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Fondo nuove competenze per tutto il 2023: quali sono i benefici per chi investe nella formazione

La legge di conversione del decreto Milleproroghe estende l’operatività del Fondo nuove competenze a tutto il 2023. Il Fondo ha la finalità di compensare il mancato guadagno delle imprese che impiegano le ore di lavoro in formazione. La misura del ristorno non riguarda la sola retribuzione erogata ai lavoratori ma anche i contributi previdenziali e assistenziali. In particolare, la retribuzione oraria è finanziata dal FNC per un ammontare pari al 60% del totale. Inoltre, i benefici previsti dall’accesso al Fondo nuove competenze sono cumulabili con quelli previsti dai Fondi Interprofessionali.

Il Ministero del Lavoro, con una nota del 14 febbraio, ha comunicato che è stato approvato un emendamento al disegno di legge per la conversione del decreto Milleproroghe (D.L. n. 198/2022), approvato il 15 febbraio dal Senato, con il quale si estende l’operatività del Fondo nuove competenze a tutto il 2023. È stato infatti aggiunto un emendamento che, andando a modificare l’art. 88 del D.L. n. 34/2020 (decreto Rilancio, convertito in l. n. 77/2020) estende anche a tutto il 2023 la possibilità per i contratti collettivi sottoscritti a livello aziendale o territoriale di prevedere specifiche intese di rimodulazione di parte dell'orario di lavoro al fine di permettere al personale la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze, in relazione a mutate esigenze organizzative e produttive dell'impresa. Il relativo onere, ovvero le ore di formazione, contributi previdenziali e assistenziali saranno posti a carico dello specifico Fondo costituito presso l'Anpal, nel limite di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO. Per accedere al contributo finanziato, oltre alla stipula degli accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro è necessario procedere a inviare le domande contenenti i progetti formativi tramite la piattaforma dedicata dell'ANPAL e per fruire delle risorse già stanziate per il 2022 ci sarà tempo fino al prossimo 28 febbraio 2023. In attesa di capire quali saranno le regole applicabili per il 2023, proviamo qui di seguito ad analizzare in che cosa consiste il Fondo nuove competenze e quali sono i benefici in capo ai datori di lavoro e ai lavoratori. Cos’è il Fondo nuove competenze Il Fondo nuove competenze è uno strumento di politica attiva, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, che è stato istituito con la finalità di aiutare aziende e lavoratori nella fase post Covid mediante lo sviluppo di competenze e mediante una formazione ad hoc sulla persona, in un’ottica di soddisfacimento delle nuove esigenze aziendali. Inizialmente previsto per il biennio 2020 - 2021 dal decreto Rilancio, è stato rifinanziato con un miliardo di euro anche per l’anno 2022 con il decreto del Ministero del Lavoro del 22 settembre 2022, prevedendo che le domande di accesso possono essere presentate dal 13 dicembre 2022 al 28 febbraio 2023, secondo i criteri del nuovo bando ANPAL 2022, integrato dal decreto del Commissario Straordinario n. 345 del 12 dicembre 2022. L’impianto del Fondo Nuove competenze si basa su un sistema che consente ai contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale di prevedere specifiche intese di rimodulazione di parte dell’orario di lavoro al fine di attivare i percorsi di sviluppo delle competenze, in relazione a mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa. A chi si rivolge il Fondo nuove competenze 2022 e quello che sarà per il 2023 In attesa di capire quale sarà la platea dei destinatari/beneficiari per l’anno 2023, per l’anno 2022 il Fondo nuove competenze si rivolge ai datori di lavoro privati, incluse le società a partecipazione pubblica, che abbiano sottoscritto entro il 31 dicembre 2022 accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi formativi di accrescimento delle professionalità dei lavoratori in specifici ambiti, da realizzarsi anche nel corso dell’annualità 2023. Requisito fondamentale per poter accedere ai benefici garantiti dal fondo è che il datore di lavoro: - deve essere in regola un punto di vista contributiva, fiscale e assistenziale; - non devono trovarsi in condizione di liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo o in procedimenti finalizzati alla dichiarazione di una di tali situazioni; - non devono avere in corso contenziosi giudiziali o stragiudiziali con ANPAL riguardanti contributi pubblici. Il ruolo essenziale degli accordi collettivi Gli accordi collettivi che consentono di accedere al Fondo nuove competenze sono quelli previsti dal decreto Rilancio (art. 88, comma 1) e dal decreto Agosto (art. 4) e devono avere la finalità di concordare e far collimare