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Comunicazioni elettroniche nell’UE: la creazione di un mercato unico diventa realtà

La creazione di un mercato UE delle comunicazioni elettroniche non è più un obiettivo lontano. In un prossimo futuro le differenze tra le varie piattaforme tecnologiche, rete fissa, mobile, satellitare, tv, spariranno o si attenueranno notevolmente per consentire agli utenti di poter indifferentemente soddisfare i propri bisogni, a condizioni sempre più vantaggiose. La conferma arriva anche da due recenti provvedimenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e di quella antitrust, che confermano come il “sogno della convergenza” si sta avverando. Si apre quindi un nuovo scenario regolamentare che la disciplina nazionale, in materia di comunicazione elettronica, dovrà affrontare per adeguarsi al Codice delle comunicazioni elettroniche europeo entro il 2020. Quali saranno i prossimi passi? Se ne parlerà nel corso del convegno gratuito “5G e Comunicazioni elettroniche per l’Italia. Il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche europeo” che si terrà il 16 luglio 2019 presso la Camera dei Deputati.

Sono oltre 20 anni che, anche nei documenti ufficiali della Commissione europea (v., ad esempio, il Green Paper del 1997), si parla di convergenza tra le varie piattaforme trasmissive e i mercati.

In altri termini, ormai da tempo si è preconizzata la creazione di un mercato onnicomprensivo delle comunicazioni in cui le differenze tra le varie piattaforme tecnologiche (rete fissa, mobile, satellitare, tv, ecc.) e i diversi "mestieri" dei soggetti economici (gestore telefonico, emittente tv) spariranno o si attenueranno notevolmente per consentire agli utenti di poter indifferentemente soddisfare i propri bisogni, a condizioni sempre più vantaggiose.

Due recentissimi provvedimenti dell'Autorità di regolazione (Agcom) e di quella antitrust (AGCM) confermano che il sogno della convergenza si sta avverando, anche in ragione dell'evoluzione tecnologica, in particolare, di quella relativa alle tecnologie wireless che, in prospettiva, possono rendere obsolete le attuali piattaforme trasmissive internet e televisive.

La prima Autorità, come prescritto dalla normativa di settore, nello scorso mese di giugno ha notificato alla Commissione europea il proprio schema di regolazione dei servizi di accesso all'ingrosso di rete fissa, come modificato all'esito della consultazione nazionale con gli interessati.

Ebbene, come già la precedente, pure questo schema di analisi di mercato include all'interno del medesimo mercato del prodotto, che comprende i servizi resi su reti in rame e in fibra ottica, anche quelli a banda ultra-larga in tecnologia wireless (come il fixed wireless access o FWA).

Tuttavia, rispetto alla precedente analisi di mercato svolta nel 2015, quello che emerge dallo schema attuale è il deciso sviluppo delle tecnologie FWA che raggiungono ormai oltre 1 milione di utenti (c.a. il 7% della domanda).

Quindi, se l'inclusione nello stesso mercato rilevante rappresentava più che altro una decisione "di bandiera" nel 2015 poiché si trattava di servizi ancora allo stato embrionale, oggi l'AgCom ne ha verificato, dal punto di vista commerciale, una decisa diffusione e, "da un punto di vista delle prestazioni, (che) i sistemi fixed wireless consentono di realizzare collegamenti dotati di velocità paragonabili, quindi, a quelle dei sistemi misti rame-fibra FTTC".

Insomma, i sistemi FWA sono oggi pienamente complementari persino rispetto a quelli più evoluti sulla rete fissa. Se non consentono (ancora?) di erogare prestazioni assimilabili alla rete completamente in fibra (FTTH), essi permettono comunque di soddisfare ampia parte dei bisogni della domanda.

A questo sviluppo tecnologico (in qualche modo, ibrido fisso-mobile), si unisce una novità di questi giorni tutta nel mondo mobile: il lancio commerciale del 5G in alcune città italiane da parte di Vodafone e TIM.

Quello che sorprende è che, secondo gli stessi AD di queste compagnie, non è possibile prevedere quali saranno le funzionalità di questi servizi poiché consentono un salto tecnologico di cui ancora non comprendiamo appieno le potenzialità. Sicuramente miglioreranno latenza e velocità delle connessioni in mobilità, rendendole sempre più assimilabili, sotto il profilo prestazionale, a quelle fisse.

