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Calderone: riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive tra le priorità del Governo Draghi

“E’ ormai improcrastinabile avviare una riforma degli ammortizzatori sociali nell’ottica della semplificazione delle procedure, alla luce dell’esperienza pandemica che stiamo ancora vivendo. Ma è indispensabile anche rilanciare il sistema delle politiche attive del lavoro, rimaste al palo dopo le criticità legate al reddito di cittadinanza e ai centri per l’impiego avviando un’integrazione più strutturata fra soggetti pubblici e privati ed una revisione degli strumenti che possono favorire la formazione e la riqualificazione del lavoratore espulso dal mercato come l’assegno di ricollocazione”. Lo ha dichiarato Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e del Comitato unitario delle professioni, nell’intervista rilasciata a IPSOA Quotidiano.

Presidente Calderone, cosa si aspetta dal nuovo governo Draghi?

Dopo quanto accaduto in quasi un anno di pandemia, credo non ci sia un solo italiano che non guardi, in cuor suo, al presidente Draghi come ad un faro dalla luce rassicurante. Sicuramente mi aspetto che i temi legati al lavoro e alla crescita del Paese siano alla base di tutte le azioni da porre in essere nelle prossime settimane mediante interventi strutturali – e non più tampone – che possano davvero rilanciare il futuro dell’Italia.

Quali priorità dovrà darsi, secondo lei, il neo ministro del Lavoro Andrea Orlando?

A mio avviso è ormai improcrastinabile avviare una riforma degli ammortizzatori sociali nell’ottica della semplificazione delle procedure, alla luce dell’esperienza pandemica che stiamo ancora vivendo. Ma è indispensabile anche rilanciare il sistema delle politiche attive del lavoro, rimaste al palo dopo le criticità legate al reddito di cittadinanza e ai centri per l’impiego, avviando un’integrazione più strutturata fra soggetti pubblici e privati ed una revisione degli strumenti che possono favorire la formazione e la riqualificazione del lavoratore espulso dal mercato come l’assegno di ricollocazione. Senza dimenticare la valorizzazione del lavoro femminile mediante nuove forme di flessibilità, come lo smart working, e la partecipazione in posti di alto profilo, che consentirebbero, tra l’altro, al nostro Paese di recuperare capacità produttiva.

Nell'ultimo anno ha più volte ribadito la necessità di avviare una vera semplificazione normativa. In che modo?

La semplificazione passa prima di tutto dalla necessità di avere regole ferme e procedure più snelle e comprensibili oltre che da una pubblica amministrazione più efficiente e accessibile, che possa consentire una proficua interlocuzione fra Stato, cittadini e professionisti intermediari. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 i Consulenti del Lavoro si sono trovati a combattere con 22 Dpcm, 14 decreti di concessione degli ammortizzatori sociali e, con riferimento a questi ultimi, ben 25 modi diversi di presentare istanza per lo stesso sussidio. Per questo, di fronte alle incertezze e alle difficoltà di un impianto normativo di questo tipo, la nostra richiesta primaria, e più volte ribadita, è di introdurre un ammortizzatore sociale unico che possa anche ridefinire i rapporti tra ministero del Lavoro e Inps.

Cosa pensa di un'ulteriore proroga del blocco licenziamenti, per ora fissato al 31 marzo?

Il vero problema non è quando interrompere il divieto di licenziamento, ma come gestirne le conseguenze. Prorogare il blocco, senza avere le idee chiare su cosa fare dopo, è solo un modo per procrastinare il problema. La soluzione, quindi, è nella ripartenza immediata dell’economia italiana attraverso investimenti e misure di sviluppo (non solo sussidi) che consentano alle aziende di tornare a produrre e, quindi, di poter assumere nuova forza lavoro.

In che modo il Recovery Plan può diventare un volano per l’economia?

Le proposte contenute nella bozza del Recovery Plan possono far ripartire in tempi rapidi l’economia se si sapranno creare le condizioni, anche attraverso l’incremento degli investimenti infrastrutturali e una maggiore partecipazione dei professionisti, per un rilancio sociale ed economico del Paese e l’avvio di uno sviluppo equo e sostenibile. Un passo in avanti si potrebbe già fare finanziando moltissime di quelle opere, piccole e grandi, necessarie ai Comuni, ma che ad oggi sono ferme perché prive di coperture. Finanziare subito i progetti già pronti degli Enti locali significherebbe far partire l’economia reale in migliaia di città e con essa il lavoro.

Lei è anche presidente del Cup, il Comitato Unitario delle Professioni che insieme a RPT ha dato vita all’associazione "ProfessionItaliane". Con quale obiettivo nasce questa nuova alleanza?

Con la nascita di “ProfessionItaliane”, su iniziativa del Cup e della Rete delle professioni tecniche, abbiamo voluto ribadire la funzione economica, sociale e sussidiaria dei professionisti iscritti agli Ordini e ai Collegi e mettere a disposizione le competenze di chi contribuisce a produrre il 12% del Pil italiano. Oltre a rappresentare le istanze del sistema ordinistico, realizzeremo iniziative congiunte, di rilievo nazionale ed internazionale, per tutelare e promuovere i valori di libertà e le prerogative etiche e morali delle professioni, contribuendo al tempo stesso al progresso e alla crescita del Paese.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2021/02/23/calderone-riforma-ammortizzatori-sociali-nuove-politiche-attive-priorita-governo-draghi

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