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Tassonomia UE: indicazioni alle imprese per una transizione verde e socialmente responsabile

La Commissione europea spinge per estendere l’ambito di applicazione della Tassonomia ambientale anche ad obiettivi sociali. Un investimento può sì essere responsabile sotto il profilo ambientale, ma non bisogna dimenticare che anche gli aspetti sociali, legati alla tutela e diritti delle persone, delle comunità e dei territori, sono componenti fondamentali per una transizione giusta e dignitosa. Entro la fine del 2021, la Commissione pubblicherà una relazione che indica le disposizioni necessarie per estendere l’ambito di applicazione del regolamento UE sulla tassonomia ambientale anche ad obiettivi sociali. Il tema verrà trattato durante il Master organizzato da Wolters Kluwer “ESG - Sustainability advanced management: la gestione della sostenibilità in azienda”, al via dal 22 ottobre.

La Commissione UE spinge per un approccio ESG (Environmental, Social, Governance) olistico. Se la “E” di Environment è un fatto noto e conosciuto, sono ancora tante le questioni da risolvere quando si parla della dimensione “S” di Social. Un investimento può sì essere responsabile sotto il profilo ambientale, ma non dobbiamo dimenticare che anche gli aspetti sociali - legati alla tutela e diritti delle persone, delle comunità e dei territori - sono componenti fondamentali per una transizione giusta (e dignitosa). Contesto normativo La Tassonomia sociale è un’estensione della Tassonomia ambientale (regolamento EU 2020/852), che consiste nella classificazione - secondo definizioni comuni - di una lista di attività economiche che possono essere considerate ambientalmente sostenibili. Con la stessa finalità della Tassonomia ambientale, la Commissione europea ha costituito un sottogruppo di lavoro per preparare il lavoro tecnico e per consigliare la Commissione stessa nella progressiva e continua definizione tassonomica degli obiettivi sociali e nel rispetto delle garanzie sociali minime. Il mandato che il sottogruppo di lavoro ha ricevuto è di: - estendere la tassonomia agli obiettivi sociali per una normativa coerente con l’impostazione seguita nella tassonomia ambientale, ai sensi dell’art. 16 del regolamento 2020/852; - consigliare la Commissione europea sulle modalità di utilizzo dell’art.18 del Regolamento 852 che definisce le minime garanzie di salvaguardia affinché le imprese rispettino “le linee guida Ocse destinate alle imprese multinazionali e i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani”. Un mandato affine e particolarmente rilevante anche ai sensi del principio di non arrecare un danno significativo, di cui all’art. 2, punto 17, del regolamento Ue 2019/2088. Il 12 luglio 2021 la Piattaforma sulla finanza sostenibile ha pubblicato un progetto di relazione sulla Tassonomia sociale di carattere consultivo. I riferimenti del documento elaborato sono: - la Dichiarazione universale dei diritti umani; - la Dichiarazione ILO, l’Organizzazione internazionale del lavoro, sui principi e i diritti fondamentali del lavoro; - i principi guida per il business e i diritti umani delle Nazioni Unite (United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights); - le linee guida dell'Ocse per le imprese multinazionali. La consultazione pubblica è stata aperta dal 12 luglio al 6 settembre e i contributi finali saranno presentati questo autunno 2021. Entro la fine del 2021, stante il regolamento (UE) 2020/852, la Commissione pubblicherà una relazione che indica le disposizioni necessarie per estendere l’ambito di applicazione del regolamento sulla tassonomia ambientale anche ad obiettivi sociali.

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Cosa significa “Sociale” per la Commissione È possibile che il lavoro svolto sulla Tassonomia sociale venga incorporato in testi legislativi già esistenti quale la direttiva UE 2014/95 e il regolamento UE 2019/2088. Ciò premesso, l’ambito di riferimento riguarda il governo societario sostenibile, catene di fornitura responsabili e politiche per prodotti sostenibili. Nello specifico, la Tassonomia sociale dovrà distinguere tra investimenti ed attività economiche che generano un impatto sociale positivo (quali occupazione, formazione, rispetto per i diritti umani lavoratori, consumatori) e quei prodotti e servizi che facilitino l’accesso a categorie svantaggiate o promuovono l’inclusione delle stesse. Rientra anche il tema della governance sostenibile delle imprese in termini di tutela della diversità (di genere, di competenze, di esperienze e di background culturale) negli organi di governo e nel management, politiche di remunerazione legate agli obiettivi ambientali e sociali dell’impresa, anticorruzione, auditing, politiche di lobbying responsabili. Infine, anche la pianificazione fiscale trasparente e non aggressiva delle aziende è parte del progetto di relazione. Il progetto della Tassonomia sociale prevede due dimensioni: - la dimensione verticale promuove standard adeguati di qualità della vita. Comprende aspetti legati al miglioramento dell’accessibilità a prodotti e servizi di base (acqua, cibo, abitazione, sanità, educazione) e infrastrutture economiche di base (trasporti, internet, elettricità, credito). Il punto di partenza suggerito per sviluppare criteri in questa dimensione è il concetto di disponibilità, accessibilità, accettabilità e qualità (AAAQ). - la dimensione orizzontale è legata alla misura in cui le attività economiche possono essere considerate socialmente sostenibili. In questo caso, l’attenzione è posta in modo orizzontale sulle persone (lavoratori, consumatori e comunità) con obiettivo di garantire un lavoro dignitoso, promuovere gli interessi dei consumatori, e consentire comunità inclusive e sostenibili. Tramite questa suddivisione, si andrebbe a colmare l’attuale mancanza di definizioni comuni e di classificazioni standardizzate, indirizzando il capitale verso attività socialmente sostenibili. Questo solleva una questione legata alla misurazione. Al momento, la relazione fa riferimento all’impatto positivo sui lavoratori, i consumatori e comunità misurabile in termini di pagamento di salari dignitosi, salute e sicurezza, prodotti più sicuri e creazione di posti di lavoro. Inoltre, si accenna a come il reindirizzamento di flussi di capitale verso servizi e prodotti che promuovono l’accesso a persone svantaggiate contribuirebbe a ridurre la quota di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. Prossimi passi Il progetto di relazione pone diverse questioni in merito alla correlazione tra la correlazione tra la tassonomia ambientale e quella sociale che devono essere affrontate. Tra queste, se le attività ambientalmente sostenibili mirano a ridurre o invertire gli impatti ambientali negativi, non è detto che tutte le attività economiche avranno benefici ambientali. Al contrario, la maggior parte delle attività economiche ha vantaggi sociali intrinseci (ad esempio, creazione di posti di lavoro e contributo alla tassazione). Per questo la Tassonomia sociale dovrà distinguere tra impatti sociali intrinseci e aggiuntivi, a differenza della Tassonomia ambientale che pone attenzione principalmente ad evitare impatti dannosi. Infine, la Tassonomia ambientale si basa sul consenso scientifico, sulle scienze naturali e sui trattati internazionali (come l'Accordo di Parigi), mentre la Tassonomia sociale dovrà sviluppare criteri quantificabili. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2021/10/14/tassonomia-ue-indicazioni-imprese-transizione-verde-socialmente-responsabile

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