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Transazioni commerciali delle imprese: tempi medi di pagamento nel bilancio sociale

Maggiore competitività per le imprese che adempiono regolarmente alle proprie obbligazioni, grazie all’indicazione nel bilancio sociale dei tempi medi di pagamento delle transazioni effettuate nell'anno. È questa una novità prevista dal decreto Crescita. Dare trasparenza a questa informazione, ponderando il tempo di pagamento di ciascuna transazione per il suo valore e distinguendo quelle effettuate verso le grandi imprese e le PMI, offre un utile parametro di riferimento per i creditori ed i contraenti, attuali e potenziali, delle società.

Tra le novità per il rilancio degli investimenti privati previste dal decreto Crescita, messo a punto dal Governo Conte per dare impulso all'economia del Paese, è presente una misura finalizzata a valorizzare la tempestività con cui le imprese adempiono ai pagamenti nelle transazioni commerciali, grazie all'introduzione nel bilancio sociale dell’indicazione relativa ai tempi medi di pagamento delle transazioni effettuate dall'impresa nel corso dell’anno.

La misura non inserisce una nuova disposizione volta a contrastare direttamente i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, ma piuttosto mira a dare risalto ai comportamenti virtuosi delle società, limitandosi a descrivere un ulteriore contenuto che dovrà comparire nel bilancio sociale.

Più in generale, quindi, la cornice entro la quale si colloca la misura sembra essere quella strategico/comunicativa della Corporate social responsibility (CSR), da intendersi quale ulteriore elemento utile a sviluppare la loyalty dei consumatori/clienti ed a stimolare la concorrenza e il mercato.

Il bilancio sociale (rendiconto della CSR) è un documento con il quale un'organizzazione (impresa, ente pubblico, associazione), comunica periodicamente in modo volontario gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. Collegato funzionalmente al bilancio ordinario dell’ente, il bilancio sociale ha carattere consuntivo, e contiene indicazioni di vario tipo delle linee programmatiche per il futuro, rappresentando di fatto il punto di contatto tra la società e i suoi stakeholders.

Si tratta di uno strumento facoltativo, volontario, ma la legge obbliga le imprese sociali e le fondazioni bancarie a redigerlo, mentre il Codice del Terzo Settore (D.Lgs. n. 117/2017) obbliga gli altri enti del Terzo settore che hanno ricavi, rendite, proventi o entrate superiori a 1 milione di euro.

La misura è collocata nel decreto crescita, dedicato al rilancio degli investimenti privati: tecnicamente, il legislatore d'urgenza introduce la misura all'interno del D.Lgs n. 231/2002, che ha dato attuazione alla normativa UE in tema di ritardi di pagamento (si tratta della direttiva 2000/35/CE come successivamente modificata nel 2011).

Il D.Lgs. n. 231/2002 si applica a ogni pagamento effettuato a titolo di corrispettivo in una transazione commerciale. In tale contesto, si intende per “transazione commerciale”, qualsiasi tipo di contratto fra imprese (di qualsiasi forma giuridica e di qualsiasi settore economico) o fra imprese e PA (si tratta di tutti i soggetti ai quali si applica il Codice appalti), che contempli la consegna di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo.

Rimangono perciò escluse dal suo campo di applicazione sia le transazioni commerciali con i consumatori (disciplinate dal Codice del consumo), sia contratti che non abbiano ad oggetto merci da consegnare o servizi (quindi non si dovrebbe applicare alla compravendita di partecipazioni sociali, alle alienazioni e ai conferimenti di aziende, nè alla cessione di crediti o di contratti).

La norma inserisce il nuovo articolo, rubricato “Evidenza nel bilancio sociale”, nell'ambito della disciplina dei ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali dettata dal D.Lgs. n. 231/2002, in forza del quale, le società devono dare evidenza nel bilancio sociale dei tempi medi di pagamento delle transazioni effettuate nell’anno.

Il legislatore specifica che, nell'espletare questo nuovo adempimento, le società dovranno:

- ponderare il tempo di pagamento di ciascuna transazione per il suo valore;

- distinguere le transazioni verso le grandi imprese, le piccole e medie imprese e le micro imprese;

- riportare il numero e il valore complessivo delle transazioni i cui tempi di pagamento abbiano ecceduto i termini massimi indicati all’art. 4, D.Lgs. n. 231/2002;

- indicare le misure poste in essere per rispettare i suddetti termini.

Secondo i proponenti, questa misura avrebbe una duplice utilità dato che la conoscenza della regolarità con la quale una società adempie alle proprie obbligazioni:

1. rappresenterebbe un parametro di riferimento volto a contribuire a tutelare i contraenti e i creditori della società, poiché essi potranno venire a conoscenza di un dato ulteriore relativo all'affidabilità del contraente;

2. allo stesso tempo stesso, può costituire un utile strumento per stimolare le società ad adempiere tempestivamente alle proprie obbligazioni e, quindi, la stessa competitività tra le imprese.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2019/04/15/transazioni-commerciali-imprese-tempi-medi-pagamento-bilancio-sociale

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