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Economia Circolare: approvati i decreti di attuazione delle Direttive UE

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, quattro decreti legislativi di attuazione di direttive europee su rifiuti, discariche e veicoli fuori uso che fanno parte del cosiddetto “Pacchetto economia circolare”, adottato dall’Unione europea a luglio del 2018 con l’obiettivo di portare il riciclo dei rifiuti urbani ad almeno il 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. In parallelo, è prevista la diminuzione dell’uso delle discariche, che entro il 2035 dovrà essere inferiore al 10%.

Il Consiglio dei Ministri del 5 marzo 2020, su proposta del Ministro per gli affari europei Enzo Amendola e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, ha approvato, in esame preliminare, quattro decreti legislativi di attuazione di direttive europee su rifiuti, discariche e veicoli fuori uso che fanno parte del cosiddetto “Pacchetto economia circolare”.

Di seguito si riassumono i provvedimenti approvati.

Il decreto legislativo approvato in attuazione della direttiva prevede che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare invii, ogni anno, alla Commissione europea, una relazione contenente informazioni, comprese stime circonstanziate sulle quantità, in peso, di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) immesse sul mercato e di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) raccolti separatamente ed esportati, nonché informazioni relative alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti di pile e di accumulatori elaborate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Tale relazione è prevista al fine di verificare la corretta attuazione della normativa europea.

La direttiva ha l’obiettivo di:

- prevenire e ridurre la produzione di rifiuti da veicoli fuori uso;

- garantire il reimpiego e il riciclaggio ed altre forme di recupero dei veicoli e dei veicoli fuori uso;

- assicurare una più efficiente operatività, da un punto di vista ambientale, di tutti i soggetti economici coinvolti nel ciclo di utilizzo e di trattamento degli stessi veicoli.

Il decreto di attuazione della direttiva nel coordinare le disposizioni nazionali con quelle della direttiva:

- estende la responsabilità al produttore;

- individua forme di promozione e di semplificazione per il riutilizzo delle parti dei veicoli fuori uso utilizzabili come ricambio;

- rafforza l’efficacia e l’efficienza dei sistemi di tracciabilità e di contabilità dei veicoli, dei veicoli fuori uso e dei rifiuti derivanti dal trattamento degli stessi, con particolare riferimento all’obbligo della pesatura dei veicoli fuori uso nei centri di raccolta;

- individua misure per sviluppare o incentivare il riciclo dei rifiuti provenienti da impianti di frantumazione dotati delle migliori tecniche disponibili, finalizzando lo smaltimento o il recupero energetico ai soli rifiuti non riciclabili.

Il decreto introduce una nuova disciplina organica in materia di conferimento di rifiuti in discarica prevedendo in particolare:

- la progressiva riduzione del ricorso alla discarica, fino a raggiungere l’obiettivo di un conferimento non superiore al 10% dei rifiuti urbani al 2035;

- nuovi e uniformi metodi di calcolo per misurare il raggiungimento degli obiettivi;

- il divieto di collocare in discarica rifiuti provenienti da raccolta differenziata e destinati al riciclaggio o alla preparazione per il riutilizzo, o comunque (a partire dal 2030) idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo.

Il decreto legislativo mira inoltre a:

- riformare il sistema dei criteri di ammissibilità dei rifiuti nelle discariche;

- adeguare al progresso tecnologico i criteri di realizzazione e di chiusura delle discariche;

- definire le modalità, i criteri generali e gli obiettivi progressivi, anche in coordinamento con le regioni, per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva in termini di percentuali massime di rifiuti urbani conferibili in discarica.

In attuazione della cosiddetta “direttiva rifiuti”, il decreto riforma il sistema di responsabilità estesa del produttore (EPR), che ne individua e circoscrive specificamente responsabilità, compiti e ruoli.

In merito al regime di responsabilità estesa del produttore il decreto prevede tale regime per qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti (produttore del prodotto), e adotta misure volte a incoraggiare la progettazione di prodotti volta a ridurre la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale;

Sono state semplificate le procedure per l’istituzione di nuovi sistemi di EPR lasciando spazio alla concorrenza tra i diversi operatori. I requisiti minimi generali richiesti devono essere atti:

- a definire i ruoli e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nella filiera;

- a determinare gli obiettivi di gestione dei rifiuti;

- a garantire l’alimentazione di un sistema di comunicazione efficiente relativo ai prodotti immessi sul mercato e alle quantità di rifiuti raccolti e trattati;

- ad assicurare un trattamento equo ai produttori di prodotti relativamente alla loro quota di mercato;

- ad assicurare una corretta informazione ai detentori del rifiuto in merito alle misure di prevenzione, ai centri per il riutilizzo e per la preparazione al riutilizzo e ai sistemi di raccolta.

Inoltre il decreto:

- stabilisce che i produttori corrispondano un contributo finanziario che consenta di coprire i costi della raccolta differenziata;

- istituisce un “Registro nazionale dei produttori” per consentire il controllo del rispetto degli obblighi in materia di responsabilità estesa del produttore;

- rafforza il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti;

- prevede che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e le Regioni sono tenuti ad incentivare il riciclaggio dei rifiuti organici e a dare priorità a questo rispetto ad altre modalità di gestione dei rifiuti organici;

- introduce norme in materia di gestione dei rifiuti e degli imballaggi e di bonifica dei siti inquinati;

- stabilisce sanzioni amministrative pecuniarie applicabili per il mancato rispetto delle norme introdotte, con particolare riferimento all’iscrizione al Registro nazionale dei produttori e alla mancata o incompleta trasmissione dei dati informativi.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/03/06/economia-circolare-approvati-decreti-attuazione-direttive-ue

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