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Ddl anziani: sostegno alla non autosufficienza. Con nuovi impatti per il mondo del lavoro

Nuovi interventi assistenziali per migliorare la qualità del sistema di assistenza alle persone anziane non autosufficienti e per contribuire agli oneri gravanti sulle loro famiglie. Sono i punti chiave del disegno di legge anziani approvato dal governo Meloni. Tra le novità del provvedimento il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice. Confermato l’avvio della prestazione universale graduata che dovrebbe, a regime, assorbire anche l’accompagnamento. Esigenze che avranno un impatto anche sul mondo del lavoro con più assunzioni di personale sociosanitario, nuovi contratti, modifica delle risorse di sostegno alla persona e alla famiglia, ulteriori permessi per caregiver lavoratori e lavoratrici, nonché modifica della fiscalità in base all’ISEE di riferimento nell’ambito della riforma fiscale.

Il testo del disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, licenziato dal Consiglio dei Ministri in data 19 gennaio2023 e “bollinato” dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in data 25 gennaio, nasce dalla necessità di definire nuovi criteri e interventi assistenziali per la terza età, per migliorare la qualità del sistema di assistenza alle persone anziane e anziane non autosufficienti e contribuire agli oneri gravanti sulle loro famiglie con emolumenti da rafforzare e riformare anche alla luce dell'evoluzione dei bisogni assistenziali, in un quadro di integrazione sociale, di autonomia e di vita indipendente. Il disegno di legge da approvare entro il primo trimestre 2023 (ai fini dell’adozione dei decreti legislativi entro il 31 gennaio 2024) opera nel solco dell’attuazione delle norme della legge di Bilancio 2022 (art. 1, commi 159-171 della legge n. 234/2021). Il disegno di legge e i successivi decreti legislativi costituiscono, quindi, la cornice necessaria a dare sistematicità ad una materia in cui sussistono fonti normative eterogenee e distinti centri di azione amministrativa che operano con regole proprie e senza coordinamento. I punti chiave del disegno di legge e le novità Il provvedimento si compone di III capi e 9 articoli. La delega del governo Meloni conferma i punti-chiave del testo licenziato, a ottobre 2022, dal Governo Draghi e prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la programmazione delle politiche nazionali, rafforza la cooperazione tra Comuni e Asl per fornire a famiglie e caregiver un punto unico di accesso ai servizi, definisce il Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente, si integrano Assistenza domiciliare integrata (Adi) e Servizio di assistenza domicialiare (Sad). Il governo Meloni ha inserito alcune modifiche rispetto al Testo Draghi. I decreti attuativi dovranno realizzare, tra i vari obiettivi, anche quello di “riconoscere il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice”. Un paragrafo nuovo: irrobustita la parte della delega inerente il “co-housing”. Non solo vengono promosse forme di “coabitazione solidale domiciliare” tra persone anziane, ma si apre la strada anche alla “coabitazione intergenerazionale, specie con i giovani in condizioni svantaggiate”. Un “co-housing intergenerazionale” anche nella forma delle case-famiglia. Confermato anche dal testo del nuovo Governo, l’avvio della prestazione universale graduata che dovrebbe, a regime, assorbire anche l’accompagnamento. Il governo Meloni ha aggiunto una clausola di salvaguardia secondo cui, nel momento in cui la nuova prestazione universale graduata non dovrà valere meno del trattamento ricevuto nel regime precedente. Resta il meccanismo per cui la prestazione universale per la non autosufficienza potrebbe essere richiesta in parte in soldi e in parte in servizi di cura. Una nuova formulazione riguarda in parte anche le risorse, che vengono dal PNRR e dai fondi che già aveva individuato il governo Draghi, cui il nuovo esecutivo ha aggiunto anche il Fondo nazionale per le politiche sociale e il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Quindi alcune risorse verranno spostate dal contrasto all’indigenza al sostegno ai non autosufficienti. Garantire i diritti sociali alla popolazione più fragile, ma anche ampliare il bacino occupazionale e qualificare l’ambito dei servizi di cura, significa intervenire su alcune delle debolezze del nostro sistema socio economico per la stesura concreta dei decreti attuativi che si inseriscono nel Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza. E’ indispensabile creare una rete di assistenza capace di sostenere l’anziano non autosufficiente e chi gli lo assiste e realizzare un progetto capace di rispondere in modo completo e non frammentario ai bisogni della persona, e ciò significa aumentare le risorse destinate a questo progetto. Una mancanza del