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Casse professionali: in attesa del regolamento per le politiche di investimento

Per le Casse professionali la gestione finanziaria delle risorse costituisce elemento centrale dell’attività al fine di valorizzare i contributi previdenziali e il patrimonio accumulato per poter far fronte alle prestazioni verso gli iscritti. E’ dunque evidente l’importanza per una Cassa, ha sottolineato la COVIP nel corso dell’audizione presso la Commissione Parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, di poter investire sulla base di una regolamentazione unitaria come avviene per i fondi pensione.

La COVIP è stata audita presso la Commissione Parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle politiche di investimento di fondi pensione e Casse professionali.

Il perimetro della vigilanza

Partendo dal perimetro della attività di vigilanza si specifica come il complessivo risparmio previdenziale sul quale l’Autorità è chiamata a svolgere il proprio ruolo supera i 250 miliardi di euro e riguarda circa 10 milioni di soggetti tra iscritti e pensionati.

Più precisamente, per quanto attiene alla previdenza complementare, agli oltre 400 fondi pensione in operatività (tra fondi negoziali, fondi preesistenti, fondi aperti e piani individuali pensionistici – PIP) fanno capo circa 8 milioni di iscritti per un patrimonio complessivo di 167 miliardi di euro.

Le 20 Casse professionali soggette ai compiti di vigilanza della COVIP dispongono di oltre 85 miliardi di euro di patrimonio, a fronte di oltre 2 milioni di iscritti.

L’articolo 14 del decreto legge n. 98/2011 ha attribuito alla COVIP i compiti di vigilanza sulle Casse nel contesto di un disegno normativo riorganizzatore che affidava ad un regolamento interministeriale la concreta definizione della disciplina in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interessi e di depositario. Tale regolamento, che per espressa indicazione normativa deve anche tenere conto dei principi della disciplina in materia di fondi pensione, non ha ancora concluso il proprio iter di adozione. La COVIP rimarca allora come le Casse risultano essere oggi gli unici investitori istituzionali affrancati da una regolamentazione unitaria in materia, regolamentazione che, viceversa, è di livello primario e secondario per i Fondi pensione.

L’Autorità di vigilanza sottolinea allora come la forbice regolamentare tra Casse e Fondi pensione sia assai ampia e si sia allargata ulteriormente nel più recente periodo, se si considera che per questi ultimi una Direttiva dell’Unione europea (la c.d. IORP II) ha introdotto disposizioni che aumentano il grado di dettaglio di una disciplina già strutturata e robusta.

In questi anni, viene ricordato, la COVIP ha richiamato ripetutamente all’attenzione l’esigenza di completare rapidamente il percorso di emanazione del regolamento volto a disciplinare gli investimenti delle Casse, ritenendo che esso costituisca un presupposto assolutamente necessario per perseguire in maniera più adeguata e fattiva l’obiettivo di una gestione delle risorse sana e prudente nell’interesse degli iscritti e beneficiari degli Enti previdenziali. L’adozione del Regolamento fornirebbe un importante contributo anche al miglioramento dell’assetto della vigilanza, consentendo alla stessa di inserirsi in un alveo caratterizzato da regole chiare ed omogenee.

Si evidenzia poi che l’auspicata emanazione del Regolamento in questione fornirebbe finalmente anche per questo importante settore del risparmio previdenziale una cornice normativa, da un lato, oggettivamente necessaria per le ragioni sopra evidenziate, dall’altro, sufficientemente flessibile da consentire ai singoli Enti l’adozione di scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle specificità dei rispettivi assetti. Ciò sia per quanto attiene la regolamentazione interna di ciascun Ente, sia con riguardo alla concreta composizione del proprio portafoglio.

Pur nel quadro normativo datato e incompleto sopra evidenziato, la COVIP ricorda in ogni modo di avere volto in questi anni le proprie funzioni di controllo sugli investimenti delle Casse, trasmettendo analitici report ai Ministeri del lavoro e dell’economia e svolgendo diversi approfondimenti su specifici aspetti della gestione, pure attraverso iniziative di carattere ispettivo.

Andando alle criticità riscontrate dalla COVIP nella propria attività di controllo, si osserva che per quanto sia risultato apprezzabile in molti casi lo sforzo compiuto dalle Casse nel dotarsi di una propria regolamentazione interna in materia di investimenti, l’assenza di un quadro normativo cogente e unitario in materia ha fatto sì che il panorama complessivo non risulti sufficientemente ordinato.

Gli assetti regolamentari si presentano allo stato assai variegati – più di quanto possa essere giustificato dalle peculiarità proprie delle singole Casse, viene evidenziato, e i documenti che li definiscono risultano assai diversificati quanto a struttura e contenuti.

Anche gli assetti organizzativi delle Casse risultano variamente articolati, pure in funzione della accentuata diversità della dimensione delle attività detenute e della complessità della politica di investimento perseguita; tali assetti, in taluni casi, hanno anche evidenziato elementi di inadeguatezza.

Un intervento di manutenzione evolutiva:

L’Autorità di vigilanza sottolinea ancora come potrebbe risultare utile valutare l’opportunità di un intervento di manutenzione evolutiva per quanto attiene alla disciplina del rapporto tra le Amministrazioni vigilanti e le Casse (in sostanza risalente al 1994, anno di privatizzazione degli Enti), che attualmente risulta sostanzialmente incentrato sulla repressione di gravi violazioni di legge, con il conseguente commissariamento dell’Ente.

Si potrebbe superare l’esclusività di tale approccio - da mantenere, ovviamente, per i casi di particolare gravità che rendono necessario un intervento di completa discontinuità rispetto alla gestione precedente - introducendo procedure di intervento dotate di adeguata gradualità che possano consentire il superamento delle inefficienze riscontrate, attraverso l’individuazione delle migliori soluzioni sul piano gestionale e della governance.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/pensioni/quotidiano/2019/05/08/casse-professionali-regolamento-politiche-investimento

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