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Il decreto Agosto eleva la soglia di investimento nei PIR. Con vantaggi fiscali

In linea con la strategia del Governo, il decreto Agosto interviene anche sulla disciplina dei PIR, i piani di risparmio a lungo termine, prevedendo che gli investitori, ad eccezione delle casse di previdenza e dei fondi pensione, possano destinare ai PIR alternativi introdotti dal decreto Rilancio somme o valori per un importo non superiore a 300.000 euro all'anno, raddoppiando quindi la soglia annuale, e a 1.500.000 euro complessivi. L’investimento è esente dall’imposta di successione e, se questo è mantenuto per almeno cinque anni, il risparmiatore otterrà un’esenzione fiscale sui rendimenti maturati. Aumenta, quindi, il flusso di risorse potenzialmente investibile nel sistema produttivo a sostegno della economia reale, promuovendo il consolidamento patrimoniale delle aziende italiane.

Il decreto Agosto (D.L. 14 agosto 2020, n. 104), recante “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia”, in vigore dal 15 agosto 2020, interviene all’art. 68 anche sulla disciplina dei PIR, i piani di risparmio a lungo termine, elevando la soglia di investimento dei piani “alternativi” introdotti nel nostro ordinamento dal decreto Rilancio.

La nuova norma va ricondotta nell’ambito della strategia complessiva del Governo, condivisa con gli operatori di mercato e statuita anche nel PNR - Piano nazionale delle Riforme, che rappresenta la base di ragionamento su cui si strutturerà il piano che verrà presentato alla Commissione europea per accedere alle risorse del NextGeneration Eu: accrescere sensibilmente gli investimenti privati italiani e dall’estero in combinazione sinergica con l’aumento degli investimenti pubblici.

Si intende così ripristinare un livello adeguato di investimenti, affrontando anche le carenze strutturali del Paese. Va ancora ricordato come tra le raccomandazioni che Bruxelles ha rivolto all’Italia, di fondamentale importanza per le decisioni che verranno assunte nell’erogazione dei fondi, vi è quella di migliorare l’accesso delle imprese ai mercati finanziari. In tale prospettiva il Governo dichiara nel PNR che si intendono varare misure di semplificazione amministrativa e tributaria e favorire la canalizzazione dell’ingente risparmio privato verso gli investimenti produttivi e di lungo termine.

Per avere un riscontro empirico su tale profilo appare utile riportare le evidenze del recente rapporto Censis-Assogestioni “Il valore della diversità nelle scelte di investimento prima e dopo il Covid 19”. Per alcuni il lockdown è stato sinonimo di incertezza, paura, discontinuità di reddito, ma per altri il Covid-19 ha avuto anche effetti inediti e inattesi, a cominciare dall’accumulo di un di più di risparmio. Infatti, il 38,9% degli italiani ha migliorato la propria capacità di risparmio più alto nel lockdown, con punte percentuali che arrivano al 57,8% tra gli alti redditi e al 44,5% tra dirigenti e direttivi pubblici e privati. Persone i cui redditi da lavoro sono rimasti intonsi e il taglio edittale dei consumi ha generato un risparmio. Secondo dati Banca d’Italia l’accumulo incrementale è stimabile in ben 34,4 miliardi di euro nei portafogli delle famiglie nei mesi di quarantena. Un tema chiave tanto per l’industria del risparmio gestito, quanto per le persone coinvolte e l’economia nazionale, prosegue il Rapporto, è cosa faranno le famiglie con le risorse aggiuntive accumulatesi in lockdown.

Il nuovo intervento sui PIR tende allora a incrementare l’attrattività per il risparmiatore, che secondo i risultati del Rapporto Censis-Assogestioni appare cauto ma anche pronto a cogliere le nuove opportunità di uno strumento che tende a coniugare in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo prospettive di rendimento in un contesto di tassi ridotti con il sostegno al sistema produttivo e allo sviluppo economico. Al contempo si vuole ridurre la dipendenza delle imprese dal finanziamento bancario, riequilibrando il rapporto tra capitale e debito. Con riferimento a futuri interventi il Governo nel PNR rimarca poi come si dovrà promuovere ulteriormente il consolidamento patrimoniale delle aziende italiane e aumentare il coinvolgimento degli investitori istituzionali nel sostegno all’economia reale del Paese, nonché ampliare le possibilità di investimento tramite strumenti come gli ELTIF e i FIA, dando più competitività al nostro assetto regolatorio su fondi e SGR.

Il decreto Rilancio aveva potenziato i PIR, riprendendo una specifica proposta di Assogestioni. E’ stato, infatti, introdotto nel nostro ordinamento un “PIR specializzato in Pmi”, strumento alternativo e complementare al “PIR ordinario”, votato agli investimenti in strumenti non quotati, scambiati sui cosiddetti mercati privati. Più nello specifico è stato previsto che in tale strumento gli investimenti qualificati siano composti da strumenti finanziari, anche non negoziati in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione, emessi o stipulati con imprese radicate in Italia, diverse da quelle i cui titoli azionari formano i panieri degli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati, nonche da prestiti erogati alle predette imprese e da crediti delle medesime imprese.

Si sono poi introdotte soglie di investimento più elevate, mutuando i limiti previsti dalla normativa sugli ELTIF, che contemplano una soglia di 150mila euro all’anno per un importo complessivo non superiore a 1.500.000 di euro. Così come per i PIR ordinari, l’investimento è esente dall’imposta di successione e, se questo è mantenuto per almeno cinque anni, il risparmiatore otterrà un’esenzione fiscale sui rendimenti maturati.

Il decreto Agosto interviene prevedendo che gli investitori (eccezion fatta però per Casse di previdenza e i fondi pensione) possano destinare ai PIR alternativi somme o valori per un importo non superiore a 300.000 euro all'anno, raddoppiando quindi la soglia annuale, e a 1.500.000 euro complessivi. Aumenta, quindi, il flusso di risorse potenzialmente investibile nel sistema produttivo a sostegno della economia reale

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/08/20/decreto-agosto-eleva-soglia-investimento-pir-vantaggi-fiscali

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