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Riscatto laurea ordinario e agevolato: i segreti del loro successo

Con il riscatto agevolato della laurea è possibile raggiungere il doppio obiettivo previdenziale di incrementare l’anzianità contributiva utile per anticipare i tempi della pensione e il montante contributivo che incide sull’importo della pensione, dando la possibilità di ottenere un assegno pensionistico più consistente. Questo doppio effetto è alla base del successo che sta riscuotendo la misura introdotta nel 2019. Si pensi che nei primi 4 mesi di quest’anno sono state presentate oltre 32.000 domande per il riscatto della laurea ordinario e light. Quali titoli accademici è possibile riscattare? Con quali vantaggi?

Tra le novità previdenziali 2019 notevole successo sembra avere riscosso la modalità agevolata del riscatto laurea che consente di valorizzare il periodo degli studi sia ai fini dell’anzianità contributiva che per la misura dell’assegno pensionistico.

La stima dell’INPS è che nei primi 4 mesi di introduzione della nuova facoltà sono state presentate 32.479 domande di riscatto della laurea (nell’intero 2018 le domande erano state circa 29 mila) di cui ben il 51 per cento in forma light.

La maggior parte arrivano dai lavoratori del settore privato (27.348), mentre quelle del settore pubblico si fermano a 5.149.

L’incremento è stato forte soprattutto nei primi mesi di applicazione della misura: si passa infatti da 5.920 istanze a marzo, il mese in cui sono entrate a regime le nuove norme, a 7.020 in aprile fino alle 8.060 di maggio. A giugno si ridiscende a 6.267 e a luglio a 5.230.

E’ possibile accedere al riscatto laurea a condizione che si sia conseguito il titolo definitivo e, nel corso degli studi universitari, non si sia svolta alcuna attività lavorativa (in questo caso è stata infatti già versata la relativa contribuzione).

Non è possibile riscattare i periodi di iscrizione fuori corso e i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Possono essere invece riscattati anche:

-i diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre), i diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni),

-i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla laurea ed al termine di un corso di durata non inferiore a due anni,

- i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge,

- i titoli accademici introdotti dal decreto n. 509 del 3 novembre 1999 cioè la laurea, al termine di un corso di durata triennale,

- e laurea specialistica al termine di un corso di durata biennale cui si accede con la laurea.

L’importo dell’onere di riscatto è calcolato dall’Ente previdenziale in base all’età dell’iscritto, alla sua retribuzione alla data della domanda, nonché in relazione all’entità degli anni da riscattare.

Se il periodo da riscattare si colloca in periodi per i quali il metodo di calcolo adottato sarebbe quello retributivo, l’onere sarà calcolato con la riserva matematica. Per i periodi contributivi (corsi di laurea successivi al 31.12.1995) l’onere del riscatto laurea è determinato applicando l'aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda di riscatto, nella misura prevista per il versamento della contribuzione obbligatoria dovuta alla gestione pensionistica dove opera il riscatto stesso (per i lavoratori dipendenti il 33 per cento) applicata sulla retribuzione assoggettata a contribuzione “nei dodici mesi meno remoti rispetto alla data della domanda” ed è rapportata al periodo oggetto di riscatto.

Per le domande di riscatto presentate a decorrere dal 1° gennaio 2008 il contributo, indipendentemente dalla collocazione temporale dei periodi del corso di laurea, può essere versato in unica soluzione o in 120 rate mensili senza l'applicazione di interessi per la rateizzazione.

E’ possibile in ogni modo estinguere il debito anche in un numero minore di rate e comunque senza applicazione di interessi.

Vi è poi la casistica introdotta a beneficio dei soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l'attività lavorativa in Italia o all’estero. In questo caso il costo da sostenere per il riscatto è più “leggero”, essendo pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria (vigente nell'anno di presentazione della domanda, quest’anno quindi il 33 per cento).

