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In attesa dei tassi della Federal Reserve, chiusura di partita per Carige e Mediaset

L’appuntamento internazionale della settimana sarà la decisione di mercoledì della Fed sul costo del denaro, ma in Italia si attende anche l’assemblea per la ricapitalizzazione di Carige (venerdì) e l’ultima data per il recesso all’interno del riassetto societario di Mediaset (sabato). Tra gli altri eventi, la risposta di Huawei ai nuovi iPhone di Apple e la decisione di Berlino sugli interventi in favore del clima che serviranno anche da stimolo all’economia.

Apple ha già fatto la sua mossa settimana scorsa con la presentazione dell’iPhone 11. Ora arriva la replica di Huawei che a Monaco presenta i suoi Mate 30. Ma il colosso cinese al momento si trova a dovere giocare in difesa. La guerra commerciale Usa-Cina pone come una spada di Damocle il divieto, per il momento sospeso, di accedere ai componenti statunitensi, circa il 30% del totale, a partire dal sistema operativo Android fornito da Google. La situazione dovrebbe cambiare già da primavera: costretta ad accelerare i tempi nella ricerca, Huawei è ormai pronta a presentare il suo sistema operativo, per affrancarsi da Android. Ma sicuramente nel 2020 non sarà questa la sua unica novità.

In quattro anni i soci Carige hanno versato circa 2 miliardi in tre aumenti di capitale e ora sono chiamati al salvataggio con un altro piano da 700 milioni, che ha già pronti come sottoscrittori il Fitd, anche attraverso lo Schema volontario, e Cassa Centrale. Ma l’attenzione è su cosa farà la famiglia Malacalza che ha speso circa 420 milioni per diventare primo azionista con il 27,55%, e con la sua astensione ha già fermato un aumento di capitale di minor importo, provocando il commissariamento della banca. La sua quota è destinata a diluirsi al 2% se non partecipa all’aumento o al 5,1% se sottoscrive per il massimo che le è consentito, portando però a quasi 450 milioni il suo investimento. Rischierebbe invece di perdere tutto se per qualche ragione l’aumento non fosse approvato, magari a seguito di un’autolesionistica nuova astensione. E per Carige si aprirebbero scenari oscuri.

Ecologia che fa bene all’economia. Il governo tedesco si riunisce per varare un pacchetto di misure in favore dell’ambiente all’interno della lotta contro il riscaldamento globale. Saranno altri 30-50 miliardi di euro, che si aggiungeranno ai 360 miliardi di spesa del bilancio di previsione 2020 che il ministro delle Finanze socialdemocratico Olaf Scholz ha appena annunciato e per i quali non è previsto ricorso ad ulteriore debito. Impresa non difficile, peraltro, dato che l’ultimo bilancio di Berlino si è chiuso con un surplus record da 58 miliardi, l’1,7% del Pil, mentre ormai, con i tassi sottozero, sono gli investitori a pagare per comprare debito tedesco. Oltre alle misure definite da «keynesianismo vivente», per far fronte attivamente alla crisi, cercando di allontanare il Paese dalla soglia della recessione, ci sarà adesso anche il contributo dei nuovi fondi per investire sul clima. Che nel preparare un futuro migliore per l’ambiente inevitabilmente daranno anche nuovi stimoli all’attività economica.

Termina la possibilità per gli azionisti Mediaset (per quelli della controllata spagnola ci sono altre due settimane) di esercitare il diritto di recesso legato al già approvato progetto di fusione della società del Biscione e della controllata spagnola, con la creazione della newco olandese MediaForEurope (Mfe). Soprattutto se la quotazione del titolo sarà sotto il prezzo di recesso, fissato a 2,77 euro per azione, Vivendi potrebbe anche parteciparvi, aprendo un altro fronte di contenzioso. Il gruppo francese si trova con una quota del 29,9% (incluso quanto è “congelato” nella Simon), che vale circa un miliardo, ma è fuori dalla stanza dei bottoni. Se dovesse esercitare il recesso, potrebbe creare difficoltà alla società che ha destinato all’operazione un massimo di 180 milioni di euro. La Fininvest si dice pronta a intervenire, con altri investitori pronti a entrare nel capitale. Ma forse non ce ne sarà bisogno: Vivendi attraverso il recesso potrebbe anche avere la certezza di liquidare la partecipazione e forse anche a un prezzo superiore a quello che spunterebbe in Borsa, ma dovrebbe anche farsi carico di una pesante minusvalenza.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/finanza/quotidiano/2019/09/14/tassi-federal-reserve-chiusura-partita-carige-mediaset

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