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PA e digitalizzazione: la strategia del Governo comunicare meglio con le imprese

Un nuovo impulso alle attività tese alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione arriva dalla legge di Bilancio 2020 e dal decreto Milleproroghe. Viene stabilita, in particolare, l’istituzione di una nuova piattaforma digitale per la notifica di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni della PA con un risparmio per il bilancio pubblico e minori oneri per i cittadini e le imprese. La piattaforma si legherà all’implementazione dell’identità digitale pubblica o SPID, la cui competenza passa dall’AgID alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Previsti, infine, nuovi stanziamenti di risorse e l’impiego di personale qualificato. Quali saranno gli impatti per le imprese e i professionisti?

Tra le pieghe degli ultimi atti legislativi dell’anno, legge di Bilancio 2020 (l. n. 160/2019) e decreto Milleproroghe (D.L. n. 162/19), il Governo ha inserito alcune norme tese – da un punto di vista sistematico – alla revisione delle competenze pubbliche di indirizzo e strategiche per l’attuazione dell’Agenda Digitale e – da un punto di vista pratico – all’investimento in risorse umane qualificate per l’implementazione della medesima Agenda, nonché per la costituzione di una piattaforma ad hoc per la notifica degli atti avente valore legale, allo scopo di semplificare le relative attività e conseguire rilevanti risparmi di spesa.

Il tutto, in stretta correlazione con lo sviluppo della “Identità Digitale” attraverso lo SPID che, in realtà, è attualmente ben lungi dal poter essere considerato “ampiamente diffuso” tra le PA

La questione della digitalizzazione della PA è affrontata, nella legge di Bilancio 2020, nei commi 400, 401 e 402 dell’articolo 1 della l. n. 160/2019.

Si dispone, in proposito, che “per l’avvio della realizzazione delle azioni, delle iniziative e dei progetti connessi e strumentali all’attuazione dell’Agenda digitale italiana” ed in coerenza con l’analogo programma UE, oltre che per le “azioni, le iniziative ed i progetti di innovazione e delle connesse attività di comunicazione”, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro annui per il biennio 2020/2021.

Quindi, sviluppando ulteriormente il nuovo ruolo di guida della digitalizzazione affidato al preposto, nuovo, Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si dispone che – oltre al perseguimento degli obiettivi dell’Agenda digitale nazionale e comunitaria – a tale Dipartimento sia affidata “per lo sviluppo e la diffusione dell’uso delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione” l’individuazione, la promozione e la gestione di “progetti di innovazione tecnologica e di trasformazione digitale di rilevanza strategica e di interesse nazionale”.

Infine, ed è la disposizione di maggiore e più concreto impatto sulla quotidianità di cittadini ed imprese, viene disposto – dal comma 402 dell’articolo 1 della legge di Bilancio – che, per “al fine di rendere più semplice, efficiente, sicura ed economica la notificazione con valore legale di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni” della PA, con conseguente risparmio per il bilancio pubblico e, quindi, minori oneri per i cittadini, la Presidenza del Consiglio dei ministri, tramite la società prevista dall’articolo 8.2 del D.L. n. 135/18, sviluppa una “piattaforma digitale per le notifiche”.

Per la precisione, la predetta società affiderà lo sviluppo di tale piattaforma “anche attraverso il riuso di infrastrutture tecnologiche esistenti”, alla società di gestione del sistema informativo dell'amministrazione finanziaria di cui all’articolo 83.15 del D.L. n. 112/08 (SOGEI).

La piattaforma potrà (dovrà) essere utilizzata da tutte le amministrazioni pubbliche: con ciò intendendosi le amministrazioni dello Stato e tutti i soggetti elencati dall’art. 1.2, del D.Lgs n. 165/2001, gli agenti della riscossione ed i soggetti equiparati: questi ultimi, nei limiti di quanto attinente alle attività di accertamento e riscossione loro affidate ai sensi dell’articolo 52 del D.Lgs n. 446/1997.

Per converso, gli atti in questione potranno essere notificati, attraverso tale piattaforma, a persone fisiche, persone giuridiche, enti, associazioni ed ogni altro soggetto, di natura pubblica o privata, avente la residenza ovvero la propria sede legale nel territorio italiano ovvero all’estero ma dotato di codice fiscale italiano.

Ai fini della notifica, le PA dovranno rendere disponibili sulla piattaforma i documenti informatici, di cui il gestore della piattaforma assicurerà:

1) integrità;

2) autenticità;

3) immodificabilità;

4) leggibilità;

5) acquisibilità da parte dei destinatari.

Questi ultimi – a seguito della ricezione di «avvisi di cortesia» – possono accedere, in apposita area riservata, personalmente o mediante un soggetto espressamente a questo delegato.

Diversamente, professionisti e imprese – che devono essere dotati di indirizzo PEC registrata quale risultante nell’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (Ini-Pec) – ed i soggetti che hanno chiesto di ricevere le notificazioni delle PA all’indirizzo PEC di cui sono intestatari, riceveranno le notifiche al loro account PEC.

