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ZES: valutazione dell’impatto economico-sociale, il caso Campania

La Fondazione e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, ha pubblicato il documento di ricerca dal titolo “Zone economiche speciali e zone logistiche semplificate. Elementi per una valutazione di impatto economico – sociale” con cui intende fornire una panoramica sui recenti provvedimenti che hanno modificato e completato il quadro normativo sulle Zone Logistiche Speciali, e uno spaccato sulle problematiche di attuazione della Regione Campania che per prima ha visto approvare il proprio piano strategico. Una ritrovata centralità del Mediterraneo nel periodo post-emergenziale Covid-19 potrebbe richiedere un grande impulso a ripescare, sistematizzare e rilanciare queste policy che, sino ad ora, sono state interpretate in maniera residuale e frammentata, quando invece avrebbero dovuto essere viste come il traino logistico del Made in Italy nel mondo.

E’ stato pubblicato il documento messo a punto dalla Fondazione e dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, dal titolo “Zone economiche speciali e zone logistiche semplificate. Elementi per una valutazione di impatto economico – sociale” che analizza il caso della Campania, che ha visto la ZES approvata con DPCM dell’11 maggio 2018, con una panoramica sui recenti provvedimenti che hanno modificato e completato il quadro normativo, e uno spaccato sulle problematiche di attuazione della Regione che per prima ha visto approvare il proprio piano.

Lo studio aggiorna mira a rafforzare le competenze professionali del Commercialista nel comparto “Economia del Mare e della Logistica”.

Il documento si sviluppa analizzando prima di tutto l’economia del mare evidenziando che, secondo il rapporto CENSIS, il cluster marittimo presenta valori in crescita dal 2015 al 2017:

- il contributo al PIL è passato da 32.557 a 34.285 milioni di euro (2% sul totale nazionale),

- le esportazioni sono passate da 6.724 milioni di euro a 9.292 milioni di euro,

- le unità di lavoro totali da 500.315 a 528.756 (2,2 % sul totale nazionale).

Secondo l’VIII rapporto sull’economia del mare di Unioncamere, le imprese dell’economia del mare sfiorano nel 2018 le 200 mila unità, rappresentando il 3,3% del totale complessivo (con una crescita, rispetto al 2014, del +9,5%).

Il valore aggiunto prodotto dalla blue economy è arrivato nel 2018 a 46,7 miliardi di euro, pari al 3,0% del totale economia (nel 2014 era il 2,9%) e l’occupazione è di 885,2 mila unità nell’intero comparto, che incidono per il 3,5% sul totale dell’occupazione del Paese.

Lo studio approfondisce successivamente le ZES così come regolate nel decreto mezzogiorno e nel regolamento attuativo, le zone logistiche semplificate e la legge sulla semplificazione amministrativa con le misure previste.

In particolare lo studio evidenzia che i piani di quasi tutte le regioni meridionali sono stati approvati con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri ed alcune agevolazioni sono state estese alle regioni del Centro Nord, alcune delle quali sono in fase di progettazione.

Il decreto sulla semplificazione amministrativa è stato emanato ed alcune regioni sono in fase attuativa, con tutte le difficoltà relative alle procedure attuative e all’erogazione degli incentivi.

Il Piano per il Sud ha riconfermato l’opportunità di insistere su questa strategia di sviluppo e la recente legge di bilancio ha prorogato la scadenza del credito di imposta al 2022. Inoltre la Legge di Bilancio 2020, così come confermato dal Piano Sud 2030, ha esteso il credito di imposta ZES fino al 2022 (per cui sono appostati 100 milioni di Fondo di Sviluppo e Coesione), ha istituito un Commissario Straordinario di Governo per ogni ZES e nei porti del Centro-Nord, ha istituito delle Zone Logistiche Speciali «rafforzate», sostanzialmente equiparate alle ZES.

Lo studio continua con l’analisi del piano strategico della ZES Campania con una ricognizione sulle aree individuate, misure agevolative e di semplificazione amministrativa, gli interventi infrastrutturali a supporto e governance.

Infine segue una analisi dello stato di attuazione dove emerge l’analisi dell’impatto sociale ed economico atteso dall’istituzione della ZES. Ma anche una revisione delle analisi di impatto dei singoli porti oltre che delle misure istituite, alla luce dell’emergenza e degli effetti economico e sociali causati dall’epidemia attuale di Covid-19. E’ valutata anche l’opportunità di un cambio di passo nelle politiche di sviluppo del territorio, volte ad esempio, ad incentivare la produzione interna di strumenti medicali utili per combattere il virus.

Il post emergenza Covid-19 potrebbe portare ad una crisi del circuito di scambi globale a vantaggio di una rinnovata centralità del Mediterraneo e del Sud Italia. Occorre, a tal proposito, segnalare come recentemente le Regioni del Sud (Regione Molise, Regione Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia) e tutte le Autorità di Sistema Portuale appoggiate da Assoporti, hanno sottoposto un pacchetto di proposte per la semplificazione delle procedure e della normativa riguardante le ZES (Zone Economiche Speciali) e le ZLS (Zone Logistiche Semplificate) al Ministro del Sud e della Coesione Territoriale. Le richieste prevedono una significativa semplificazione riguardante la riduzione dei permessi e delle autorizzazioni necessarie alle imprese che si insedieranno nelle aree ZES e ZLS.

FNC - CNDCEC, documento di ricerca “Zone economiche speciali e zone logistiche semplificate. Elementi per una valutazione di impatto economico – sociale”, 05/05/2020

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/05/06/zes-valutazione-impatto-economico-sociale-campania

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