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Bonus assunzioni 2020. Nella legge di Bilancio la ricetta per rilanciare l’occupazione?

In Italia i tassi di occupazione restano sempre preoccupanti, sia per il numero complessivo dei lavoratori attivi, sia per la presenza, ancora molto modesta nella forza lavoro di laureati. Ed è in questo scenario non proprio roseo che si innesta la legge di Bilancio 2020, in cui appare chiaro il duplice obiettivo del Governo di rivitalizzare gli incentivi contributivi per l’assunzione di giovani under 35 e per l’occupazione di qualità (in particolare, di laureati che abbiano conseguito il titolo con lode). Un’attenzione particolare è dedicata poi all’apprendistato nelle piccole imprese. Confermate anche le agevolazioni per l’assunzione di disoccupati, cassintegrati e donne. Queste misure saranno in grado di attuare l’auspicato rilancio dell’occupazione?

Pur a fronte di un generale miglioramento degli indici economici, i tassi di occupazione italiana restano alla fine del 2018 sempre preoccupanti, sia quanto al numero complessivo dei lavoratori attivi (che è ancora pari a circa 23 milioni e mezzo, secondo i dati ISTAT del terzo trimestre 2019), sia in ordine alla qualità della forza lavoro, composta in misura molto modesta da laureati, senza peraltro che il possesso di un titolo di studio comporti (come avviene invece in quasi tutti gli altri paesi) un incremento retributivo significativo quanto al salario di ingresso.

I dati più recenti, infatti, mostrano una forza lavoro dove solo il 23% è composto da laureati (poco meno di 5 milioni e mezzo, di cui il 54% sono donne), mentre quasi il 28% è composto da lavoratori che non sono andati oltre la scuola media (e il dato cresce ancora ove si considerino i tanti privi di qualunque titolo di studio).

Né peraltro il dato si dimostra più confortante quando lo si osservi dal punto di vista degli atenei, poiché, secondo i più recenti dati “Almalaurea”, il tasso di occupazione stabile, a cinque anni dal conseguimento del titolo, resta comunque non troppo alto (con una media dell’84%), mentre la capacità di certe lauree di facilitare l’accesso al mercato del lavoro è davvero sconfortante (e fra queste anche Giurisprudenza, con un tasso di occupazione, comprensivo dei tanti liberi professionisti, pari a circa il 75% dopo cinque anni dal conseguimento del titolo).

Non deve quindi stupire se nella recente legge di Bilancio (27 dicembre 2019, n. 160) si confermano e si rafforzano gli incentivi per l’occupazione di qualità, mettendo in campo una vasta serie di misure dirette a favorire sia l’assunzione dei laureati con il massimo dei voti, sia lo sviluppo del contratto di apprendistato, che rimane ancora modesto, malgrado i tanti sforzi profusi negli ultimi venti anni in questa direzione.

Così al comma 8 della legge n. 160/2019 si conferma uno sgravio contributivo triennale per l’assunzione sia dei laureati che abbiano conseguito il titolo con lode, sia per quanti abbiano portato a termine il “dottorato di ricerca”, con un risparmio, sui contributi a carico del datore, fino a 8.000 euro annui.

Viene poi confermato il bonus (già previsto dal comma 102, della legge di Bilancio n. 205 del 2017) in caso sia di nuova assunzione, sia di conversione di contratto a termine, per quanti non abbiano ancora compiuto 35 anni al momento della stipula del contratto. L’incentivo, che si applica anche in presenza di un precedente contratto di apprendistato con altro datore di lavoro, ha una durata massima di 36 mesi ed è pari al 50% della contribuzione a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 3.000 euro su base annua (con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL).

Si tratta di una misura che ha avuto un certo successo (sono state effettuate 135mila assunzioni nel 2018, secondo dati di fonte governativa) e che attendeva di essere completata attraverso l’emanazione di provvedimenti amministrativi, per poter attribuire vantaggi anche maggiori alle assunzioni che avvengano nelle regioni del meridione.

Con lo stesso spirito, nella legge di Bilancio 2020 sono state altresì confermate le altre agevolazioni già previste in caso di assunzione stabile per i lavoratori percettori del trattamento di disoccupazione (incentivo pari al 20% della NASpI mensile non ancora percepita) o per i lavoratori cassintegrati beneficiari dell’assegno di ricollocazione (con uno sgravio del 50% dei contributi fino a 4.030 euro per 18 mesi, o con un beneficio minore, se comunque in “cassa” da almeno tre mesi).

Si sono visti confermati i benefici, poi, anche le imprese che assumono donne, residenti nel Mezzogiorno, prive di impiego da almeno 6 mesi o disoccupati da almeno un anno o, ancora, un nuovo lavoratore a sostituzione di lavoratrici in congedo per maternità.

Al comma 8 della legge di Bilancio 2020 si prevede, infine, una nuova misura per il caso di assunzione di apprendisti nelle imprese che impiegano sino fino a 9 dipendenti, assicurando ora uno sgravio del 100% dei contributi dovuti nei primi tre anni di contratto (salvo restando il livello di aliquota del 10% per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo). L’incentivo, che rafforza precedenti misure, trova applicazione nell’apprendistato, diretto ad ottenere la qualifica e il diploma professionale, ovvero il diploma di istruzione secondaria superiore o anche il certificato di specializzazione tecnica superiore.

Qui l’obiettivo che il Governo si pone è quello di sviluppare la dimensione delle imprese artigiane italiane, che ancora troppo spesso sono confinate a situazioni di debolezza strutturale sul mercato, in quanto troppa parte della loro produzione viene assorbita da un solo, o da pochi, committenti, cosicché esse, in carenza di clientela propria, restano più esposte nei momenti di recessione economica.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2020/01/18/bonus-assunzioni-2020-legge-bilancio-ricetta-rilanciare-occupazione

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