordito -, dicendo che non vi sono dubbi sull'impegno degli Stati Uniti a costruire relazioni economiche transatlantiche più forti o sul nostro sostegno a una forte economia dell'Unione europea e dell'area euro. Gli Stati Uniti e l'Unione europea sono il fondamento dell'economia globale e la nostra relazione economica, aperta e integrata, è alla base della nostra più ampia alleanza. Come il presidente Biden ha chiarito proprio il mese scorso qui a Bruxelles, condividiamo gli stessi valori e molte delle stesse sfide. Queste sfide non sono insignificanti. Includono gli impatti devastanti della pandemia e del cambiamento climatico; vulnerabilità economiche strutturali, comprese persistenti disparità regionali, razziali e di genere; le pratiche sleali degli attori non di mercato.” E si può supporre che, sul finale di questo passaggio, siano “fischiate le orecchie” di Irlanda, Estonia e Ungheria, Paesi dediti al dumping fiscale e oppositori della tassazione minima globale. “Noi condividiamo - ha proseguito il segretario al Tesoro - anche l’impegno ad affrontare queste sfide. I risultati del vertice USA-UE hanno chiarito che lavoreremo insieme per contrastare queste forze distruttive. Negli Stati Uniti siamo impegnati a perseguire ulteriori misure di bilancio oltre all’American Rescue Plan da 1,9 trilioni di dollari. L'American Jobs Plan comprende una serie di investimenti pubblici volti a incrementare la produttività e la redditività nei prossimi dieci anni. Mira a costruire e modernizzare infrastrutture fisiche come ponti e strade. Contiene anche investimenti in infrastrutture per il futuro: banda larga, ricerca e sviluppo, trasporti pubblici, scuole modernizzate [...] E l'American Families Plan contiene importanti investimenti nell'istruzione, nell'assistenza all'infanzia e per le famiglie a basso e medio reddito per affrontare il preoccupante aumento della disuguaglianza.” Non è difficile, dunque, osservare una similitudine tra i piani americani ed europei. “Nell'Unione Europea - ha sottolineato Yellen -, la risposta di bilancio alla crisi è stata decisiva e senza precedenti, sia a livello degli Stati membri che dell’Unione europea. E la BCE ha risposto rapidamente e con forza con una serie di azioni che hanno contenuto con successo gli spread sovrani e hanno contribuito a preservare condizioni finanziarie favorevoli. Penso che siamo tutti d'accordo sul fatto che l'incertezza rimane alta. In questo contesto, è importante che la posizione di bilancio rimanga di sostegno fino al 2022. In futuro, è importante che gli Stati membri prendano seriamente in considerazione ulteriori misure di bilancio per garantire una solida ripresa nazionale e globale e per ricostruire in modo tale da rendere la ripresa dell'Europa durevole nel futuro e capace di offrire vantaggi tangibili a tutti i cittadini dell'Unione.” Qual è, insomma la strategia di bilancio che l’Amministrazione Biden suggerisce all’Europa? Un altro passaggio la enuncia con chiarezza: “una parte essenziale di una ripresa duratura è la creazione di una struttura di bilancio dell'Unione Europea con una flessibilità sufficiente a consentire ai Paesi di rispondere con forza alle crisi e di investire in infrastrutture sostenibili; ricerca, sviluppo e tecnologia per prendere di petto la crisi climatica; e altre aree che possono favorire la convergenza economica e la crescita inclusiva. Il quadro di bilancio dovrebbe sostenere un'economia del futuro e non portare a risultati economici prociclici”. Insomma, Yellen ci ricorda, forse memore delle “Note sul ciclo economico” nel Libro VI della “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” di John Mynard Keynes, che “le forze che lo spingono (il ciclo economico) verso l’alto inizialmente si rafforzano e hanno un vicendevole effetto cumulativo, ma in seguito perdono gradualmente forza finché, a un certo punto, tendono a essere sostituite da altre forze che spingono nella direzione opposta”. Attenzione, dunque, a non fidarsi troppo dell’ascesa di un ciclo economico positivo. Il dovere dei Governi, dell’Unione Europea - così come dell’Amministrazione americana stessa - è quello di non lasciarsi sedurre, nell’impeto della ripresa annunciata, dalla fretta di tornare a un’eccessiva severità di bilancio. Mi pare un consiglio ragionevole. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2021/07/24/pnrr-usa-europa-ricetta-ripresa-economica

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