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Strumenti finanziari quotati diversi dalle azioni: necessari chiarimenti dal legislatore per l’esenzione dal TUSP

L’Osservatorio Enti Pubblici e Società partecipate del Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il documento dal titolo “Strumenti finanziari quotati diversi dalle azioni ed esenzione dal TUSP” con cui approfondisce l’argomento sulla sorte delle società a partecipazione pubblica che, ai sensi e per gli effetti del TUSP, sono considerate “quotate” in ragione della quotazione di strumenti finanziari diversi dalle azioni. “L’incertezza circa il regime applicabile merita di essere dissipata, posto che, agli occhi di eventuali investitori, è tutt’altro che indifferente che la società emittente vada o meno incontro all’applicazione del TUSP. Come evidenziato al Consiglio nazionale da operatori di varie estrazioni professionali, la società a partecipazione pubblica che ricade nel regime vincolistico del TUSP rischia di risultare meno attrattiva e quindi di incontrare maggiori difficoltà nel collocare i nuovi strumenti finanziari e, per tale via, nel finanziarsi al fine di mantenere quantomeno costante il livello degli investimenti garantito dall’emissione originaria”.

È stato pubblicato il documento dell’Osservatorio Enti Pubblici e Società partecipate del Consiglio Nazionale dei Commercialisti dal titolo “Strumenti finanziari quotati diversi dalle azioni ed esenzione dal TUSP” che approfondisce l’argomento sulla sorte delle società a partecipazione pubblica che, ai sensi e per gli effetti del TUSP, sono considerate “quotate” in ragione della quotazione di strumenti finanziari diversi dalle azioni. Stando alla lettera della legge, la riconducibilità di tali società al perimetro delle “società quotate” (e, di riflesso, la loro esenzione dal TUSP stesso, ai sensi del relativo art. 1, co. 5) è chiaramente ancorata al perfezionamento della quotazione entro una circoscritta finestra temporale, che si è chiusa, al più tardi, un anno dopo l’entrata in vigore del TUSP (da ciò risultando una marcata differenza di trattamento rispetto alle società emittenti strumenti azionari, che il TUSP considera “quotate” per effetto e in coincidenza della quotazione, in qualunque tempo intervenuta). Il documento si chiede cosa accade allorché lo strumento finanziario giunga a scadenza. La società perde irrimediabilmente e irreversibilmente lo status di quotata (con conseguente attrazione nella sfera applicativa del TUSP) oppure può conservare detto status (o addirittura riacquistarlo) per effetto di una nuova emissione?Elbano de Nuccio presidente del Consiglio nazionale dichiara che “Il problema non è di poco conto, considerato che, a ormai sette anni dall’entrata in vigore del TUSP, per diverse società “quotate” tale scadenza è ormai prossima. L’incertezza circa il regime applicabile merita di essere dissipata, posto che, agli occhi di eventuali investitori, è tutt’altro che indifferente che la società emittente vada o meno incontro all’applicazione del TUSP. Come evidenziato al nostro Consiglio nazionale da operatori di varie estrazioni professionali, la società a partecipazione pubblica che ricade nel regime vincolistico del TUSP rischia di risultare meno attrattiva e quindi di incontrare maggiori difficoltà nel collocare i nuovi strumenti finanziari e, per tale via, nel finanziarsi al fine di mantenere quantomeno costante il livello degli investimenti garantito dall’emissione originaria”. Muovendo dalla ricostruzione del quadro normativo previgente, che evidenzia, in materia di società a partecipazione pubblica, la tendenza del legislatore storico a trattare allo stesso modo le società emittenti azioni quotate e quelle emittenti strumenti quotati non azionari, l’Osservatorio del CNDCEC conclude che, “nel contesto attuale, la scadenza dello strumento non azionario non preclude alla società a partecipazione pubblica la conservazione dello status di società quotata. A condizione però che segua una nuova emissione sui mercati regolamentati, e sempreché questa intervenga in sostanziale continuità, così da non potersi ravvisare uno iato significativo rispetto alla fattispecie originaria”.Davide di Russo, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Enti Pubblici e Società partecipate, evidenzia che “Tale soluzione, che si deve al fertile confronto tra gli autorevoli componenti dell’Osservatorio, rappresenta il punto di equilibrio tra la ratio alla base dell’assetto dettato dal TUSP e ragionevolezza nell’interpretazione della norma, in attesa di un auspicato intervento chiarificatore e semplificatore da parte del legislatore, che aggiorni il testo normativo sul punto”. Copyright © - Riproduzione riservata

CNDCEC, documento “Strumenti finanziari quotati diversi dalle azioni ed esenzione dal TUSP”, novembre 2023

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/11/09/strumenti-finanziari-quotati-diversi-azioni-necessari-chiarimenti-legislatore-esenzione-tusp

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