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Direttiva plastica monouso: dai divieti un duro colpo al Made in Italy?

Il Consiglio UE ha adottato la direttiva che introduce restrizioni e divieti per l’immissione sul mercato di determinati prodotti in plastica monouso. Accolto con un generalizzato favore da parte dei cittadini dell'Unione, il bando alla plastica ha destato l’allarme delle imprese italiane che hanno la leadership europea nella produzione in tale settore, paventando un vero e proprio pericolo per il Made in Italy. Gli Stati UE avranno tempo sino al 2021 per prevedere a livello nazionale il divieto di immettere sul mercato i prodotti di plastica monouso per i quali esistono alternative e i prodotti di plastica oxo-degradabile.

Proposta dalla Commissione UE nel maggio 2018, la direttivaSingle Use Plastics” (SUP) sulla riduzione del consumo di taluni prodotti di plastica monouso e sulle restrizioni all'immissione sul mercato è stata definitivamente adottata dal Consiglio europeo il 21 maggio 2019, chiudendo così l'ultima fase legislativa dell'atto.

La direttiva SUP rappresenta una delle risposte dell'Unione al preoccupante fenomeno dell'inquinamento marino, che vede nelle materie plastiche l'85% dei rifiuti marini ritrovati lungo le coste (beach litter), sulla superficie del mare e sui fondali dell'oceano (marine litter).

Tra questi rifiuti in particolare, vi sono i prodotti in plastica monouso, composti interamente o in parte di materiale plastico, che sono in genere destinati a essere utilizzati una sola volta o per un breve periodo di tempo prima di essere gettati via.

Pertanto, accanto alle misure volte a istituire un'economia circolare in cui la progettazione e la produzione di plastica e di prodotti di plastica rispondano pienamente alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio – anche sviluppando e promuovendo materiali più sostenibili – si è ritenuto di dover intervenire per realizzare sotto tale profilo l'obiettivo primario di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, in linea con la gerarchia dei rifiuti stabilita dalla direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE).

Le misure previste dalla direttiva interessano quei prodotti per i quali è possibile utilizzare materiali alternativi alla plastica monouso: il messaggio è chiaro, l'utilizzo di tali prodotti deve essere drasticamente ridotto se non addirittura vietato.

Vi sono però delle aziende italiane, leader europee del settore, che sono molto preoccupate dato che la produzione di tali articoli rappresenta il loro core business e passare alla produzione e proposta sul mercato di prodotti analoghi ma in materiali alternativi alla plastica che possano soddisfare retailer e consumatori non sembra affatto semplice.

Un divieto che colpirebbe un settore con un fatturato di 1 miliardo annuo e 3.000 dipendenti, che mantiene un comparto, quello della distribuzione automatica, “che dà lavoro a 30.000 persone”.

C'è però chi già da tempo ha prospettato soluzioni rispetto a questo forzoso cambio degli stili dei consumatori, come ad esempio nel mercato delle stoviglie dove c'è chi mira a rendere il prodotto reimpiegabile, capace di distinguersi “grazie a caratteristiche di design e robustezza”, nell'ottica dell'usa e riusa, o chi punta sul biodegradabile e compostabile.

Come sottolineato dal comunicato del Consiglio europeo, partendo da una base legislativa già esistente in Europa in materia di rifiuti, la direttiva sulla plastica monouso “si spinge oltre, stabilendo norme più severe per i tipi di prodotti e di imballaggi che rientrano tra i dieci prodotti inquinanti più spesso rinvenuti sulle spiagge europee”, che in concreto si traducono;

- nel divieto di utilizzare di determinati prodotti in plastica usa e getta per i quali esistono alternative;

- in misure specifiche per ridurre l'uso dei prodotti in plastica maggiormente dispersi nell'ambiente.

La direttiva mira espressamente a “prevenire e ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, in particolare l'ambiente acquatico, e sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un'economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili, contribuendo in tal modo al corretto funzionamento del mercato interno.

In tale ottica, la direttiva SUP si applica ai prodotti di plastica monouso (elencati nell'allegato), ai prodotti di plastica oxo-degradabile e agli attrezzi da pesca contenenti plastica.

Tra i 19 articoli della direttiva (più un allegato suddiviso in 7 parti, distinte dalle lettere A-G), trovano posto:

- alcune nuove definizioni (“plastica”, “prodotto di plastica monouso”, “plastica oxo-degradabile”, “attrezzo da pesca” e “rifiuto di attrezzo da pesca”);

- le norme riguardanti i “requisiti di marcatura” da apporre sull'imballaggio o sugli stessi prodotti immessi sul mercato con le informazioni ai consumatori sulle modalità corrette di gestione del rifiuto, sulle forme di smaltimento dei rifiuti da evitare e sulla presenza di plastica nel prodotto e delle sue conseguenze negative sull'ambiente (sull'esempio di quanto fatto con i pacchetti di sigarette);

- le disposizioni sulla responsabilità estesa del produttore al quale va accollata tutta una serie di costi (delle misure di sensibilizzazione, della raccolta e rimozione dei rifiuti, della raccolta e della comunicazione dei dati).

