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Apple e Fca riaprono le porte di fabbriche e negozi. E in Italia debutta la piattaforma Disney +

Giovedì viene reso noto il dato del Pil americano del quarto trimestre 2019, ma con l’epidemia di coronavirus tutti si concentrano a capire come andrà questo anno. Fitch rivede venerdì il rating del Regno Unito, mentre nessuno parla più di Brexit.

Disney+, la piattaforma di Topolino fa il suo debutto in Italia e il suo arrivo sembra già far fremere i competitor. Prima del debutto, la società guidata da Bob Chapek, ha annunciato la partenrship in esclusiva con Tim Vision, veicolando i propri contenuti anche sulla piattaforma dell’operatore di tlc. Ai competitor non resta che affilare le lame, o meglio, non resta che potenziare la propria libreria di contenuti esclusivi dal momento che dovranno fare i conti con un palinsesto potenziale di tutto rispetto. Disney+ porterà su tutti gli schermi casalinghi le produzioni targate Disney, Pixar, Marvel Studios, LucasFilm e National Geographic.

Di integrati se ne vedono (o meglio, se ne leggono) pochi. E’ invece il momento degli apocalittici che sfornano previsioni vicine alla catastrofe. Naturalmente, per l’anno in corso, segnato dal coronavirus. Per questo, rischia di diventare ininfluente il dato in uscita oggi: la crescita del Pil americano nell’ultimo trimestre del 2019, se anche positiva, avrà il sapore di un premio di consolazione. Perché oramai tutte le stime prospettano questo intero anno con il segno meno o prossimo allo zero. Lo fanno S&P e ancora di più Goldman Sachs che da marzo all’estate vede un crollo del 5%, un lieve recupero in autunno e un 2020 che finirà con un italico zero virgola. Le precedenti previsioni dicevano più 1,2%. Già, ma questo è l’anno elettorale negli Usa. Così, The Donald che ha fin qui navigato sull’onda di una economia spumeggiante, rischia di finire in pessime acque.

L’aveva detto il ceo Tim Cook su Twitter qualche giorno fa “Nei nostri luoghi di lavoro e nelle nostre comunità, dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire la diffusione del Covid-19”. Per questo Apple aveva annunciato il 16 marzo la chiusura di tutti i 470 punti vendita fuori dalla Cina (i 42 negozi cinesi hanno riaperto pochi giorni fa) fino al 27 marzo. Che sia troppo presto? Forse, dato che nessuno ha la piena consapevolezza di come si muoverà in futuro il Covid-19. Vediamo se Cook terrà fede ai propri programmi. Di sicuro Apple deve fare i conti con un mercato mondiale in contrazione. Solo a gennaio le vendite di iPhone in Cona sono crollate del 28%. E i timori ora sono tutti per la prossima trimestrale. E Cook corre ai ripari.

Il settore dell’automotive europeo (Fca, Psa, Renault, Daimler e Volskwagen) ha chiuso i cancelli dei propri stabilimenti. Fca ha dichiarato di voler consentire in questo modo al gruppo di riavviare la produzione tempestivamente quando le condizioni del mercato lo consentiranno. Oggi però il gruppo guidato da Mike Manley dovrebbe riprendere la produzione, in un momento decisamente non positivo per il settore dell’auto, tra il crollo della domanda, le difficoltà legate allo stop della rete distributiva dei concessionari e all’intera filiera dei fornitori internazionali. Non solo. Per Fca ora il rischio è di veder posticipato a data da destinarsi il matrimonio con Psa. L’operazione resta comunque confermata

Se per gli esperti di Moody’s l’economia inglese rimane da tripla A, quelli di Fitch avevano da tempo levato Londra dal gradino più alto del podio. E non si stancano di ripetere, almeno dal giorno dopo il referendum pro Brexit del 2016, che la via migliore è l’accordo economico con il blocco continentale. Per cui, anche la revisione di oggi del rating sovrano poteva venire archiviata come l’ennesima raccomandazione al governo britannico e nulla di più. Ma il coronavirus ha cambiato del tutto lo scenario. Da almeno una settimana la sterlina è precipitata ai minimi storici sul dollaro e la Bank of England ha tenuto una frettolosa riunione per tagliare i tassi di interesse. E’ stata, peraltro, la prima mossa del neogovernatore Andrew Bailey, chiamato a un brusco debutto. Mentre le trattative per un accordo con l’Unione europea, da trovare entro la fine dell’anno, sono finite molto indietro nell’agenda economica dei policy maker del Vecchio Continente.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/finanza/quotidiano/2020/03/21/apple-fca-riaprono-porte-fabbriche-negozi-italia-debutta-piattaforma-disney

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