Dal punto di vista fiscale il riscatto laurea è deducibile dall’interessato o detraibile con aliquota del 19% per i genitori nel caso in cui il soggetto non lavoratore sia fiscalmente a carico.

E’ possibile accedere alla nuova modalità a condizione che Il periodo da riscattare si collochi in un periodo di competenza del metodo contributivo, successivo cioè al 31 dicembre 1995.

Dovrebbe essere poi essere applicabile a tutti coloro che optino per il metodo contributivo “puro” ai sensi della l. n. 335/1995 anche se si attende un chiarimento specifico da parte dell’INPS.

Va ricordato come la legge di conversione n. 26/2019 del D.L. n. 4/2019, ha eliminato la soglia dell’età anagrafica dei 45 anni per essere ammessi alle nuove modalità di calcolo dell’onere di riscatto del corso universitario di studio.

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L’onere di riscatto deve essere quindi determinato sul minimale degli artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda ed in base all’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche vigente, nel medesimo periodo, nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD).

Per il 2019 l’onere è cioè pari a 5.240 euro all’anno indipendentemente dall’età anagrafica posseduta dal richiedente alla data di presentazione della relativa domanda di riscatto, sempreché siano soddisfatti gli ulteriori requisiti prescritti.

L’INPS ha poi precisato (circolare n. 36 /2019) in primo luogo come e il riscatto del corso di studi è già definito con l’integrale pagamento dell’onere dovuto, non si può chiedere la rideterminazione dell’onere in base ad una modalità alternativa.

Se poi è iniziato il pagamento rateale, si potrà interrompere lo stesso, ottenere l’accredito del periodo corrispondente alla quota versata del capitale come già determinato e presentare per il periodo del corso di studi residuo nuova domanda di riscatto il cui onere potrà essere determinato, a richiesta, con il criterio alternativo.

Se ancora il riscatto non si è ancora perfezionato con l’accettazione dell’onere si potrà ritirare la domanda in questione e proporne una successiva, con la consapevolezza che i criteri di calcolo dell’onere terranno conto della nuova data di presentazione della domanda.

La premessa è che qualsiasi scelta deve essere ricondotta in una logica di pianificazione in una analisi costi/benefici.

E’ utile ricordare come in tale prospettiva l’INPS abbia reso noto nella scorso mese di luglio di avere reso disponibile sul proprio portale istituzionale un simulatore mediante il quale si può calcolare la somma da versare al fondo pensionistico di appartenenza per riscattare gli anni del periodo di studi universitari.

L’obiettivo è quello, sottolinea l’Ente previdenziale, di supportare gli utenti nei percorsi di orientamento tra le molteplici opzioni a disposizione. Possono simulare l’onere di riscatto, per i periodi che si collocano nel sistema contributivo, sia gli iscritti alla gestione privata che a quella pubblica.

Per gli iscritti al Fondo Pensioni lavoratori dipendenti e alle gestioni speciali di artigiani, commercianti, coltivatori diretti e coloni mezzadri, la funzionalità è stata estesa ai periodi collocati nei sistemi retributivo e misto.

Quale può essere la funzione di “utilità” previdenziale del riscatto laurea agevolata? Soprattutto quella di incrementare il montante contributivo e quindi elevare la possibilità di un trattamento previdenziale più consistente.

Nel metodo di calcolo contributivo integrale un montante più consistente apporta anche un beneficio potenziale in termini di età pensionabile essendo contemplato un ulteriore canale di accesso alle prestazioni, basato sull’età anagrafica (20 anni) e sulla disponibilità di un capitale accumulato tale da alimentare una rendita pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Ulteriore beneficio è rappresentato poi dal “comprare tempo” incrementando l’anzianità contributiva. E’ ancora importante ricordare come si conservi anche nel riscatto laurea agevolato la possibilità di beneficiare della rateizzazione, in un periodo massimo di 10 anni, e della deducibilità fiscale.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/pensioni/quotidiano/2019/09/16/riscatto-laurea-ordinario-agevolato-segreti-successo

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