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Cuneo fiscale: una mini-riduzione a vantaggio di lavoratori e imprese

In arrivo una mini-riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori con i redditi più bassi, ossia non superiore ai 26.000 euro annui (gli stessi soggetti che beneficiano del bonus Renzi). E’ quanto emerge dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2019, approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso 30 settembre. Rispetto alle previsioni iniziali lo stanziamento delle risorse, almeno per il 2020, è decisamente inferiore poiché si ipotizzava inizialmente un taglio di almeno 5 miliardi di euro e una platea di lavoratori che con un reddito imponibile di 55.000,00 euro. Nonostante il dimezzamento dello sconto, la riduzione del cuneo fiscale produrrà vantaggi per i dipendenti e per i datori di lavoro.

Il cuneo fiscale entra nella legge di Bilancio 2020 ma produrrà effetti solo dal mese di luglio di tale anno. Dalle prime notizie uscite dal Consiglio dei Ministri del 30 settembre 2019 sembra che, come già avvenuto per il reddito di cittadinanza e per Quota100, la legge di fine anno stabilirà l’ammontare delle risorse ma la disciplina dell’agevolazione sarà demandata ad un successivo provvedimento normativo, consentendo quindi un ulteriore margine temporale per scegliere lo strumento migliore per ridurre l’incidenza di tasse e contributi sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Non si può, infatti, continuare ad ignorare che tale incidenza, nel nostro Paese, supera in media il 47 per cento, ponendoci al non invidiabile terzo posto fra i Paesi industriali con ben 11 punti in più della media OCSE.

Secondo quanto emerge al momento, del taglio al cuneo fiscale beneficeranno i lavoratori il cui reddito annuo non supera i 26.000 euro. La stessa platea, quindi, che beneficia del bonus Renzi, che non verrà tolto e per il quale sembra ci sia la volontà di una estensione a coloro che non ne possono attualmente fruire in quanto le imposte che dovrebbero versare sono totalmente assorbite dalla detrazione per lavoro subordinato.

Per il taglio al cuneo fiscale, la legge di Bilancio 2020 dovrebbe stanziare circa 2,7 miliardi di euro che salirebbero a 5,4 miliardi per il 2021.

Lo stanziamento, almeno per l’anno 2020, è decisamente inferiore alle aspettative poiché prima del CdM si ipotizzava un taglio di almeno 5 miliardi di euro e una platea di lavoratori che poteva arrivare ad un reddito imponibile di 55.000,00 euro.

Si realizza, quindi, un dimezzamento dello sconto fiscale riservato ai percettori di redditi medio-bassi.

Ancora però non è stato scelto lo strumento che consentirà di ridurre il gap fra retribuzione lorda e netto in busta.

La differenza deriva, infatti, da due tipi di prelievo, uno contributivo ed uno fiscale.

Il contributivo vale di norma 9,19 punti (9,49 in alcuni settori) e concorre all’accredito contributivo ai fini pensionistici. Il prelievo fiscale corrisponde alla differenza fra le aliquote IRPEF applicabili al valore della retribuzione percepita e le detrazioni spettanti per la produzione del reddito da lavoro subordinato e quelle eventuali per i carichi di famiglia.

Opportunamente il MEF sembra aver scelto la leva fiscale ma ancora non è stata identificato lo strumento che potrebbe essere un credito di imposta da attribuire ad una o più mensilità – magari fra quelle che più potrebbero incrementare i consumi – oppure un aumento delle detrazioni per lavoro dipendente da utilizzare sulle singole mensilità.

Dalla somma stanziata a copertura del minor gettito fiscale dipende, ovviamente, il peso della riduzione del cuneo che necessariamente avrà un impatto direttamente proporzionale alla misura della retribuzione imponibile.

L’ipotesi a cui sta lavorando il MEF potrebbe portare ad un beneficio massimo di 1.500 euro, progressivamente ridotto con il diminuire della base imponibile e fruibile in unica soluzione, o in aggiunta al bonus Renzi qualora si scegliesse la via del credito di imposta.

Indipendentemente dallo strumento che sarà scelto dal Governo, la riduzione del cuneo fiscale migliora il passaggio dal lordo al netto delle retribuzioni, con un immediato vantaggio per i lavoratori che si ripercuote però anche sui datori di lavoro.

La considerazione che con un cuneo fiscale del 47%, dato dal totale dei contributi e delle imposte che gravano sulle retribuzioni e incidono, quindi, sul costo del lavoro, qualsiasi diminuzione del cuneo va a vantaggio della competitività delle imprese e migliora il clima aziendale.

Con un cuneo nella misura predetta nella misura del 47%, infatti, a fronte di una retribuzione lorda di 1.800,00 euro il netto in busta scende a 972 euro, poco più della metà.

Anche l’ipotesi che venga esteso ai c.d. incapienti il beneficio del bonus Renzi appare quanto mai interessante in quanto misura decisamente volta al sostegno del reddito dei meno abbienti.

La programmata riduzione del cuneo, seppure inferiore alle aspettative, va inquadrata nel coacervo delle misure che potrebbero entrare nella legge di Bilancio 2020 fra cui, non certo ultima, la manovra sull’IVA che non subirà l’aumento generalizzato ma potrebbe vedere movimentate aliquote su beni o servizi specifici.

Bisognerà attendere il testo definitivo della manovra di Bilancio per una valutazione globale delle misure introdotte ma l’attuale previsione di ben 23 disegni di legge ad essa collegati non fa ben sperare sui tempi di definizione delle misure stesse.

In tal senso appare indicativo quanto affermato dal Governo nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza: " Un Green New Deal italiano ed europeo, orientato al contrasto ai cambiamenti climatici, alla riconversione energetica, all’economia circolare, alla protezione dell’ambiente e alla coesione sociale e territoriale, sarà il perno della strategia di sviluppo del Governo. Esso si inserirà nell’approccio di promozione del benessere equo e sostenibile, la cui programmazione è stata introdotta in Italia in anticipo sugli altri paesi europei e che il Governo intende rafforzare in tutte le sue dimensioni. Strumentali a tali obiettivi sono (i) l’aumento degli investimenti pubblici e privati, con particolare enfasi su quelli volti a favorire l’innovazione, la sostenibilità ambientale e a potenziare le infrastrutture materiali, immateriali e sociali, a partire dagli asili nido; (ii) la riduzione del carico fiscale sul lavoro; (iii) un piano organico di riforme volte ad accrescere la produttività del sistema economico e a migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione e della giustizia; iv) il contrasto all’evasione fiscale e contributiva e la digitalizzazione dei sistemi di pagamento, così da assicurare maggiore equità tra i contribuenti, ma anche un migliore funzionamento dei mercati dei prodotti e dei servizi e (v) politiche per ridurre la disoccupazione, a partire da quella giovanile e femminile, e le diseguaglianze sociali, territoriali e di genere, anche attraverso un miglioramento della qualità dei servizi pubblici".

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/sostituto-dimposta/quotidiano/2019/10/02/cuneo-fiscale-mini-riduzione-vantaggio-lavoratori-imprese

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