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Pensioni: come cambieranno i requisiti per il calcolo contributivo

Per i lavoratori che rientrano integralmente nell’applicazione del metodo di calcolo contributivo si elimina per il pensionamento di vecchiaia il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso al trattamento previdenziale con 67 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva. Sarà necessario avere raggiunto l’importo dell’assegno sociale (503,27 euro nel 2023). E’ quanto previsto dalla bozza del disegno di legge di Bilancio 2024. Si modifica inoltre la soglia per l’accesso al pensionamento anticipato che da 2,8 volte l’assegno sociale diviene 3 volte ridotto a 2,8 per le donne con un figlio e a 2,6 per le donne con due o più figli. Quali sono le altre novità?

La bozza del disegno di legge di Bilancio 2024 modifica i requisiti di pensionamento previsti nel metodo di calcolo contributivo. Si interviene sia su quelli previsti per il pensionamento di vecchiaia che su quelli previsti per il pensionamento anticipato. Con riferimento ai primi si sopprime la condizione per cui per potere accedere al pensionamento è necessario che l’importo del trattamento di quiescenza sia almeno pari a 1,5 volte la pensione sociale (503 euro) Per il pensionamento anticipato integralmente contributivo il requisito attualmente pari ad una soglia di 2,8 volte l’assegno sociale viene differenziato in 3 volte, in 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli. Come funziona il contributivo È utile fornire un riepilogo sul come funzioni il contributivo che, come si evidenzia sul sito del Ministero del Lavoro, rappresenta una forma più equa di determinazione della prestazione pensionistica, in quanto pone in diretta correlazione quanto versato con quanto il soggetto verrà a percepire; i contributi accantonati (montante) vengono, infatti, convertiti in rendita attraverso coefficienti di trasformazione calcolati in ragione dell'età di pensionamento e della conseguente attesa di vita. Nel concreto si opera la somma virtuale dei contributi versati lungo l’arco della intera vita lavorativa che vengono rivalutati ogni anno sulla base dell’andamento della media del Prodotto interno lordo dell’ultimo quinquennio. Al momento del pensionamento si trasforma il capitale nozionistico accumulato in rendita utilizzando i coefficienti di trasformazione che variano in senso migliorativo al crescere dell’età di pensionamento. I coefficienti, che rappresentano uno dei due automatismi previsti nel nostro ordinamento previdenziale (l’altro è rappresentato dalla indicizzazione della età pensionabile alla speranza di vita) per renderlo adeguato e sostenibile in ragione dell’invecchiamento della popolazione, vengono aggiornati con cadenza biennale alla luce delle statistiche demografiche dell’Istat. I requisiti attuali per accedere al pensionamento con riferimento ai “contributivi puri “, i soggetti privi cioè di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, sono rappresentati per la pensione di vecchiaia da 67 anni di età e 20 di contributi con il limite che l’importo maturato sia non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Si prescinde dal predetto requisito di importo minimo se in possesso di un'età anagrafica pari a 71 anni, ferma restando un'anzianità contributiva minima effettiva di cinque anni. Il diritto alla pensione anticipata, previa risoluzione del rapporto di lavoro, può essere conseguito, altresì, al compimento del requisito anagrafico di 64 anni, a condizione che risultino versati e accreditati in favore dell'assicurato almeno 20 anni di contribuzione effettiva e che l'ammontare mensile della prima rata di pensione risulti essere non inferiore ad un importo soglia mensile pari a 2,8 volte l'importo mensile dell'assegno sociale. I rischi del contributivo V allora evidenziato come il contributivo espone i giovani a un elevato rischio di inadeguatezza del futuro trattamento previdenziale che può impattare anche sulla possibilità di accedere alla pensione. Così come veniva sottolineato nella recente ricerca “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani”, realizzata dal Consiglio Nazionale dei Giovani assieme a EU.R.E.S, la precarizzazione e discontinuità lavorativa, associata a retribuzioni basse colpisce in particolare i giovani rendendo più difficile il loro percorso di ingresso nel mercato del lavoro, la stabilità contrattuale e i livelli retributivi con effetti sui trattamenti previdenziali nel contributivo puro. Lo studio presentava anche alcune proiezioni sul valore delle pensioni atteso nei prossimi decenni per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni: se la permanenza si protraesse infatti fino al 2057, determinando così un ritiro quasi a 74 anni (73,6), l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.577 euro lordi mensili (1.099 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,1 volte l’importo dell’assegno sociale. Per i lavoratori in partita IVA (sempre con permanenza fino al 2057 e un ritiro a 73,6 anni) l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,3 volte l’importo dell’assegno sociale. Altro aspetto da evidenziare è la scarsa conoscenza dei meccanismi di funzionamento del contributivo da parte dei giovani. Come emerge dal Rapporto sull’educazione finanziaria del Comitato nazionale Edufin e Doxa per quanto riguarda la conoscenza di base sulla previdenza pubblica, a fronte di circa il 57% degli intervistati che dichiara di conoscere il funzionamento del primo pilastro, la percentuale di coloro che conoscono quale sia il regime di calcolo della pensione pubblica per i neoassunti si aggira intorno al 50%, ma si ferma a circa il 43% tra le donne e al 37% tra i giovani di 25-34 anni; tale percentuale cresce invece con l’età I nuovi requisiti Cosa cambia con le previsioni del disegno di legge di Bilancio? Per i lavoratori che rientrano integralmente nell’applicazione del metodo di calcolo contributivo si elimina per il pensionamento di vecchiaia il limite di 1,5 volte l’assegno sociale per l’accesso al trattamento previdenziale con 67 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva. Sarà necessario avere raggiunto l’importo dell’assegno sociale (503,27 euro nel 2023). Si modificano poi i requisiti per la pensione anticipata elevando la soglia, con 20 anni di contributi, a 3 volte l’assegno sociale (sulla base dei valori del 2023 si passa da 1409 euro a circa 1510), ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli. Il testo prevede poi che il trattamento di pensione anticipata è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al la pensione di vecchiaia. Il trattamento di pensione anticipata decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei complessivi requisiti previsti. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/10/27/pensioni-cambieranno-requisiti-calcolo-contributivo

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