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False compensazioni contributive: al via il nuovo sistema di controllo INPS

Neutralizzare i pagamenti contributivi effettuati compensando crediti inesistenti. E’ quanto farà l’INPS con il nuovo modello di gestione operativo da settembre 2020. Laddove ci sarà la certezza di un versamento avvenuto compensando un credito inesistente, l’INPS rifiuterà il pagamento e restituirà l’importo all’Amministrazione il cui credito sia stato indebitamente compensato. La contribuzione sarà considerata come omessa a tutti gli effetti. Quali sono i vantaggi della nuova procedura? Se ne parlerà nel corso del VIII Forum TuttoLavoro, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrinalavoro.it, in programma a Modena il prossimo 25 febbraio.

Con una serie di messaggi e disposizioni, nel corso del 2019, l’INPS ha manifestato l’intenzione di contrastare in maniera ancora più decisa il fenomeno delle false compensazioni.

Il nuovo modello di contrasto nei confronti di una delle frodi più diffuse e dannose per l’intero sistema economico del Paese sarà pienamente operativo a partire da settembre 2020. Potrà contare sul patrimonio tecnologico e informativo dell’Istituto e seguirà le logiche preventive già utilizzate con successo in altri ambiti fraudolenti (lavoro “fittizio”, conguagli Uniemens ecc.).

Il nuovo sistema delineato dell’Istituto, sperimentato con successo alla fine del 2019, prevede, infatti, la “neutralizzazione” dei pagamenti effettuati ad INPS compensando crediti inesistenti. In poche parole, l’Istituto, laddove abbia la certezza che il pagamento della contribuzione sia avvenuto compensando un credito inesistente, rifiuterà il pagamento, restituirà il credito all’Amministrazione il cui credito sia stato indebitamente compensato e quella contribuzione sarà considerata come omessa con tutte le conseguenze del caso in termini di recupero del credito, di regolarità contributiva e di accesso alle agevolazioni contributive.

In questo modo l’Istituto intende fornire il proprio contributo alla legalità ed alla sana competizione tra le imprese in particolare nel settore degli appalti pubblici e privati. Pagare la contribuzione utilizzando crediti inesistenti, infatti, rischia di provocare effetti ben peggiori di un mancato pagamento. Non pagare la contribuzione, che sia frutto di una scelta consapevole o una necessità, preclude all’impresa una grossa fetta di mercato – ad esempio, tutta la committenza pubblica – non potendo la stessa ottenere un DURC positivo.

Proprio il DURC positivo è, spesso, l’obiettivo principale e più immediato delle indebite compensazioni. L’assenza di un controllo preventivo efficace garantisce, infatti, una regolarità contributiva – solo formale ed a costo zero – che consente a quell’impresa di ridurre drasticamente il costo del lavoro.

Questo, soprattutto nei settori labour intensive, consente di fare offerte al ribasso non sostenibili dalle imprese “sane”. A queste ultime non rimane, pena l’espulsione dal mercato, che adottare lo stesso comportamento o ridurre altre voci di costo (sicurezza e retribuzioni dei lavoratori, qualità dei servizi ecc.), tutte alternative che portano inevitabilmente ad un progressivo impoverimento del sistema economico e/o dei lavoratori.

Ed è questo uno dei motivi per cui l’importo della contribuzione INPS pagata compensando crediti di altri Enti è in continua crescita facendo registrare negli ultimi 5 anni un aumento di circa il 50% (dai 9,2 miliardi di euro del 2014 ai 14 del 2019).

In questo contesto anche le restrizioni e le misure di contrasto previste dal decreto Fiscale rischiano di rivelarsi un buco nell’acqua, in quanto scontano un errore di fondo: nei settori labour intensive, in particolare, all’accertamento quasi mai corrisponde il recupero del credito. Non solo, gli effetti della regolarità contributiva sono spesso irreversibili (appalti assegnati, pagamenti dei committenti ecc.). Anche in questo settore, dunque, l’approccio vincente non può che essere di natura preventiva ed è in questa direzione che l’Istituto si sta muovendo.

Il decreto fiscale non affronta la questione ma, accanto alle compensazioni con profili di rischio, esistono le compensazioni impossibili: quelle effettuate in violazione di legge e la cui illiceità può essere rilevata in automatico.

La legge istituiva della compensazione fissa tre limiti: le compensazioni devono avvenire tra medesimi soggetti, i crediti compensati devono risultare da dichiarazioni e devono essere compensati entro la scadenza della dichiarazione successiva.

La mancanza di una sola di queste caratteristiche rende illecite le compensazioni effettuate e nulli i pagamenti. Per questo motivo, rilevata l’illiceità della compensazione, INPS rifiuterà il pagamento, considerando non estinta l’obbligazione contributiva.

La rilevazione sarà effettuata appena pervenuta l’informazione e questo provocherà lo storno del pagamento ad un conto appositamente predisposto per la restituzione all’Ente il cui credito è stato indebitamente compensato.

Anche le compensazioni “con profili di rischio”, ovvero quelle che, pur rispettando i tre requisiti, risultano anomale, saranno intercettate immediatamente e, comunque, prima dell’alimentazione del conto aziendale.

L’anomalia sarà segnalata all’Ente titolare del credito compensato. La tempestività della segnalazione consentirà di sfruttare una delle debolezze del DURC; come è noto, infatti, il controllo del DURC on line opera “con riguardo ai pagamenti scaduti sino all'ultimo giorno del secondo mese antecedente a quello in cui la verifica è effettuata”. Il pagamento intercettato, dunque, entrerà a far parte dei controlli DURC on line solo due mesi dopo e l’Ente “compensato” disporrà di almeno due mesi per esprimersi sull’esistenza del credito.

Nell’attesa il pagamento rimarrà sospeso; laddove l’Ente dichiari l’inesistenza del credito compensato, l’INPS rifiuterà il pagamento con le stesse conseguenze descritte prima per le compensazioni impossibili. In caso contrario - o nei casi in cui l’Ente non si pronunci in tempo utile - il pagamento alimenterà il conto aziendale.

Rifiutare i pagamenti illeciti provoca una serie di evidenti effetti positivi:

- Il pagamento frutto di una compensazione indebita equivale a tutti gli effetti ad un mancato pagamento;

- l’Ente il cui credito è stato compensato può intervenire nel processo di controllo e, in caso di compensazione indebita, viene immediatamente rimborsato;

- DURC on line considera irregolare l’impresa invitandola a regolarizzare;

- il recupero del credito avrà maggiore probabilità di successo, potendo contare proprio sulla leva del rilascio della regolarità contributiva.

Un controllo, dunque, che punta sull’informatica per l’intercettazione delle compensazioni con profili di rischio ma che ha il suo vero punto di forza nella realizzazione, a legislazione invariata, di un processo “plurale” che coinvolge gli altri soggetti pubblici che possono essere danneggiati da una compensazione indebita.

A questo processo INPS contribuisce, sostanzialmente, “rifiutando” i pagamenti anomali con l’obiettivo – e l’obbligo morale in qualità di “maggior azionista” del DURC – di innalzare il livello di trasparenza nel mondo degli appalti e delle esternalizzazioni.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2020/02/12/false-compensazioni-contributive-via-sistema-controllo-inps

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