• Home
  • News
  • Informativa privacy: qual è la diffusione e la fruibilità sui siti internet delle imprese

Informativa privacy: qual è la diffusione e la fruibilità sui siti internet delle imprese

La maggioranza delle imprese italiane ha sui propri siti Internet l’informativa privacy aggiornata al Regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr). Nell’esame dei siti internet delle imprese e della sezione sull’informativa della privacy, lo studio Federprivacy ha preso in considerazione quattro elementi: presenza di una informativa con riferimenti normativi; chiara comprensibilità; accessibilità agevolata ai contenuti; presenza modalità diverse di accesso rispetto alla forma scritta. Quali sono le criticità emerse?

La maggioranza delle imprese italiane ha sui propri siti Internet l’informativa privacy aggiornata al Regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr). È la sintesi di uno studio recentissimo elaborato dal “Gruppo di Lavoro per l’agevolazione dell’esercizio dei diritti dell’interessato” dell’associazione Federprivacy, realizzato mese di luglio 2022. Su un campione di 400 siti esaminati da Federprivacy, il 100% delle imprese bancarie e finanziarie ha un’informativa allineata al Gdpr; lo stesso vale per il 100% delle imprese del settore energia e per il 95,4% della Grande Distribuzione Organizzata. Un po’ più indietro stanno le PMI, che però, contengono un’informativa aggiornata nel 65,6% dei casi. Lo studio Federprivacy ha preso in considerazione quattro elementi: - presenza di una informativa privacy con riferimenti normativi; - chiara comprensibilità delle modalità di esercizio dei diritti dell'interessato; - accessibilità agevolata ai contenuti dell’informativa privacy (non più di due click); - presenza modalità diverse di accesso ai contenuti dell'informativa privacy rispetto alla forma scritta (es. audio, video, ecc.). Quest’ultimo profilo, peraltro, è quello che manifesta una vistosa criticità. Cosa analizza lo studio di Federprivacy Lo studio, accurato e completo, rappresenta una fotografia di nicchia, e dalla stessa emerge una diffusa sensibilità alle prescrizioni del Gdpr. La realtà dei siti Internet delle imprese, peraltro, presenta un quadro in evoluzione, pieno di complessità e contraddizioni. Se il numero delle imprese italiane supera i 5 milioni, stando all’ultimo (per quanto risalente) rapporto Istat “sulla conoscenza” ha un sito web il 72% delle imprese con almeno 10 addetti, valore al di sotto della media Ue (77%) e solo il 10% vende via web, contro il 16% dell’Ue. Sono numeri che certamente vanno aggiornati, ma danno ordini di grandezza di cui tenere conto quando si verifica il grado di compliance del sistema rispetto all’osservanza di un adempimento previsto dal Gdpr. Peraltro, anche l’analisi quantitativa non è sufficiente e ci sono altri parametri da esaminare, che hanno una natura prettamente dinamica. Bisogna, infatti, trovare il modo di misurare e, quindi, comprendere, tra gli altri, il grado di efficacia delle informative privacy, l’adeguatezza delle informative rispetto ai trattamenti effettivamente realizzati nel mondo virtuale, l’utilizzo del modello di informativa in forma stratificata o a livelli, il ricorso a forme di fornitura dell’informativa alternative e diverse dalla pubblicazione sul sito web. Il punto è che l’informativa è certamente un atto, ma è anche al tempo stesso un’attività e il sito web dell’impresa non sempre è il crocevia obbligatorio. Pertanto, i risultanti emersi dallo studio, per quanto confortanti, devono essere oggetto di ulteriori riflessioni per evitare di ridurre l’informativa a un semplice testo, magari fruibile anche con sistemi audio e di agevolazione ai disabili, ma pur sempre un adempimento formale. La ratio dell’informativa prevista dal Gdpr è tutt’altra. Si tratta di un adempimento che ha profili non solo dichiarativi, ma anche negoziali. Mediante l’informativa l’impresa non si limita a scattare una fotografia e a presentarla a chiunque possa interessare. Con l’informativa privacy, l’impresa promette che compirà i trattamenti dei dati mediante determinate operazioni e non altre, che comunicherà i dati a determinati destinatari e non ad altri, che cancellerà le informazioni entro una certa data e non un’altra, e così via. Solo la considerazione