Innanzitutto, gli Stati UE dovranno adottare le misure necessarie per conseguire “una riduzione ambiziosa e duratura del consumo” di tutta una serie di prodotti di plastica monouso (parte A dell'allegato”), in linea con gli obiettivi generali della politica UE in materia di rifiuti, in particolare la prevenzione dei rifiuti, in modo da portare a una sostanziale inversione delle crescenti tendenze di consumo.

Questo è l'elenco, modificato nel corso dell'iter legislativo, dei prodotti il cui consumo deve essere ridotto:

1) tazze per bevande, inclusi i relativi tappi e coperchi;

2) contenitori per alimenti.

In questa seconda categoria ci sono recipienti quali scatole con o senza coperchio, usati per alimenti, rispettivamente:

- destinati al consumo immediato, sul posto/da asporto;

- generalmente consumati direttamente dal recipiente;

- pronti per il consumo senza ulteriore preparazione (per esempio cottura, bollitura o riscaldamento), compresi i contenitori per alimenti tipo fast food o per altri pasti pronti per il consumo immediato, a eccezione di contenitori per bevande, piatti, pacchetti e involucri contenenti alimenti.

Sotto tale profilo, l'orizzonte temporale è quello del 2026, anno entro il quale le misure mirano a produrre “una riduzione quantificabile del consumo dei prodotti di plastica monouso” sul territorio dello Stato membro rispetto al 2022.

Entro due anni dall'entrata in vigore della direttiva SUP gli Stati UE dovranno notificare alla Commissione UE le misure adottate rendendole pubbliche con varie modalità. Gli Stati hanno un'ampia libertà per rendere efficaci tali misure avendo sempre cura che le misure adottate siano proporzionate e non discriminatorie.

Altre disposizioni si preoccupano del monitoraggio e della “verifica della riduzione ambiziosa e duratura del consumo dei prodotti di plastica monouso”.

Il divieto di immissione sul mercato riguarda i prodotti di plastica monouso elencati nella parte B dell'allegato alla direttiva SUP e i prodotti di plastica oxo-degradabile.

Pertanto, entro due anni dall'entrata in vigore della direttiva, quindi, dal 2021, non potranno essere venduti e commercializzati oggetti usa e getta di uso quotidiano in plastica monouso quali bastoncini cotonati, posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste dei palloncini (tranne i palloncini per uso industriale o applicazioni professionali che non sono distribuiti ai consumatori), contenitori per alimenti in polistirene espanso (ossia recipienti quali scatole con o senza coperchio, usati per alimenti con le stesse modalità specificate per i prodotti da consumare meno), contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi, tazze per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.

Con specifico riguardo alla raccolta differenziata delle bottiglie di plastica monouso:

- entro il 2025, dovrà essere raggiunto l'obiettivo di raccolta del 77%, in peso, di tali prodotti di plastica monouso immessi sul mercato in un determinato anno;

- entro il 2029, dovrà essere raggiunto l'obiettivo di raccolta del 90%;

Tali obiettivi di raccolta riguardano anche le bottiglie per bevande in vetro o metallo con tappi e coperchi di plastica e le bottiglie per bevande destinate e usate per alimenti a fini medici speciali che sono in forma liquida.

A tal fine, tra l'altro, gli Stati membri potranno istituire sistemi di cauzione-rimborso e stabilire obiettivi di raccolta differenziata per i pertinenti regimi di responsabilità estesa del produttore.

La direttiva SUP disciplina anche taluni aspetti dei requisiti di questi prodotti, stabilendo che:

a) a partire dal 2025, le bottiglie per bevande in PET come componente principale debbano contenere almeno il 25% di plastica riciclata;

b) a partire dal 2030, tale percentuale raggiunga almeno il 30% di plastica riciclata.

Inoltre, i prodotti di plastica monouso con tappi e coperchi di plastica potranno essere immessi sul mercato solo se i tappi e i coperchi restano attaccati ai contenitori per la durata dell'uso previsto del prodotto (tappi e coperchi di metallo con sigilli di plastica non sono considerati fatti di plastica).

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/ambiente/quotidiano/2019/06/04/direttiva-plastica-monouso-divieti-duro-colpo-made-italy

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