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Biga data e intelligenza artificiale: la nuova strategia UE a sostegno delle imprese

La Commissione UE ha presentato la strategia per la digitalizzazione delle imprese, focalizzata sul ricorso all’intelligenza artificiale. Si vuole creare un mercato unico per i big data, per consentirne la libera circolazione all'interno dell'Unione europea in tutti i settori e a vantaggio di aziende, consumatori, ricercatori, Pubbliche amministrazioni. Obiettivo dell’UE è assumere il ruolo di guida nella corsa ai big data, nonché salvaguardare sovranità tecnologica, leadership industriale e competitività economica. Lo sviluppo di un'economia agile può infine contribuire a realizzare un’Europa più sostenibile.

La trasformazione dei modi in cui vive e ci si relaziona nell’era digitale è sotto gli occhi di tutti: connessione h24 alla rete per l’acquisto di beni e servizi, per la ricerca di informazioni (per studio, lavoro o intrattenimento), per l’uso di social network e ancora, impiego dell’intelligenza artificiale (IA) nel lavoro, dialogo tra dispositivi intelligenti grazie alla “internet delle cose” (Internet of the Things) e così via.

Si pensi, altresì, con uno sguardo alle più recenti vicende della epidemia di Coronavirus, come molte imprese, amministrazioni pubbliche e istituzioni impegnate nel campo dell’istruzione stiano utilizzando forme di lavoro agile e digitale (smart working) per poter continuare ad assicurare in sicurezza i propri servizi e limitari danni per la produzione.

Uno scenario che fino ad alcuni anni fa poteva sembrare fantascientifico ma nel quale siamo oggi tutti immersi, senza quasi rendercene conto e dal quale, però, siamo anche un po’ spaventati, per la compressione degli ambiti della nostra privacy e per come l’immensa mole di dati prodotti e raccolti dalle più svariate fonti (smartphone, PC, ecc..), i “big data”, possano essere utilizzati: si pensi, banalmente, ai continui messaggi commerciali che riceviamo dopo aver visitato un certo sito internet o addirittura alla sostituzione delle persone con robot o intelligenze artificiali in alcuni tipi di lavoro, fenomeno in crescita nei prossimi anni.

Una risposta forte e ambiziosa a tali istanze è rappresentata dalla strategia UE in materia di intelligenza artificiale (IA) e di dati presentata il 19 febbraio 2020 dalla Commissione che mira, innanzitutto, a creare un vero spazio europeo dei dati, un mercato unico per i dati, in modo da sbloccare i dati inutilizzati per consentirne la libera circolazione all'interno dell'Unione e in tutti i settori, a vantaggio di cittadini, imprese, ricercatori e pubbliche amministrazioni.

Nei prossimi cinque anni la Commissione si concentrerà su tre obiettivi chiave in ambito digitale:

1) una tecnologia al servizio delle persone;

2) un'economia equa e competitiva; e

3) una società aperta, democratica e sostenibile.

Sotto tale profilo, “The European Data Strategy” mira a una trasformazione digitale al servizio di tutti, presentando una società europea alimentata da soluzioni digitali in cui – questi sono i desiderata dichiarati nel comunicato stampa della Commissione – le persone figurino al primo posto, le imprese abbiano nuove opportunità e vengano sviluppate tecnologie affidabili “per promuovere una società aperta e democratica e un'economia dinamica e sostenibile”.

È molto interessante come la Commissione UE faccia peraltro rientrare anche l’ambiente in quest’ambito intendendo le tecnologie digitali quale “potente alleato nella lotta ai cambiamenti climatici e per il conseguimento della transizione verde”.

L’idea è quella di promuovere la sostenibilità sociale e ambientale e rendere i processi più efficienti sotto il profilo delle emissioni grazie alle tecnologie digitali. La strategia UE per i dati e le opzioni strategiche volte ad assicurare “lo sviluppo antropocentrico dell'intelligenza artificiale” presentate dalla Commissione vogliono essere i primi passi verso il raggiungimento di tali obiettivi.

