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Plastic e sugar tax: rinvio al 2021 per sostenere le imprese colpite dal Covid-19

Slitta al 1° gennaio 2021 l’applicazione di plastic e sugar tax, rispettivamente le imposte sul consumo di imballaggi usa e getta in plastica non compostabile e sulle bevande edulcorate. La proroga, prevista dal decreto Rilancio, ha l’obiettivo di sostenere le imprese dei settori del packaging in plastica e delle bevande gasate in considerazione delle difficoltà economiche causate dal lockdown, per l’emergenza Covid-19, che ha causato un forte calo della domanda. Si tratta tuttavia di un tema ancora dibattuto che potrebbe volgere, durante la conversione del decreto legge, addirittura fino alla possibile cancellazione delle imposte per dare maggiore respiro alle aziende produttrici dei prodotti interessati.

L’articolo 133 del decreto Rilancio (D.L. n. 34/2020) ha rinviato al 1° gennaio 2021 due nuove ecotasse, la plastic tax, imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego (MACSI) e la sugar tax, imposta sul consumo delle bevande edulcorate, per intenderci le bevande gasate.

Le norme che istituiscono e disciplinano questi due nuovi tributi erano state introdotte dalla legge di Bilancio 2020 (art. 1, commi 634 e 661 della l. n. 160/2019, in vigore dal 1° gennaio 2020) e avrebbero trovato applicazione a partire rispettivamente da luglio e ottobre 2020. A esservi assoggettata la commercializzazione di beni di larghissima diffusione nella vita quotidiana, al fine di orientare gli attuali stili di vita verso produzione e consumo di beni più sostenibili dal punto di vista della tutela dell'ambiente e della salute umana.

L’Italia si è così inserita sulla scia di altri Paesi europei (tra questi, Belgio, Francia, Irlanda e UK) che hanno già introdotto una tassazione specifica sui prodotti in plastica monouso e anticipando quanti previsto dalla direttiva UE 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.

Già all’epoca della legge di Bilancio si era avuto un forte dibattito, che adesso le misure poste in campo per l’emergenza Covid-19 ha consentito di riaccendere, articolato sulla tradizionale contrapposizione tra, da un lato, le imprese di settore e dall’altro le associazioni ambientaliste sempre più sensibili ai temi relativi legati al rispetto dell’ambiente e, in particolare, all’esigenza di adoperare prodotti sostenibili con riguardo al loro integrale ciclo di vita. Lo scenario di tutela più ampio nel quale trovano giustificazione i due nuovi prelievi fiscali è quello della transizione verso un’economia circolare.

La sensazione è che il tema sarà dibattuto in occasione della discussione sulla legge di conversione del decreto Rilancio, attualmente in corso di esame in Commissione (AC 2500). Anche perché se da un lato la sospensione o addirittura la cancellazione delle imposte farebbero sicuramente piacere alle imprese dei settori citati, dall’altro lato gli oneri delle norme in esame – che si traducono in mancate entrate per lo Stato – vengono quantificate dallo stesso articolo 133 “in 199,1 milioni di euro per l'anno 2020, 120,4 milioni di euro per l'anno 2021 e 42,2 milioni di euro per l'anno 2023”.

La legge di bilancio 2020 ai commi 634-658 ha previsto:

- l'istituzione e l'applicazione di un'imposta sul consumo di manufatti in plastica con singolo impiego (MACSI) che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari (comma 634);

- l’esclusione dall’applicazione di questa plastic tax dei manufatti compostabili (in conformità alla norma UNI EN 13432), dei dispositivi medici (classificati tali dalla Commissione unica sui dispositivi medici) e dei MACSI adibiti a contenere e proteggere medicinali.

Da quanto detto, in altre parole, l’imposta colpisce la produzione degli imballaggi usa e getta in plastica non compostabile. I MACSI possono avere forme diverse e sono realizzati con l’impiego, anche parziale, di materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica e non sono ideati, progettati o immessi sul mercato per compiere più trasferimenti durante il loro ciclo di vita o per essere riutilizzati per lo stesso scopo per il quale sono stati ideati.