Dal canto suo, nella decisione di fine maggio relativa alla concentrazione Sky/Mediaset Premium (caso C12207[2]), l'AGCM ha accertato che le piattaforme che trasmettono contenuti audiovisivi on-line (cc.dd. piattaforme over-the-top od OTT, come Amazon Prime, Netflix, DAZN, ecc.) costituiscono, almeno per le trasmissioni a pagamento (pay-tv), uno strumento di pressione competitiva nei confronti delle piattaforme trasmissive più tradizionali (come il digitale terrestre e il satellite).

Secondo un recente articolo di stampa, gli abbonamenti di questi operatori OTT sarebbero saliti a 8 milioni, superando persino quelli della pay-tv tradizionale. Quindi, anche le piattaforme tv stanno rapidamente "digitalizzandosi".

Probabilmente vedremo la tv o eseguiremo le ns. conversazioni telefoniche senza nemmeno più sapere come e con quale piattaforma lo stiamo facendo. Il che metterà in competizione tra loro tutti gli attuali player del mondo delle comunicazioni (ad esempio, i gestori telefonici tradizionali che investiranno in contenuti; le emittenti tv che lanceranno proprie offerte di connettività internet; i soggetti OTT che tenderanno a strutturarsi con proprie reti).

Ciò porrà senz’altro nuove sfide regolamentari sulla natura e sulle disposizioni che riguardano gli Over the top.

Del resto, che gli OTT debbano in qualche misura essere oggetto anche della regolamentazione tradizionale in materia di comunicazioni elettroniche (oltre che della disciplina dell’audiovisivo) è sfida che già si affaccia nella Regolamentazione Comunitaria.

Da questo punto di vista infatti va detto che il Codice delle comunicazioni elettroniche europeo si applica non solo ai servizi di accesso a Internet e al trasporto dei segnali, ma anche ai servizi di comunicazione interpersonale (ICS), come definiti dall’ art 2 del Codice.

Un ICS è definito come "un servizio normalmente fornito a pagamento che consente lo scambio interattivo interpersonale e interattivo di informazioni tramite reti di comunicazione elettronica tra un numero finito di persone, in base al quale le persone che avviano o partecipano alla comunicazione determinano il / i destinatario / i, e non includa servizi che consentono la comunicazione interpersonale e interattiva semplicemente come una caratteristica secondaria marginale intrinsecamente legata ad un altro servizio”.

Un servizio di comunicazione interpersonale ora include servizi di comunicazione più tradizionali, come chiamate mobili e messaggi di testo, oltre a ICS indipendenti dal numero, detti anche servizi OTT.

Questi servizi funzionano indipendentemente dai numeri di telefono e non comunicano (di solito) a un numero di telefono. Includere i servizi OTT nell’ambito della Codice presenta l’indubbio vantaggio di eliminare l’incertezza giuridica esistente nell’applicazione del quadro normativo a tali servizi.

Tuttavia, l’importanza di includere i servizi OTT nel Codice deve essere considerata in prospettiva, poiché solo una parte limitata degli obblighi tipici delle telecomunicazioni si applicherà loro.

Ciò significa, ad esempio, che le norme sulla protezione dei consumatori in materia di trasparenza nella presentazione delle offerte e dei termini contrattuali non si applicano ai servizi OTT.

Insomma, lo scenario regolamentare è del tutto aperto, e un ruolo fondamentale lo giocherà la disciplina nazionale in materia di comunicazione elettronica che lo Stato Italiano dovrà adeguare al Codice delle comunicazioni elettroniche europeo entro il 2020.

Per saperne di più, iscriviti al convegno gratuito “5G e Comunicazioni elettroniche per l’Italia. Il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche europeo” che si terrà il 16 luglio 2019 presso Sala Nilde Jotti - Palazzo Theodoli, Piazza Del Parlamento 19, Camera dei deputati. Leggi la locandina Nel corso del convegno sarà presentato il volume “Comunicazioni elettroniche europee - Direttiva (UE) 2018/1972 - 5G, fibra, cybersecurity, concorrenza e tutela degli utenti” di FulvioSarzana di S. Ippolito e Federico Marini Balestra.Il libro, edito da Wolters kluwer e pubblicato con il patrocinio di FEDERPRIVACY, esamina le principali innovazioni giuridiche introdotte dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche fornendo gli strumenti normativi per orientarsi nei prossimi sviluppi di questa complessa materia, dove tecnica, diritto ed economia convergono per realizzare l’obiettivo della rivoluzione digitale.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2019/07/10/comunicazioni-elettroniche-ue-creazione-mercato-unico-realta

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