Dal punto di vista giuridico, la notifica si intende perfezionata, per la PA, alla data in cui il messaggio è reso disponibile sulla piattaforma digitale, con conseguente, contestuale, interruzione dei termini di prescrizione o decadenza.

Con meccanismo, a dire il vero, “peculiare”, per il destinatario, invece, si prevede che il perfezionamento della notifica avvenga:

- al 30 giugno per i documenti informatici resi disponibili nei mesi da gennaio a marzo dello stesso anno;

- al 30 settembre per quelli resi disponibili nei mesi da aprile a giugno dello stesso anno;

- al 31 dicembre per quelli resi disponibili nei mesi da luglio a settembre dello stesso anno

- al 31 marzo per quelli resi disponibili nei mesi da ottobre e dicembre dello stesso anno.

Si prevede, inoltre, che - in caso di malfunzionamento della piattaforma – si sospenda il termine di prescrizione e/ venga prorogato il termine decadenziale, entrambi sino al settimo giorno successivo alla comunicazione di avvenuto ripristino delle funzionalità della piattaforma.

Il D.L. n. 162/19, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno successivo alla legge di Bilancio 2020, completa il quadro normativo sopra delineato dettando specifiche e puntuali disposizioni in materia di Agenda Digitale.

In particolare, l’articolo 42 del decreto prevede – “Per lo svolgimento delle funzioni nella materia dell'innovazione tecnologica, anche al fine di favorire la diffusione di processi di innovazione tecnologica delle imprese e start-up, nonchè nelle materie dell'attuazione dell'agenda digitale e della trasformazione digitale del Paese con particolare riferimento alle infrastrutture digitali materiali e immateriali, alle tecnologie e servizi di rete, allo sviluppo ed alla diffusione dell'uso delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, alla diffusione dell'educazione e della cultura digitale anche attraverso il necessario raccordo e coordinamento con le organizzazioni internazionali ed europee operanti nel settore – che la Presidenza del Consiglio dei Ministri “possa avvalersi” di un massimo di sette unità di personale aggiuntivo (di qualifica non dirigenziale).

La norma dispone che tale personale verrà collocato in posizione di fuori ruolo, comando o altra analoga posizione, prevista dagli ordinamenti di provenienza, in quanto per la loro assegnazione si attingerà dai ministeri (ad esclusione dei Ministeri dell'interno, della difesa, della giustizia, dell'economia e delle finanze e dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del personale docente educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario delle istituzioni scolastiche), ovvero da altre pubbliche amministrazioni.

Tali soggetti dovranno essere “esperti” in possesso di specifica ed elevata competenza nello sviluppo e gestione di processi complessi di trasformazione tecnologica e delle correlate iniziative di comunicazione e disseminazione e di significativa esperienza in progetti di trasformazione digitale, compreso lo sviluppo di programmi e piattaforme digitali con diffusione su larga scala. E’ previsto, peraltro, che le predette unità di personale possano anche essere individuate nell’ambito del personale di società pubbliche partecipate dal Ministero dell'economia e delle Finanze, in base a rapporto regolato su base convenzionale, su parere favorevole del Ministero dell'Economia e delle Finanze (di fatto, SOGEI) , ovvero – anche - da personale non appartenente alla PA.

Questi soggetti dovranno supportare il Dipartimento per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione di Palazzo Chigi:

- nella materia dell'innovazione tecnologica, per favorire la diffusione di processi di innovazione tecnologica delle imprese e start-up,

- nell’attuazione dell'agenda digitale e della trasformazione digitale del Paese, con particolare riferimento

1. alle infrastrutture digitali materiali e immateriali;

2. alle tecnologie e servizi di rete;

3. allo sviluppo ed alla diffusione dell'uso delle tecnologie tra cittadini, imprese e PA;

4. alla diffusione dell'educazione e della cultura digitale anche attraverso il necessario raccordo e coordinamento con le organizzazioni internazionali ed europee operanti nel settore.

Viene da dire, con riferimento a tali disposizioni, che lascia a dire il vero perplessi constatare che l’Esecutivo ritiene di avviare (e, soprattutto, portare a compimento) una mole tanto impressionante di attività, mediante la mera riallocazione di sette propri dipendenti. Ma vedremo presto se le previsioni saranno state ragionevoli.

Infine, la novità più rilevante, per quanto attiene al perimetro delle competenze dei soggetti pubblici convolti nella realizzazione dell’Agenda digitale, è che sarà la Presidenza del Consiglio dei Ministri (attraverso il suo sopra citato Dipartimento) e non più l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) a mettere a disposizione la piattaforma tecnologica per l'interconnessione e l'interoperabilità tra le PA e i prestatori di servizi di pagamento abilitati, al fine di assicurare, attraverso il Sistema pubblico per la gestione delle identità digitali (SPID), l'autenticazione dei soggetti interessati all'operazione in tutta la gestione del processo di pagamento.

Quindi, la gestione dello SPID passa alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri e l’AgID, al netto di questa rilevante deminutio delle sue competenze, dovrebbe rimanere in campo quale soggetto meramente tecnico con funzioni regolatorie e di elaborazione di Linee Guida.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/01/08/pa-digitalizzazione-strategia-governo-comunicare-imprese

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