Nello specifico, la plastic tax prevede un prelievo fiscale di 0,45 centesimi su ogni chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI.

Le disposizioni hanno anche riconosciuto un incentivo alle plastiche biodegradabili, sotto forma di credito di imposta concesso alle imprese attive nel settore delle materie plastiche, produttrici di MACSI destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari nella misura del 10% delle spese sostenute, dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, dalle citate imprese per l'adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili.

Il comma 651 ha rimesso a:

- un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, da pubblicare, entro il mese di maggio 2020, nella Gazzetta Ufficiale, la definizione delle modalità di attuazione dell’imposta;

- un provvedimento interdirettoriale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e dell'Agenzia delle entrate il compito di stabilire le modalità per l'eventuale scambio di informazioni tra l'Agenzia delle dogane e dei monopoli e l'Agenzia delle Entrate.

Questi due provvedimenti non sono stati ancora emanati.

La decorrenza dell’imposta di consumo sui MACSI, ai sensi della formulazione originaria del comma 652, era fissata a partire dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione dell’atteso provvedimento interdirettoriale.

Pertanto, intervenendo su questo comma 652, il Decreto Rilancio - DL n. 34/2020, art. 133, comma 1, lettera a - ha differito al 1° gennaio 2021 l’operatività della plastica tax.

La richiamata legge di Bilancio 2020, ai commi 661-676, ha previsto l'istituzione e disciplinato l'applicazione di un'imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, nella misura di 10 euro per ettolitro (hl) nel caso di prodotti finiti e di 0,25 euro per Kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. In altre parole, questa imposta – da qualcuno denominata “Soda Tax” – mira a indurre i consumatori a preferire il consumo di acqua e bevande non zuccherate rispetto a quelle zuccherate, al fine di tutelare la sanità pubblica, contrastando il diffondersi di obesità e sovrappeso, diabete e altre malattie correlate.

La sugar tax non si applica alle bevande edulcorate:

- che siano state cedute direttamente dal fabbricante nazionale per il consumo in altri Stati UE e per quelle esportate,

- il cui contenuto complessivo di edulcoranti sia inferiore o uguale a 25 gr/l per i prodotti finiti e 125 gr/kg per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione.

La legge di Bilancio 2020 (art. 1):

- al comma 675, aveva rinviato a un decreto del MEF (di natura non regolamentare) da pubblicare entro il mese di agosto dell'anno 2020, la definizione delle modalità di attuazione della Sugar Tax;

- al comma 676, aveva fissato la decorrenza delle disposizioni del presente articolo dal primo giorno del secondo mese successivo alla pubblicazione del richiamato decreto attuativo del MEF.

I predetti provvedimenti non risultano ancora emanati.

Intervenendo sul comma 676, il decreto Rilancio - articolo 133, comma 1, lettera b) – ha posticipato il termine di operatività dell’imposta al 1° gennaio 2021.

La possibilità di riuscire a fare marcia indietro su queste nuove tasse si è presentata quando si è cominciato a lavorare sulle misure fiscali da introdurre nel decreto Rilancio e all’esigenza di non aggravare la grave situazione finanziaria in cui si sono trovate molte imprese. Le associazioni che rappresentano i produttori di bevande analcoliche in Italia, hanno infatti chiesto al Governo di sospendere subito sugar tax (anche detta da qualcuno “Soda Tax”) e plastic tax per evitare il tracollo delle aziende e non mettere a rischio gli 80.000 posti di lavoro della filiera. Federalimentare ha espresso soddisfazione al rinvio dell’applicazione di plastic e sugar tax, auspicando in sede di conversione l’abolizione e non la sospensione.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/ambiente/quotidiano/2020/06/26/plastic-sugar-tax-rinvio-2021-sostenere-imprese-colpite-covid-19

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