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Contratto di lavoro a termine o indeterminato? Cosa conviene

Il contratto di lavoro a tempo determinato è uno strumento a cui le imprese ricorrono molto frequentemente per soddisfare esigenze di flessibilità nella gestione delle risorse umane. Apporre un termine al contratto di lavoro subordinato costituisce un’eccezione alla stabilità del rapporto di lavoro che il legislatore consente soltanto al ricorrere di alcune specifiche fattispecie e a patto che l’azienda che assume sia disposta a sostenere un onere contributivo che aumenta al crescere del numero dei rinnovi del contratto stesso. Quanto costa in più il contratto a termine rispetto al contratto a tempo indeterminato?

L’assunzione di un lavoratore avviene di norma, per espressa previsione legislativa, a tempo indeterminato. L’apposizione di un terminealla durata del rapporto di lavoro costituisce dunque una eccezione alla regola che la normativa in vigore ammette per una durata non superiore a 24 mesi.

Lo stesso limite opera in presenza di più contratti tra i medesimi soggetti, conclusi per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale.

La violazione del limite massimo dei 24 mesi comporta la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato sin dalla data del superamento.

A ciascun datore di lavoro è consentito stipulare un numero complessivo di contratti a tempo determinato non superiore al 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione, con un arrotondamento del decimale all'unità superiore qualora esso sia eguale o superiore a 0,5. Per i datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti è in ogni caso possibile stipulare almeno un contratto di lavoro a tempo determinato. I contratti collettivi, anche territoriali e aziendali, hanno, comunque, la facoltà di individuare

Sono esenti dalle limitazioni quantitative i contratti a tempo determinato conclusi:

a) nella fase di avvio di nuove attività;

b) da imprese start-up innovative;

c) nelle attività stagionali;

d) per specifici spettacoli radiofonici o televisivi;

e) per sostituzione di lavoratori assenti;

f) con lavoratori di età superiore a 50 anni;

g) tra università private, incluse le filiazioni di università straniere, istituti pubblici di ricerca ovvero enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a svolgere attività di insegnamento, ricerca scientifica o tecnologica, di assistenza tecnica alla stessa o di coordinamento e direzione della stessa;

h) tra istituti di cultura di appartenenza statale e lavoratori impiegati per soddisfare esigenze temporanee legate alla realizzazione di mostre, eventi e manifestazioni di interesse culturale.

Il contratto a termine con durata superiore a 12 mesi o che sia sottoposto a proroghe o rinnovi, deve soddisfare almeno una delle seguenti condizioni:

a) esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività;

b) esigenze di sostituzione di altri lavoratori;

c) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria.

In caso di stipula di un contratto di durata superiore a 12 mesi in assenza di causale, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di superamento del termine di 12 mesi.

AttenzioneLa legge di Bilancio 2021 ha esteso fino al 31 marzo 2021 il regime di deroga sulle causali per le proroghe e rinnovi, concesso una sola volta, per un periodo massimo di 12 mesi e nel limite dei 24 mesi complessivi. Il decreto Sostegni ha prorogato, con alcune importanti novità, la deroga fino al 31 dicembre 2021.

Per finanziare la Nuova Assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), è prevista un’aliquota contributiva aggiuntiva pari all’1,4% che verrà restituita al datore di lavoro in caso di trasformazione del contratto a tempo indeterminato.

Il Decreto dignità (D.L. n. 87/2018) ha introdotto l'aumento dello 0,5% del contributo addizionale, in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato.

L'aliquota base, pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali applicato ai contratti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato, è incrementata, al primo rinnovo, dello 0,5%. Ed è a tale nuova misura del contributo addizionale cui aggiungere nuovamente l'incremento dello 0,5% in caso di ulteriore rinnovo.

La maggiorazione dello 0,5% non si applica in caso di proroga del contratto, ma soltanto sui rinnovi.

ll lavoratore interessato dal rinnovo di un precedente contratto a tempo determinato dovrà essere indicato nel flusso Uniemens, nell’elemento «Assunzione», con il codice tipo assunzione “1R”.

Il contributo addizionale NASpI deve essere indicato in Uniemens nell’elemento “CausaleADebito” con uno dei seguenti valori: M701, M702, M703, M704, M7NN, a seconda che si tratti del primo, secondo, terzo, quarto o ennesimo rinnovo;

Le parti possono prorogare, non più di 4 volte, il contratto fino ad una durata complessiva di 12 mesi. Oltre tale termine, è necessario giustificare la proroga con una delle causali previste. Anche in tutti i casi di rinnovo l’obbligatoria presenza delle causali individuate dal legislatore.

Inoltre, in tutti i casi di rinnovo tra un contratto e quello successivo deve trascorrere un periodo (c.d. stop and go) di almeno:

- 10 giorni nel caso in cui il contratto scaduto abbia avuto durata non superiore a 6 mesi;

- 20 giorni nel caso in cui il contratto scaduto abbia avuto durata superiore a 6 mesi.

AttenzioneLa legge di Bilancio 2021 ha esteso fino al 31 marzo 2021 il regime di deroga all'obbligo di rispettare lo stop and go.

Il contributo addizionale è restituito, successivamente al decorso del periodo di prova, al datore di lavoro in caso di trasformazione del contratto a tempo indeterminato, anche in apprendistato professionalizzante. La restituzione avviene anche qualora il datore di lavoro assuma il lavoratore con contratto di lavoro a tempo indeterminato entro il termine di 6 mesi dalla cessazione del precedente contratto a termine. In tale ultimo caso, la restituzione avviene detraendo dalle mensilità spettanti un numero di mensilità ragguagliato al periodo trascorso dalla cessazione del precedente rapporto di lavoro a termine.

Calcola il risparmio

Ipotesi di assunzione di un lavoratore presso un’azienda industriale che applica il CCNL metalmeccanica - livello 3.

La retribuzione di base è pari a 1.820 euro. La contribuzione ordinaria INPS a carico del datore di lavoro è di 520 euro.

Poniamo a raffronto le seguenti ipotesi:

· il lavoratore è stato assunto a tempo indeterminato senza l’applicazione di alcuna agevolazione contributiva;

· il lavoratore è assunto a tempo determinato;

· il contratto a tempo determinato viene rinnovato 4 volte.

Risparmio%

Dall’analisi dei dati suesposti appare evidente che l’assunzione a tempo indeterminato, soggetta alle c.d. tutele crescenti, consente al datore di lavoro di ridurre il costo in termini di oneri previdenziali dovuti all’INPS, in una misura variabile che va dal 12 al 14% a seconda del numero di volte in cui il contratto viene rinnovato.

 Rapporto a tempo indeterminatoRapporto a tempo determinato4° rinnovo a tempo det.
Retribuzione lorda mensile erogata 1.820 euro1.820 euro1.820 euro
Contribuzione INPS 520 euro545 euro582 euro
Contribuzione INAIL 91 euro91 euro91 euro
Totale costo mensile2.431 euro2.456 euro2.493 euro
RISPARMIO%12% sul 1° rapporto a termine13% sul 4° rinnovo  

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/amministrazione-del-personale/quotidiano/2021/03/22/contratto-lavoro-termine-indeterminato-conviene

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