• Home
  • News
  • Bonus 600 euro: consulenti del lavoro e commercialisti possono inviare le domande

Bonus 600 euro: consulenti del lavoro e commercialisti possono inviare le domande

Dopo il crash del sito dell’INPS, andato in tilt proprio nel primo giorno (1° aprile 2020) in cui era possibile inviare le domande per accedere ai bonus da 600 euro previsti dal decreto Cura Italia, ora l’Istituto previdenziale ha deciso di abilitare anche i commercialisti e i consulenti del lavoro alla richiesta dell’indennità una tantum per i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i collaboratori coordinati e continuativi e i lavoratori subordinati, agevolando, peraltro, i professionisti anche per l’invio delle istanze per richiedere gli ammortizzatori sociali.

Piattaforma completamente paralizzata nel giorno dell’avvio delle richieste per i bonus, con molti utenti che hanno segnalato di aver addirittura avuto accesso ai dati di altri iscritti. A quel punto interviene anche un preoccupato Garante della Privacy che ipotizza possibili gravi violazioni per il data breach e anche la Procura di Roma apre un’inchiesta. Per Conte e Tridico ci sarebbe stato un attacco hacker, ma sono in molti a ritenere che si siano scambiati per hacker anche milioni di utenti che cercavano di inviare le richieste di bonus per l’emergenza Covid-19.

Saranno ovviamente le autorità competenti ad accertare la presenza di eventuali reati.

Ed ecco, allora, che per l’INPS il giorno del “click day” è diventato un giorno nero e, a generare ulteriori ansie, nel pomeriggio è pure apparso sul sito oscurato dell’istituto un messaggio che, nell’annunciare la sospensione dei servizi, assicurava che tutti gli aventi diritto avrebbero potuto “utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni”.

Nessuno può prendersela con l’urgenza di tanti cittadini che, a distanza di circa un mese dall’inizio dell’emergenza, non hanno ancora visto un euro, soprattutto perché un simile afflusso di richieste era prevedibile.

Non tanto tempo fa, peraltro, la Pubblica Amministrazione ha dato prova di saper gestire con efficienza anche grandi flussi di informazioni digitali, dando avvio senza grandi intoppi all’era della fatturazione elettronica tramite il Sistema di Interscambio.

Il “crash” odierno dei sistemi INPS, invece, denota come lo Stato avrebbe dovuto (potuto) meglio attrezzarsi.

Già da diversi giorni e intuendo i rischi di malfunzionamento del sistema, anche i commercialisti avevano teso la mano, formulando la richiesta di essere abilitati per effettuare l’invio massivo delle richieste per l’indennità e chiedendo di poter affiancare patronati e soggetti beneficiari nelle operazioni di invio delle richieste per i bonus.

In questo modo, effettuando un invio massivo e non singolo, si sarebbe ridotto drasticamente il numero di accessi al sito dell’INPS ma, nonostante commercialisti e consulenti del lavoro si fossero messi a disposizione per questo appuntamento per il quale sarebbe servito uno sforzo straordinario congiunto, ad essi fino a ieri è stato detto di no.

Ora, invece, si apprende la decisione dell’INPS di abilitare anche i commercialisti e i consulenti del lavoro alla richiesta dell’indennità dei 600 euro per i lavoratori autonomi, liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori subordinati, agevolando, peraltro, i professionisti anche per l’invio delle istanze per richiedere gli ammortizzatori sociali.

Tutto ciò, ovviamente, per far fronte comune per l’emergenza tecnologica ed operativa dovuta alla diffusione del Coronavirus che ieri, purtroppo, ha contagiato anche i server dell’INPS.

In questo Paese, infatti, vi è una prioritaria emergenza sanitaria ma, oltre a medici e infermieri, vi sono altre decine di migliaia di professionisti che stanno svolgendo altre attività definite “essenziali” dagli stessi D.P.C.M. governativi per fronteggiare le difficoltà pratiche del momento e che dovrebbero essere presi diversamente in considerazione dalla politica e dalla burocrazia quando fanno proposte tecniche o se tendono costruttivamente la mano.

In queste settimane, però, il Paese sta comunque scoprendo il grande valore anche di questi “ausiliari dell’emergenza”, ovvero quell’esercito di professionisti dei codici ATECO dei gruppi 69 e 74 che sta aiutando milioni di imprenditori e cittadini non solo con l’inoltro di una pratica, ma anche con parole di conforto morale e psicologico, prima ancora che con consigli professionali.

Peraltro, molti professionisti ordinistici che aiuteranno i cittadini a districarsi nel ginepraio dei prossimi giorni per incassare l’indennità INPS non riceveranno nessun bonus, in quanto il decreto MEF/Lavoro, attuativo dell’art. 44 del D.L. n. 18/2020, ha introdotto limitazioni e paletti reddituali non previsti per i beneficiari delle indennità INPS. In questo senso, va allora fatto un appello al MEF e alle Casse previdenziali di categoria affinché sia almeno tutelata la dignità dei professionisti a minor reddito (spesso giovani), che più degli altri sono in prima linea per fronteggiare l’emergenza.

Il bonus dei 600 euro è stato riconosciuto a coloro che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro, ma il decreto aggiunge “la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Per “limitati” nell’esercizio dell’attività potrebbero allora ritenersi solo i professionisti lombardi e piemontesi, ovvero quelli interessati da ordinanze regionali di sospensione dell’attività.

Si ha, invece, ragione di ritenere che la ratio del decreto sia quella di riconoscere una limitazione professionale immanente nel periodo da risarcire sempre con un bonus, anticipato dalla Casse ma rimborsato dal MEF, almeno per i redditi più bassi. Non vi è, infatti, chi con veda come anche i professionisti abbiano concretamente subito interferenze e limitazioni nell’esercizio dell’attività dalle previsioni contenute nei D.P.C.M. emanati per l’emergenza COVID-19, anche per il solo fatto di aver lavorato in smart working o con modalità comunque complicate da tutte le misure di contenimento del contagio e di distanziamento sociale.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2020/04/02/bonus-600-euro-consulenti-lavoro-commercialisti-possono-inviare-domande

Iscriviti alla Newsletter




È necessario aggiornare il browser

Il tuo browser non è supportato, esegui l'aggiornamento.

Di seguito i link ai browser supportati

Se persistono delle difficoltà, contatta l'Amministratore di questo sito.

digital agency greenbubble