• Home
  • News
  • Riforma banche UE: maggiori garanzie contro la crisi finanziaria e a sostegno delle PMI

Riforma banche UE: maggiori garanzie contro la crisi finanziaria e a sostegno delle PMI

Il Parlamento europeo ha approvato una riforma del sistema bancario che riduce i rischi di crisi finanziaria e favorisce l’accesso al credito per le PMI. Potrà essere esperita la procedura di risoluzione bancaria solo se la banca è in condizioni di effettivo dissesto, se alternative di natura privata non risultano percorribili e se la liquidazione ordinaria non consentirebbe altrimenti di salvaguardare la stabilità sistemica e di tutelare adeguatamente clienti e depositanti. Per garantire continuità di accesso ai finanziamenti vengono richiesti ulteriori requisiti di capitale agli istituti di credito in proporzione alla loro dimensione. Quali nuove opportunità si profilano per le imprese?

Il Parlamento Europeo ha approvato nella seduta plenaria, del 16 aprile 2019, alcune norme riguardanti il sistema bancario, che rafforzano l’industria del credito dell’eurozona contro future crisi finanziarie, dando maggior concretezza all’Unione Bancaria Europea.

Nello specifico sono state approvate due proposte di modifica formulate dall’eurodeputato svedese Gunnar Hökmark, relative ai meccanismi di salvataggio delle banche.

Le proposte in parola mirano a rafforzare i requisiti patrimoniali delle banche coinvolte e a garantire un adeguato presidio in caso di crisi, per limitare al minimo l’impatto di un’eventuale crisi sulla stabilità del sistema finanziario nonché limitare, in caso di intervento statale, l’esborso di denaro pubblico.

Di seguito analizziamo le nuove disposizioni e quale sarà l’impatto che avranno sul sistema finanziario e sul tessuto economico europeo.

La crisi finanziaria esplosa nel 2008 con il fallimento di Lehman Brothers ha dato il via a numerose iniziative politiche in tutto il mondo per contenere e controllare i rischi sistemici, in previsione di una crisi futura.

In Europa al salvataggio statale di alcuni grossi istituti europei ha fatto seguito una crisi del debito sovrano a cui si è cercato di porre rimedio con l’introduzione della Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD).

La BRRD ha introdotto regole armonizzate per tutti gli stati membri per la gestione e la prevenzione delle crisi bancarie. La direttiva attribuisce alle Autorità di risoluzione (autorità indipendenti individuate ad hoc) poteri e strumenti per pianificare la gestione della crisi, intervenire tempestivamente in presenza di indizi di crisi, gestire al meglio l’eventuale risoluzione bancaria.

La risoluzione bancaria è lo strumento attraverso il quale si garantisce la continuità dell’istituto evitando la liquidazione. Può essere esperita solo se la banca è in condizioni di effettivo dissesto, se alternative di natura privata non risultano percorribili e se la liquidazione ordinaria non consentirebbe altrimenti di salvaguardare la stabilità sistemica e di tutelare adeguatamente clienti e depositanti.

Tra gli strumenti di risoluzione la direttiva citata prevede anche il bail in, che oltre a creare una sorta di corresponsabilità tra le banche in dissesto e i suoi creditori a vario titolo ha, seppur con qualche significativa eccezione, definitivamente slegato le sorti dei singoli istituti da quelle degli Stati Membri.

È su questo strumento che si è soffermata in particolare la nuova disciplina, inserendo un criterio di proporzionalità.

“Le banche di importanza sistemica”, commenta il Parlamento Europeo “dovranno disporre di un numero significativamente maggiore di fondi propri per coprire le loro perdite, al fine di rafforzare il principio del bail-in, ovvero le perdite imposte agli investitori bancari, ad esempio i detentori di obbligazioni, per evitare il fallimento e di ricorrere alla ricapitalizzazione finanziata con denaro pubblico”.

Sono previsti requisiti semplificati invece per gli istituti piccoli e di minore complessità, in particolare per quanto riguarda la segnalazione e l'accantonamento di fondi per coprire eventuali perdite, per evitare di rendere gli adempimenti eccessivamente gravosi pregiudicando di conseguenza la capacità di credito di tali istituti.

Anche in considerazione del fatto che molte piccole e medie imprese sono da questi finanziate. Il Parlamento Europeo non trascura il fatto che le PMI costituiscono l’ossatura del tessuto economico europeo e perciò ha previsto particolari facilitazioni che dovrebbero agevolare il credito per le piccole e medie imprese.

Poiché infatti le piccole e medie imprese (PMI) presentano un rischio sistemico inferiore rispetto alle grandi imprese, i requisiti patrimoniali richiesti in funzione dell’erogazione di un prestito ad una PMI saranno inferiori. Ciò dovrebbe tradursi negli intendimenti del Parlamento Europeo in un aumento del volume di prestiti a piccole e medie imprese.

Le banche dovranno istituire una tabella di marcia per farsi trovare preparate in caso di crisi e far fronte alle perdite, con un capitale e cauzioni tali da scongiurare costosi salvataggi statali.

In caso di risoluzione sono stati statuiti infine alcuni passaggi di dettaglio. Per permettere la risoluzione bancaria, infatti, ai sensi della normativa, il Comitato a ciò preposto dovrà valutare se l’eventuale bail-in può essere esperito “senza eccessiva complessità”, ovvero senza intoppi dovuti alla difficile computazione degli attivi.

Inoltre, il Comitato è chiamato a spiegare i motivi della decisione, tenendo presente il fatto che alcune passività non subordinate hanno lo stesso livello di priorità nel rimborso di altre passività non soggette all’eventuale svalutazione, ma soprattutto il rischio che i detentori di tali crediti subiscano perdite superiori a quelle derivanti da un’eventuale procedura di insolvenza ordinaria.

L'importo dei fondi propri e delle passività ammissibili alla svalutazione dovrà garantire che i creditori non subiscano perdite di entità superiore a quelle che avrebbero altrimenti subito in caso di liquidazione con procedura di insolvenza ordinaria.

La necessaria ricapitalizzazione in caso di bail-in dovrà altresì prevedere un importo aggiuntivo, a discrezione del Comitato, che permetta di conservare una fiducia sufficiente da parte del mercato anche dopo la risoluzione, tenendo conto del modello di business e del profilo di rischio dell’ente.

Questa riforma è la premessa per l’assicurazione europea sui depositi. Tuttavia, su questo punto c’è ancora molta strada da fare. Alcuni paesi sono infatti restii a condividere il rischio con sistemi nazionali che versano in situazioni tuttora complicate, nonostante lo sforzo di pulizia di bilancio di questi anni.

Allo stato attuale c’è ancora una grande differenza ad esempio, tra il sistema tedesco, dove le sofferenze sono inferiori al 3%, e quello italiano, dove ancora oggi oscillano intorno al 10% degli attivi.

Le negoziazioni sul tema procedono perciò a rilento, in attesa che si completi quella lenta convergenza nei bilanci delle maggiori banche europee che toglierebbe l’ultimo ostacolo al completamento dell’unione bancaria.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/banche/quotidiano/2019/04/30/riforma-banche-ue-maggiori-garanzie-crisi-finanziaria-sostegno-pmi

Iscriviti alla Newsletter




È necessario aggiornare il browser

Il tuo browser non è supportato, esegui l'aggiornamento.

Di seguito i link ai browser supportati

Se persistono delle difficoltà, contatta l'Amministratore di questo sito.

digital agency greenbubble