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Il dottore commercialista protagonista nella crisi d’impresa

Il commercialista ha un ruolo centrale nella rilevazione e gestione della crisi d’impresa. Con le sue competenze aziendalistiche affianca l’imprenditore nella creazione di un modello organizzativo idoneo a rilevare tempestivamente la crisi o la perdita di continuità dell’azienda, così da intervenire preventivamente per evitare l’insolvenza. L’imprenditore dovrà comprendere l’utilità di tale modello, sfruttando moderni sistemi di controllo di gestione utili anche ad avere report periodici, aggiornati in tempo reale e fondamentali per le scelte aziendali. Al commercialista, primo interlocutore dell’imprenditore, il compito di agevolare questo cambio di mentalità. Di questi temi si parlerà al Convegno regionale UGDCEC Puglia e Basilicata, dedicato a “Il Codice della crisi d’impresa: nuove opportunità per il giovane dottore commercialista nelle procedure di allerta”, in programma a Bari il 13 settembre 2019.

Il 15 agosto 2020 entrerà definitivamente in vigore il nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza d’impresa (D.Lgs. n. 14/2019) con numerose novità, tra cui, le più importanti, sono la previsione di specifiche responsabilità per l’imprenditore (individuale e collettivo) che non rilevi tempestivamente la possibile crisi. È pertanto necessario, per non farsi cogliere impreparati, un vero e proprio cambio di mentalità, sia imprenditoriale che professionale, che permetta di ottemperare ai nuovi obblighi, ma soprattutto di utilizzare le informazioni necessarie per la rilevazione tempestiva della crisi anche al fine di migliorare la gestione aziendale. Tra i professionisti maggiormente coinvolti, il dottore commercialista è certamente protagonista assoluto, non solo per i molteplici ruoli che potrà svolgere, ma soprattutto per le specifiche competenze nella valutazione degli indicatori aziendali ai quali è riconosciuto ruolo chiave nella rilevazione della crisi.

Il legislatore del nuovo Codice impone all’imprenditore di creare un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa e della perdita di continuità aziendale. Tale rilevazione avverrà, appunto, con l’aiuto di una serie di indicatori (reddituali, patrimoniali e finanziari) in corso di elaborazione da parte del CNDCEC, a conferma della centralità dei dottori commercialisti.

L’imprenditore deve, quindi, dotarsi di un modello organizzativo tale da permettere, tra l’altro, il monitoraggio costante degli indicatori al fine di intercettare tempestivamente un eventuale disequilibrio che possa mettere a rischio la continuità aziendale. Un modello organizzativo adeguato ed efficace, nel rispetto dell'art. 2086 c.c., oltre alla rilevazione tempestiva della crisi, dovrà evitare l'apertura della procedura di allerta da parte dell'organo di controllo, nonché permettere di avere più tempo per gestirla.

Il dottore commercialista, con le sue competenze trasversali, è certamente in grado di affiancare l’imprenditore nella costruzione di un modello organizzativo valido ed efficace, oltre che flessibile rispetto alle dimensioni e alle caratteristiche di ogni singola azienda.

Ecco la prima opportunità e responsabilità per il commercialista! Saper spiegare ed evidenziare all’imprenditore i vantaggi di un modello organizzativo adeguato che - oltre a rilevare tempestivamente l’eventuale crisi e, quindi, rappresentare uno strumento indispensabile per adempiere a un obbligo di legge ed essere esonerato da responsabilità - sia utile nella valutazione delle scelte aziendali. Avere in tempo reale e sempre aggiornato lo stato di salute dell’azienda, permette all’imprenditore di simulare gli effetti delle sue decisioni e di intraprendere il miglior percorso aziendale.

Dal lato dell’imprenditore dovrà assistersi necessariamente ad una rivoluzione e cambio di mentalità rinvenendo nel proprio Dottore Commercialista un punto di riferimento per la lettura e l’interpretazione dei dati aziendali, reddituali e finanziari. Lettura e comprensione sempre più utile, se non necessaria, per effettuare le scelte aziendali quotidiane.

Sarà, quindi, importante far cogliere all’imprenditore i vantaggi derivanti dal nuovo obbligo normativo affinché la figura del dottore commercialista non venga affiancata a un ulteriore adempimento formale e inutile, bensì a un nuovo modo di fare impresa, più consapevole e responsabile.

Tuttavia, le opportunità professionali sono molteplici perché la crisi non va solo segnalata ma, ovviamente, va gestita. In quest’ottica, dal punto di vista professionale, ci saranno più possibilità per i professionisti specializzati in crisi aziendali, i quali, sino ad oggi, intervenivano quasi sempre quando le imprese erano già nello stato di insolvenza acclarata; con il nuovo Codice, invece, bisognerà gestire la crisi nella fase embrionale ed evitare che possa sfociare nell’insolvenza. Gli interventi, anche di giovani professionisti specializzati, saranno più numerosi e qualitativamente più efficaci, in quanto, nel segno della riforma, la rilevazione e l’intervento tempestivo nella crisi sono determinanti per risolverla ed evitare l’insolvenza, nonché limitarne i danni per l’imprenditore, potendo ridurre sensibilmente gli effetti di azioni di responsabilità

Questo comporterà più procedure concorsuali c.d. “minori”, accordi di ristrutturazione e concordati preventivi, con la conseguenza che aumenteranno gli incarichi come attestatori, advisor e commissari, soprattutto nella fase di transazione.

Il dottore commercialista, inoltre, potrà essere nominato membro dell’organismo di composizione della crisi d’impresa (c.d. OCRI), con un ruolo fondamentale per la lettura prospettica dei dati di bilancio nonché degli indicatori economici e finanziari. Anche se non previsto espressamente dalle nuove disposizioni (articoli 16, 17 e 356, D.Lgs. n. 14/2019) sarà opportuno, pertanto, che almeno uno dei tre membri previsti dell’OCRI sia un dottore commercialista, dotato di quelle competenze aziendalistiche necessarie per valutare gli effetti delle soluzioni proposte dall’imprenditore e l’incidenza che queste ultime avranno sui dati di bilancio al fine di ritenere superata, o superabile, la crisi o di aprire la fase della definizione assistita con l’OCRI, che coadiuverà l’imprenditore.

Sono pertanto numerose le opportunità che il dottore commercialista avrà nella gestione della crisi. Spetta ora all’intera categoria cogliere tali opportunità con la massima professionalità e responsabilità.

Il tutto dovrà essere accompagnato da un cambio di mentalità da parte dell’imprenditoria, che deve percepire il proprio dottore commercialista come un alleato nella gestione aziendale dell’impresa e non, come spesso accade, soprattutto nelle piccole realtà, come colui che comunica solo nuovi obblighi e adempimenti inutili senza che gli stessi possano incidere sulla crescita aziendale.

Il dottore commercialista dovrà essere promotore del cambiamento di mentalità da parte dell’imprenditoria così da riaffermare il suo ruolo determinante nella gestione delle aziende.

Convegno Regionale Puglia e Basilicataorganizzato dall'UGDCEC di Bari "Il Codice della crisi d’impresa: nuove opportunità per il giovane dottore commercialista nelle procedure di allerta" in programma il 13 settembre 2019 a Bari Leggi il programma

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/fallimento-e-procedure-concorsuali/quotidiano/2019/09/09/dottore-commercialista-protagonista-crisi-impresa

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