• Home
  • News
  • Ape sociale: conferma per il 2024 con restrizioni sui requisiti

Ape sociale: conferma per il 2024 con restrizioni sui requisiti

Ape sociale confermato, ma con alcune modifiche. Il disegno di legge di Bilancio prevede un inasprimento del requisito anagrafico: 63 anni e 5 mesi in luogo dei 63 anni di età. Sarà possibile maturare i requisiti utili sino al 31 dicembre 2024. C’è dunque un anno in più di tempo per fruire del beneficio per gli appartenenti alle categorie tutelate: disoccupati di lungo corso, caregiver, invalidi dal 74% e addetti ai lavori gravosi. Il valore dell’Ape sociale è pari all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso all’indennità, sino al tetto massimo di 1.500 euro mensili lordi, non rivalutabili.

Dalla proroga dell’Ape sociale per il 2024 senza modifiche, rispetto a quanto previsto nella Legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022), alla cancellazione dello strumento, sostituito dal Fondo unico per la flessibilità in uscita, sino alla sua “riapparizione” nel disegno di legge di Bilancio 2024. La misura sembrava ormai avviata alla dismissione: in base a quanto affermato nella Conferenza stampa di presentazione della Manovra, infatti, Ape sociale ed Opzione donna sarebbero stati sostituiti dal nuovo Fondo unico per la flessibilità in uscita. L’idea, a quanto pare, non è stata gradita, tanto è vero che entrambe le misure sono state confermate, con alcune modifiche, all’interno del Ddl di Bilancio 2024. In particolare, laddove le disposizioni contenute nel Ddl siano integralmente confermate, l’Ape Sociale subirà un inasprimento del requisito anagrafico: 63 anni e 5 mesi in luogo dei 63 anni di età. Sono state poste delle modifiche anche ad alcune delle ulteriori condizioni necessarie al conseguimento di questa misura: facciamo il punto completo della situazione. Ricordiamo innanzitutto che l’Ape sociale (art.1, co. 179, L. n. 232/2016) non è una pensione ma un trattamento di prepensionamento. Più precisamente, si tratta un’indennità erogata dall’INPS che ha la funzione di sostenere il reddito di specifiche categorie di lavoratori, dai 63 anni (e 5 mesi) di età, sino alla maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia ordinaria (art. 24 co. 6 D.L. n. 201/2011), attualmente (e almeno sino al 31 dicembre 2026) pari a 67 anni. Il Ddl di Bilancio, in relazione all’Ape sociale, prevede la possibilità di maturare i requisiti utili sino al 31 dicembre 2024. C’è dunque un anno in più di tempo per fruire di questo beneficio, per gli appartenenti alle categorie tutelate. Requisiti comuni In merito alla possibilità di fruire dell’Ape sociale, o anticipo pensionistico a carico dello Stato, i requisiti comuni alle differenti categorie di beneficiari, come modificati nel Ddl di Bilancio, risultano i seguenti, da maturarsi entro il 31 dicembre 2024: - compimento di 63 anni e 5 mesi di età; - cessazione dell’attività lavorativa (in seguito, successivamente alla decorrenza della prestazione, è possibile rioccuparsi soltanto con la voro autonomo occasionale di cui all’art. 2222 del Codice Civile, con un limite massimo di compensi lordi annui pari a 5.000 euro). Le categorie beneficiarie dell’Ape sociale sono costituite dai disoccupati di lungo corso, dai caregiver, dagli invalidi dal 74% e dagli addetti ai lavori gravosi (facenti parte dell’elenco di cui all’All. A DPCM 88/2017 o all’All. 3 L. 234/2021). Contribuzione I requisiti di contribuzione, ugualmente da maturarsi entro il 31 dicembre 2024, differiscono in base alla categoria di appartenenza: - 30 anni di contributi per i disoccupati di lungo corso, per i caregiver e gli invalidi dal 74%; - 36 anni per gli addetti ai lavori gravosi; - 32 anni per gli operai edili, per i ceramisti (classificazione Istat 6.3.2.1.2) ed i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta. Le donne, inoltre, hanno diritto a una riduzione del requisito contributivo pari a un anno per ogni figlio, sino a un massimo di due. Ammontare dell’indennità Il valore dell’Ape sociale è pari all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso all’indennità, sino al tetto massimo di 1.500 euro mensili lordi, non rivalutabili. L’indennità, incompatibile con l’indennità di disoccupazione, con qualsiasi tipologia di pensione diretta e con i redditi di lavoro (salvo lavoro autonomo occasionale sino a 5.000 euro di compensi annui lordi), è assimilata al reddito di lavoro dipendente dal punto di vista fiscale. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/11/02/ape-sociale-conferma-2024-restrizioni-requisiti

Iscriviti alla Newsletter




È necessario aggiornare il browser

Il tuo browser non è supportato, esegui l'aggiornamento.

Di seguito i link ai browser supportati

Se persistono delle difficoltà, contatta l'Amministratore di questo sito.

digital agency greenbubble