La Presidente Ursula von der Leyen ha spiegato come “La strategia copre tutto: dalla cibersicurezza alle infrastrutture critiche, dall'istruzione digitale alle competenze, dalla democrazia ai media”. Ed effettivamente lo spettro coperto dalla digitalizzazione è amplissimo, venendo a interessare ogni aspetto delle nostre vite e perciò già da alcuni anni l’Esecutivo europeo ha iniziato a lavorato su tali temi.

In particolare, a partire dal 2014 la Commissione ha posto in cantiere una serie di iniziative volte a facilitare lo sviluppo di un'economia agile basata sui dati: si pensi al regolamento sulla libera circolazione dei dati non personali, al regolamento sulla cibersicurezza, la direttiva sull'apertura dei dati nonché al famigerato GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati del 2016.

Si è giunti al 2018 con la presentazione per la prima volta della strategia per l'intelligenza artificiale e un primo piano concordato con gli Stati membri dell’UE, che grazie a un lavoro svolto dal gruppo di esperti ad alto livello sull'intelligenza artificiale, ha portato prima agli orientamenti etici per un'AI affidabile nell'aprile 2019 e poi al quadro su cui si basa la strategia presentata il 19 febbraio 2020.

In questo contesto la Presidente della Commissione, nel sottolineare la necessità di guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo digitale, ha annunciato l'avvio del dibattito su un'intelligenza artificiale antropocentrica ed etica e sull'uso dei big data per la creazione di ricchezza a favore di società e imprese durante i suoi primi 100 giorni di mandato.

Il quadro proposto dall’UE per un'intelligenza artificiale affidabile si basa sull'eccellenza e sulla fiducia.

I sistemi di IA devono essere utilizzati e applicati in modo sicuro: in questo l'Europa vuole divenire un leader mondiale, grazie ai suoi eccellenti centri di ricerca, ai suoi sistemi digitali sicuri e a una solida posizione nel settore della robotica, così come nei settori competitivi della produzione e dei servizi (dall'industria automobilistica all'energia, dall'assistenza sanitaria all'agricoltura).

In partenariato con il settore pubblico e privato, l'obiettivo è mobilitare risorse lungo l'intera catena del valore e creare i giusti incentivi per accelerare la diffusione dell'IA, anche presso le PMI e mediante la collaborazione con gli Stati membri e la comunità scientifica, per attirare e trattenere i talenti.

Le tecnologie digitali possono essere usate con criterio e ciò – l’Esecutivo europeo ne è convinto – andrà a vantaggio di cittadini e imprese in molti modi.

Con riferimento ai big data, la nuova strategia UE punta innanzitutto a creare un vero spazio europeo dei dati, un mercato unico per i dati, in modo da sbloccare i dati inutilizzati per consentirne la libera circolazione all'interno dell'Unione e in tutti i settori, a vantaggio delle imprese, dei ricercatori e delle pubbliche amministrazioni. In tale prospettiva, il Commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato che “La nostra società genera volumi enormi di dati industriali e pubblici che trasformeranno il modo in cui produciamo, consumiamo e viviamo. Voglio che le imprese europee e le nostre numerosissime PMI abbiano accesso a tali dati e possano creare valore per gli europei, anche sviluppando applicazioni di intelligenza artificiale. L'Europa ha tutto ciò che serve per guidare la corsa ai 'big data' e per salvaguardare la propria sovranità tecnologica, la propria leadership industriale e la propria competitività economica a vantaggio dei consumatori europei."

Secondo la strategia UE, cittadini, imprese e organizzazioni dovrebbero avere la facoltà di adottare decisioni migliori sulla base delle informazioni raccolte grazie ai dati non personali, dati che dovrebbero essere accessibili a tutti, soggetti pubblici o privati, start up o mega imprese. Ferme restando le norme rigorose dell'UE per proteggere i consumatori, far fronte alle pratiche commerciali sleali e proteggere i dati personali e la privacy.

L'Europa – dice la Commissione – è dotata di tutto ciò che serve per diventare un leader in questa nuova economia dei dati: la più solida base industriale del mondo (in cui le PMI sono elementi vitali del tessuto industriale) le tecnologie, le competenze e, da questo momento, anche una visione chiara.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/03/06/biga-data-intelligenza-artificiale-nuova-strategia-ue-sostegno-imprese

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