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Consulenti del lavoro: liquidazione CIG Covid a lavoratori non prima di maggio

Le banche non sono pronte per anticipare la cassa integrazione: questa l’opinione dei professionisti che hanno partecipato all’indagine “Emergenza COVID-19 e cassa integrazione”, condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Lo studio ha messo in evidenza le difficoltà operative e le criticità procedurali per l’erogazione dei sostegni al reddito per i circa 5,6 milioni di dipendenti costretti a casa dalle chiusure settoriali predisposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Soltanto il 17% delle banche ad oggi è operativa. Gli strumenti messi a punto per far fronte all’emergenza da Coronavirus si dimostrano largamente inefficaci per offrire rapidità di risposta, anche a seguito della scelta, operata dal Governo, di concentrare la gestione di tutto il sistema di interventi presso l’INPS.

Ila Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha diffuso i risultati dell’indagine “Emergenza COVID-19 e cassa integrazione”, realizzata attraverso l’analisi delle risposte fornite da 4.463 Consulenti del Lavoro al sondaggio condotto tra l’8 e il 9 aprile, riguardo le difficoltà operative e le criticità procedurali per l’erogazione dei sostegni al reddito introdotti dal Governo a fronte dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Dai dati analizzati risulta evidente che non solo il termine del 15 aprile, indicato dal Governo per il pagamento della mensilità di cassa integrazione, non potrà essere rispettato, ma appare assai improbabile pervenire a tale risultato prima della fine del mese di aprile.

La quasi totalità degli interpellati ritiene che gli assegni verranno realisticamente liquidati solo nel mese di maggio a seguito della mancata operatività degli accordi per dare il via libera alle procedure per l’anticipazione bancaria degli ammortizzatori sociali: ad oggi infatti solo il 17% delle banche è operativa, con forti differenze a livello territoriale.

Al Nord Italia la quota di filiali attiva è pari al 28%, ma tale dato si riduce al Centro (12%) e soprattutto nel Mezzogiorno (11%), nonostante l’accordo ABI-parti sociali sia nato proprio per accorciare i tempi.

I Consulenti del Lavoro che hanno partecipato al sondaggio lamentano inoltre:

- scarsa chiarezza delle procedure individuate;

- eccessiva modulistica;

- scarsa preparazione delle banche a gestire lo strumento;

- indisponibilità del datore di lavoro a firmare l’atto di benestare con assunzione dell’obbligo solidale;

- tempi lunghi per evadere le pratiche.

Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, indagine “Emergenza Covid-19 e cassa integrazione” 10/04/2020

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2020/04/11/consulenti-lavoro-liquidazione-cig-covid-lavoratori-non-prima-maggio

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