duplici esigenze: da un lato, quella del datore di lavoro di essere in grado di rispondere a mutate esigenze organizzative e produttive; dall’altro, quello di accompagnare i lavoratori in tale percorso ovvero di favorire percorsi di ricollocazione professionale. Per quanto riguarda le regole 2022, in attesa di quelle per il 2023, gli accordi con i quali si rimodula l’orario di lavoro devono: - essere sottoscritti dal 3 novembre ed entro il 31 dicembre 2022; - specificare il numero dei lavoratori coinvolti nell’intervento e il numero di ore dell’orario di lavoro da destinare al progetto formativo. Il limite minimo delle ore per ogni lavoratore è di 40, mentre quello massimo è pari a 200; - indicare il periodo entro il quale realizzare le attività formative che, unitamente alla relativa rendicontazione, dovranno concludersi entro e non oltre 150 giorni dalla data di comunicazione di approvazione dell’istanza. - presentare il progetto formativo che individui i fabbisogni del datore di lavoro in termini di nuove o maggiori competenze; - indicare il fabbisogno di adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori conseguente alla sottoscrizione di un accordo di sviluppo per progetti di investimento strategico o nel caso del ricorso al Fondo per il sostegno alla transizione industriale. Inoltre, gli accordi collettivi devono specificare anche i processi per cui è necessario l’aggiornamento delle professionalità dei lavoratori a seguito della transizione digitale ed ecologica. I processi devono prevedere innovazioni: - nella produzione e commercializzazione di beni e servizi che richiedono un aggiornamento delle competenze digitali; - per l’efficientamento energetico e l’uso di fonti sostenibili; - volte alla promozione dell’economia circolare, alla riduzione di sprechi e al corretto trattamento di scarti e rifiuti, incluso trattamento acque; - per la produzione e commercializzazione di beni e servizi a ridotto impatto ambientale; - volte alla produzione e commercializzazione sostenibile di beni e servizi nei settori agricoltura, silvicultura e pesca, incluse le attività di ricettività agrituristica; - per la promozione della sensibilità ecologica, di azioni di valorizzazione o riqualificazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale. Quale beneficio per il datore di lavoro Il Fondo nuove competenze ha la finalità di “compensare” il mancato guadagno per quelle imprese che impiegano ore di lavoro in formazione. La misura del ristorno non riguarda la sola retribuzione erogata ai lavoratori ma anche i contributi previdenziali e assistenziali. In particolare, il Fondo provvede a rimborsare al datore di lavoro il costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori, secondo le seguenti modalità: - la retribuzione oraria è finanziata dal FNC per un ammontare pari al 60% del totale. La retribuzione oraria è calcolata a partire dalla retribuzione teorica mensile comunicata dal datore di lavoro all’INPS riferita al mese di approvazione dell’istanza di accesso al Fondo, moltiplicata per 12 mensilità e suddivisa per 1.720 ore considerate un tempo lavorativo annuo standard. - gli oneri relativi ai contributi previdenziali e assistenziali delle ore destinate alla formazione sono rimborsati per intero, inclusivi della quota a carico del lavoratore, al netto degli eventuali sgravi contributivi fruiti nel mese di approvazione dell’istanza di accesso al FNC. Gli oneri sono calcolati come quota oraria contributiva ottenuta applicando l’aliquota contributiva alla retribuzione oraria; Per quanto riguarda il rimborso della quota di retribuzione oraria, viene previsto un rimborso integrale al 100% qualora gli accordi prevedano, oltre alla rimodulazione dell’orario finalizzata a percorsi formativi, una riduzione del normale orario di lavoro, parità di retribuzione complessiva, anche di natura sperimentale che operi per almeno un triennio in favore di tutti i lavoratori dell’azienda. Tali accordi devono prevedere una riduzione di almeno un’ora del normale orario di lavoro settimanale. Si ricorda che i benefici previsti dall’accesso al Fondo nuove competenze sono cumulabili con quelli previsti dai Fondi Interprofessionali, con il beneficio che le aziende potranno formare i propri lavoratori in modo del tutto gratuito. Può essere finanziato dal Fondo Paritetico Interprofessionale anche il progetto che riceva un finanziamento parziale, a condizione che l’intero percorso formativo, comprensivo anche dell’attività non finanziata dal Fondo Interprofessionale, sia realizzata secondo la disciplina del Fondo, anche con riferimento alle verifiche e ai controlli. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/02/16/fondo-nuove-competenze-2023-benefici-investe-formazione

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