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Decontribuzione Sud con recupero retroattivo

Le imprese sono ancora in attesa del via libera della Commissione UE per accedere ai benefici previsti dalla “decontribuzione Sud”, la misura prevista dalla legge di Bilancio 2021 per abbattere il costo del lavoro. Al momento le aziende sono, quindi, costrette a calcolare, per il momento, integralmente i contributi previdenziali senza poter usufruire delle agevolazioni previste dalla Manovra 2021 e, solo dopo aver acquisito ufficialmente il via libera da Bruxelles, potranno retroattivamente recuperare la componente contributiva oggetto di agevolazione. Inoltre, in questo difficile contesto economico e politico, restano ancora da sciogliere i nodi della riforma degli ammortizzatori sociali e della proroga del blocco dei licenziamenti.

Decontribuzione Sud ancora ferma al nastro di partenza per il 2021: l’accesso alla misura, che consente di ridurre del 30% la quota a carico delle aziende, attende, infatti, ancora il via libera da parte della Commissione UE.

La legge di Bilancio 2021 (l. n. 178/2020) ha introdotto una serie di incentivi all’occupazione oltre la decontribuzione Sud come, ad esempio, l’esonero dei contributi previdenziali nel caso di assunzione da parte delle imprese di giovani e donne; agevolazioni concesse, però, tutte nell’ambito del “Temporary Framework” (quadro temporaneo per le misure di aiuti di stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza della Covid-19) e per le quali, affinché si concretizzi la loro operatività, è necessario attendere obbligatoriamente l’autorizzazione della Commissione UE.

Allo stato non vi è traccia di tale approvazione e non è per nulla assodato che il Ministero abbia adempiuto agli obblighi di comunicazione; considerati i tempi ormai strettissimi è, quindi, molto improbabile che le imprese possano usufruire, sin dal mese di gennaio, degli incentivi.

Sul piano operativo l’uso dell’agevolazione avverrà non solo a seguito dell’approvazione della misura da parte dalla Commissione UE, ma sarà anche necessario attendere l’emanazione della circolare applicativa da parte dell’INPS che conterrà le essenziali istruzioni operative utili ad ottenere, senza rischi, il diritto al beneficio.

L’INPS ha recentemente diffuso una nota contenente ampie rassicurazioni sul fatto che, dopo l’approvazione di Bruxelles, verrà prontamente avviato l’iter che consentirà alle “aziende di accedere alla cosiddetta decontribuzione Sud”, posto che già sono stati “definiti i codici” essenziali per rendere operativa l’agevolazione.

Le imprese saranno, quindi, costrette a calcolare, per il momento, integralmente i contributi previdenziali senza poter usufruire delle agevolazioni previste dalla legge di Bilancio 2021 e, solo dopo aver acquisito ufficialmente il via libera da Bruxelles, potranno retroattivamente recuperare la componente contributiva oggetto di agevolazione.

È del tutto evidente, quindi, che le aziende prospetticamente non subiranno delle vere e proprie “perdite”, in considerazione del fatto che la “decontribuzione anticipata” verrà recuperata con successivo conguaglio; cionondimeno, rimane l’amara constatazione che l’imperante cultura anti-semplificazione graverà, ancora una volta, sulle casse delle nostre imprese già a corto di liquidità a causa dell’incedere della pandemia economica.

Restano ancora da sciogliere i nodi, in questo difficile contesto economico e politico, della riforma degli ammortizzatori sociali e dello sviluppo di nuove e più incisive politiche attive.

Particolarmente scottante è la delicata questione legata alla proroga del blocco dei licenziamenti: le indiscrezioni parlano di un rinvio generalizzato del divieto fino al 30 giugno limitato, però, alle sole imprese con comprovate difficoltà. Analoghe considerazioni sulla cassa Covid-19: si fa strada l’ipotesi di ulteriori 8, settimane per il comparto dell'industria e 26 per chi utilizza la Cig in deroga e l'assegno ordinario.

Dossier ancora aperto anche rispetto alle deroghe al decreto Dignità le cui rigidità dovranno, stante il perdurare dell’emergenza epidemiologica, obbligatoriamente essere superate. Nell’ultimo anno, infatti, i dipendenti a temine sono numericamente precipitati di oltre 400mila unità. E ciò nonostante le deroghe (alle causali) su proroghe e rinnovi inserite, sul filo di lana, negli ultimi provvedimenti emergenziali.

Secondo i recenti dati diffusi dall’ISTAT da inizio pandemia a dicembre 2020, sono andati perduti oltre 310mila posti di lavoro nonostante il supporto della Cig generalizzata e il blocco ai licenziamenti.

La pandemia economica si è abbattuta, come ormai conclamato, soprattutto su donne, liberi professionisti (i meno tutelati e sostenuti dalle misure introdotte negli ultimi mesi) e i giovani il cui tasso di disoccupazione, che a febbraio 2020 contava circa il 28%, è cresciuto in pochi mesi fino a superare la drammatica soglia del 30%.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2021/02/15/decontribuzione-sud-recupero-retroattivo

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