della dimensione negoziale, quale dichiarazione di volontà e non solo dichiarazione di scienza, farà maturare alle imprese la sensibilità per questo adempimento, che deve diventare sempre più un’attività, da realizzare all’interno delle altre funzioni aziendali e da coordinare con le stesse. L’ufficio che si occupa della redazione delle informative deve dialogare con la funzione legale, che si occupa dei contratti, e con la funzione commerciale, che intrattiene rapporti con gli interessati più importanti (i clienti), ed anche con la funzione che si occupa di reclami, customer satisfaction, per gestire controversie, le quali apparentemente affrontano temi di privacy e che, invece, celano sempre esigenze relative al merito del servizio e della fornitura. Questa è la chiave del salto di qualità delle informative, altrimenti considerate come la paginetta che formalisticamente bisogna stare attenti a compilare in tutte le sue voci per evitare una sanzione. Da questo punto di vista la verifica della completezza, esattezza e fruibilità del testo non è più sufficiente a far valutare l’effettività sostanziale della misura di trasparenza privacy. Nel frattempo, occorre, comunque, compiacersi delle notizie positive che emergono dallo studio Federprivacy, che passiamo ad illustrare. Settore bancario e assicurativo Tutti i siti web (100%) di banche, e istituti del settore finanziario e assicurativo presentano un’informativa privacy aggiornata sulla normativa in materia di protezione dei dati personali, e nel 98,5% dei casi le modalità di esercizio dei diritti dell'interessato sono presentate in modo chiaramente comprensibile, così come nella stessa percentuale su tali siti è possibile accedere facilmente ai contenuti dell’informativa. Grande distribuzione La maggioranza dei siti della Grande Distribuzione Organizzata (95,4%) presenta un’informativa privacy aggiornata sulla normativa in materia di protezione dei dati personali, che nell’83,1% dei casi riporta chiaramente le modalità di esercizio dei diritti dell'interessato, e che nel 90,8% dei siti è possibile raggiungere facilmente le policy direttamente o al massimo con 2 click. Energia Tutti i siti web (100%) di operatori del settore energetico presentano un’informativa privacy aggiornata sulla normativa in materia di protezione dei dati personali, e nel 88,9% dei casi le modalità di esercizio dei diritti dell'interessato sono presentate in modo chiaramente comprensibile. Inoltre, tutti (100%) questi siti presi in esame rendono facile accedere ai contenuti dell’informativa direttamente o al massimo con due click. PMI La ricerca evidenzia che due siti su tre (65,6%) delle piccole imprese presenta un’informativa privacy aggiornata sulla normativa in materia di protezione dei dati personali, ma nel 71,9% dei casi le modalità di esercizio dei diritti dell'interessato non sono presentate in modo chiaramente comprensibile. Nella maggioranza dei siti in questione è possibile raggiungere le policy direttamente o al massimo con 2 click (83,1%). Disabilità I siti internet censiti dalla ricerca Federprivacy presentano, invece, una diffusa lacuna quanto alla presenza modalità diverse di accesso ai contenuti dell'informativa privacy rispetto alla forma scritta (es. audio, video, ecc.). Sul campione complessivo di 400 siti censiti, il 98,7% non prevede alcuna modalità di accesso ai contenuti degli elementi informativi diversi dalla consueta forma scritta. Solo l’1,3% dei siti presentano infatti agevolazioni alla comprensione di tali informazioni. Quest’ultimo aspetto comporta, secondo Federprivacy, quindi una quasi totale assenza di agevolazioni nell’esercizio dei loro diritti in materia di protezione dei dati personali nei confronti degli utenti che hanno svantaggi sotto il profilo linguistico, culturale, e persone con disabilità sensoriali. Copyright © - Riproduzione riservata

Federprivacy. Siti web & diritti privacy

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/11/29/informativa-privacy-qual-diffusione-fruibilita-siti-internet-imprese

Iscriviti alla Newsletter




È necessario aggiornare il browser

Il tuo browser non è supportato, esegui l'aggiornamento.

Di seguito i link ai browser supportati

Se persistono delle difficoltà, contatta l'Amministratore di questo sito.

digital agency greenbubble