testo riguarda i caregiver familiari, tema che c’era nella precedente versione del ddl e che ora è stata tolta perché il Governo intende procedere con una legge ad hoc: ma occorre riconoscere che c’è una differenza tra i caregiver di una persona anziana non autosufficiente e il caregiver di una persona con disabilità. I servizi sono qualcosa che riguarda i caregiver ma occorre essere più espliciti, i due target della riforma sono le persone anziane non autosufficienti e i loro caregiver. E’ sbagliato un approccio sperimentale, e soprattutto, una riforma non si fa senza risorse aggiuntive. Questa riforma non si può pensare debba essere attuata a costo zero. Il DDL afferma infatti: "Nell'attuazione delle deleghe previste dal DDL non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". E per gli adempimenti relativi ai decreti previsti in legge "le amministrazioni competenti provvedono con le risorse, finanziarie e strumentali, in dotazione alle medesime amministrazioni a legislazione vigente (art. 8 comma 5). Decreti legislativi delegati Il Testo che ha una valenza interministeriale prevede una interdisciplinarietà molto innovativa. La definizione di persona anziana viene demandata ai decreti legislativi delegati che saranno adottati entro il 31 gennaio 2024, prevede prioritariamente la ricognizione, il riordino, la semplificazione e il coordinamento, sotto il profilo formale e sostanziale, della legislazione vigente in materia di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria alla popolazione anziana. Entro il 31 gennaio 2024, devono essere pronti i decreti di attuazione che i Ministeri competenti, a diverso titolo, sono chiamati ad emanare al fine di riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti. La disposizione ha lo scopo di razionalizzare l’apparato normativo attualmente vigente ottimizzando gli interventi in vigore. Quello che preoccupa è il finanziariamente art 8: si provvede mediante le risorse derivanti dal riordino e dalla modificazione delle misure nell’ambito: 1) dei vari Fondi: Fondo per le non autosufficienze, del Fondo nazionale per le politiche sociali, Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, Fondo destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare, Fondo per il finanziamento delle attività di informazione e comunicazione. Risorse del PNRR per la realizzazione degli obiettivi Alla realizzazione degli obiettivi di cui alla presente legge concorrono, in via programmatica, le risorse disponibili nel PNRR per il sostegno alle persone vulnerabili e per la prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti di cui alla Missione 5, componente 2, investimento 1.1 ecc. della programmazione 2021/2027, del Fondo sanitario nazionale nell’ambito dei livelli essenziali dell’assistenza sanitaria. E in quanto alle risorse ricordiamo (non menzionato nel Testo Meloni) che il Governo Draghi, ha lasciato anche in dote un nuovo Piano Nazionale per la presa in carico delle persone non autosufficienti che recepisce, in accordo con i Comuni e le Regioni, i LEPS per la non autosufficienza scritti nella legge di Bilancio 2022 (art. 1, dal comma 159 al comma 171). I LEPS prevedono un aumento della assistenza domiciliare, servizi di sollievo per le famiglie, la formazione e la regolarizzazione del lavoro famigliare. Porta jn dote 600 milioni in più che a regime diventano 1 miliardo 200 milioni nel 2025. Gli impatti sul mondo del lavoro Ciò significa dunque assunzioni di personale sociosanitario (solo per esempio, nasce una nuova prestazione che unifica l’assistenza domiciliare integrata -AD- e il servizio di assistenza domiciliare -SAD-) nuovi contratti, nuova formazione, modifica delle risorse di sostegno alla persona e alla famiglia, ulteriori permessi per caregiver lavoratori e lavoratrici, modifica della fiscalità in base o all’ISEE di riferimento o altro metodo nell’ambito della promessa riforma fiscale. Il Testo promette il superamento della frammentazione attuale su tre filiere: servizi sanitari, servizi sociosanitari e indennità di accompagnamento, e può creare le condizioni per una risposta universale integrata; un approccio specifico all’assistenza agli anziani, che non è né sociale né sanitario né l’integrazione dei due, ma qualcosa di specifico; rendere riconoscibile la non autosufficienza alla politica. Agire sui fondi e sulla progettualità devono andare di pari passo: sarà la prossima legge di Bilancio che potrà costruire un progetto pluriennale per i prossimi anni? Più fondi servono, sì, ma per innovare le risposte, non per mantenere quelle attuali, concretizzando qualche primo tassello della riforma, di una progettualità innovativa e dunque avere una riforma di legislatura. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/02/03/ddl-anziani-sostegno-non-autosufficienza-impatti-lavoro

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