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Rating Advisory: figura importante per la pianificazione finanziaria delle aziende

Lo scopo principale del documento dal titolo “Rating Advisory e Pianificazione Finanziaria alla luce dell’evoluzione del quadro regolamentare: il nuovo rapporto banca-impresa e il ruolo del Commercialista” pubblicato dalla Fondazione e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, è quello di diffondere, presso i commercialisti, le nozioni principali relative alle migliori modalità di accesso al credito delle imprese, con particolare riferimento ai fattori che ne influenzano il Rating e, di conseguenza, alla necessità di una opportuna pianificazione finanziaria per le aziende. Per le PMI diventa fondamentale il supporto di un vero e proprio Rating advisor, incaricato di analizzare, valutare ed elaborare nella maniera più efficace le informazioni relative alla condizione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda nell’ambito del processo di assegnazione di un giudizio di Rating da parte degli istituti di credito

E’ stato pubblicato il documento messo a punto dalla Fondazione e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, dal titolo “Rating Advisory e Pianificazione Finanziaria alla luce dell’evoluzione del quadro regolamentare: il nuovo rapporto banca-impresa e il ruolo del Commercialista”.

Il documento nasce dall’evidente necessita per le piccole e medie imprese italiane, che rappresentano la struttura portante del tessuto economico e produttivo del Paese, di ricorrere al credito bancario che continua a rappresentare la principale fonte di risorse finanziarie esterne.

I problemi registrati durante gli anni della recente crisi ha portato ad una stretta creditizia che ha procurato non pochi problemi alle imprese. Ciò ha creato un circolo vizioso che ha condotto anche a un rilevante aumento delle sofferenze per le banche e un deterioramento dei crediti detenuti nei loro bilanci: il fenomeno in questione ha assunto dimensioni sistemiche e ha richiesto interventi normativi e regolamentari nazionali e sovra-nazionali, volti ad evitare, per il futuro, le stesse criticità per gli istituti di credito, che sono stati assoggettati al rispetto di parametri e vincoli più stringenti rispetto al passato.

Lo scopo principale del documento è diffondere presso i commercialisti le nozioni principali relative alle migliori modalità di accesso al credito delle imprese (soprattutto quelle di dimensioni minori), con particolare riferimento ai fattori che ne influenzano il Rating e, di conseguenza, alla necessità di una opportuna pianificazione finanziaria per le aziende.

Tale ambito di attività, infatti, può certamente riservare possibilità e ampi spazi di lavoro per professionisti esperti in materia, che riescano a supportare al meglio le imprese nei propri processi di crescita e sviluppo attraverso un adeguato supporto volto a garantire la creazione della struttura del capitale ottimale e una gestione finanziaria che consenta di presentarsi al meglio al sistema creditizio, migliorando non solo le possibilità di accesso ma anche le condizioni alle quali il credito è concesso.

Il documento tiene conto di come, il rapporto banca-impresa, sia stato modificato da due elementi fondamentali:

- il primo è rappresentato dall’entrata in vigore del regime imposto da Basilea 31 che ha di fatto imposto requisiti patrimoniali sempre più severi e una gestione del credito sempre più prudente da parte delle banche, imponendo anche alle aziende un’adeguata pianificazione finanziaria e un livello di attenzione sempre più elevato nei confronti dei fattori quantitativi e qualitativi che influenzano il Rating e, di conseguenza, la possibilità di ottenere risorse da parte degli istituti di credito.

- il secondo è rappresentato dall’entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale IFRS 9, che ha sostituito lo IAS 39 già per l’esercizio 2018: l’imposizione di un approccio forward looking, basato non solo sulle perdite già verificatesi ma su quelle ipotizzabili in chiave prospettica, ha generato – e genererà – conseguenze in primo luogo dal punto di vista contabile e “quantitativo”, che incideranno (in molti casi anche in senso negativo) sul patrimonio netto contabile delle banche

Le novità regolamentari menzionate rendono ancora più rilevanti i profili relativi alla elaborazione di un set informativo e di analisi prospettiche nella procedura di valutazione del merito creditizio delle imprese, non solo nella fase iniziale di accesso al credito, ma anche in quelle di successiva gestione e monitoraggio continuo delle diverse posizioni.

In base a quanto fin qui considerato appare chiaro, ovviamente, come il miglioramento del Rating deve rappresentare un percorso più complessivo e articolato di risk management, volto ad adottare un approccio maggiormente proattivo nella gestione del rischio e a rafforzare i sistemi di pianificazione, gestione e controllo, non solo dal punto di vista squisitamente finanziario ma anche in termini di attività operative, verifica del modello di business, e così via.

Per le PMI diventa fondamentale il supporto di un vero e proprio Rating advisor, incaricato di analizzare, valutare ed elaborare nella maniera più efficace le informazioni relative alla condizione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda nell’ambito del processo di assegnazione di un giudizio di Rating da parte degli istituti di credito.

CNDCEC, documento “Rating Advisory e Pianificazione Finanziaria alla luce dell’evoluzione del quadro regolamentare: il nuovo rapporto banca-impresa e il ruolo del Commercialista”

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2019/05/09/rating-advisory-figura-importante-pianificazione-finanziaria-aziende

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