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Quota 102, opzione donna e APE sociale: le novità della legge di Bilancio 2022

Il disegno di legge di Bilancio 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri introduce, per il solo 2022, Quota 102 che prevede la combinazione di 64 anni di età e 38 anni di contributi. Il nuovo canale di pensionamento anticipato si affianca ai tradizionali canali di pensionamenti rappresentati dalla pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) e dal pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi o 41 anni e 10 mesi con la applicazione della finestra mobile trimestrale). Si prevede poi la proroga ulteriore di opzione donna con requisiti anagrafici innalzati e dell’APE sociale ampliando la platea di riferimento dei possibili beneficiari.

Dopo giorni di concitato dibattito sul come gestire il dopo Quota 100, alla luce della confermata volontà da parte dello stesso Premier Draghi di tornare gradualmente alla normalità delineata dal ciclo evolutivo perfezionato dalla riforma Fornero (così come peraltro richiesto dal Consiglio europeo e dall’Ocse), la decisione del Governo è stata quella di limitare in legge di Bilancio l’intervento sulla previdenza alla individuazione di una soluzione di flessibilità in uscita ad hoc per il solo 2022. Il disegno di legge di Bilancio 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 ottobre 2021 prevede poi la proroga ulteriore di opzione donna con requisiti anagrafici innalzati e dell’APE sociale ampliando la platea di riferimento dei possibili beneficiari. Si apre poi alla prospettiva di avviare un confronto di più ampia visione il prossimo anno per interventi a regime di riordino strutturale del sistema previdenziale con la volontà di recuperare la prospettiva di un clima di una maggiore concordia sociale dopo il recente confronto poco conciliante sul tema “pensioni” con i sindacati. Quota 102 Per attenuare l’impatto in termini di inasprimento dei requisiti anagrafici che si determinerà con il termine della sperimentazione di quota 100 che prevedeva 62 anni di età e 38 di contributi si introduce, per il solo 2022, la nuova quota 102 che prevede la combinazione di 64 anni di età e 38 anni di contributi. Si prevede ancora come il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente. In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2022, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio. Il nuovo canale di pensionamento anticipato si affianca alle tradizionali modalità di quiescenza rappresentati dalla pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi) e dal pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi o 41 anni e 10 mesi con la applicazione della finestra mobile trimestrale). Dipendenti di piccole e medie imprese in crisi Viene poi introdotto un Fondo presso il Ministero dello Sviluppo con una dotazione di 200 milioni per l'anno 2022, 200 milioni per l'anno 2023 e 200 milioni per l'anno 2024, destinato a favorire l'uscita anticipata dal lavoro dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un'età anagrafica di almeno 62 anni. Opzione donna Si prevede poi la conferma anche per il prossimo anno di opzione donna vale a dire la possibilità di accedere al pensionamento con un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni da raggiungere entro il 31 dicembre 2021 ed un’età anagrafica pari o superiore a 60 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 61 anni (per le lavoratrici autonome), in aumento rispetto ai precedenti, rispettivamente di 58 e 59 anni. Si prevede una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome. Va in ogni modo sottolineato come la adesione a opzione donna determina la transizione al calcolo della pensione con il metodo contributivo. APE sociale Si prevede poi il differimento di un ulteriore anno dell’APE sociale con un ampliamento della platea dei lavoratori gravosi alla luce delle considerazioni espresse dalla specifica Commissione di studio nominata dal Ministero del Lavoro. Come ricordato recentemente dal Presidente dell’INPS in una specifica audizione parlamentare la Commissione ha individuato i seguenti ambiti di intervento: · proroga dell’APE sociale; · integrazione di alcuni codici di professioni che, sulla base delle domande di APE sociale respinte, risultano riferiti ad attività affini a quelle attualmente presenti nella categoria dei gravosi e di altri codici frutto di elaborazioni INAIL redatte su frequenza infortunistica, gravità degli infortuni sul lavoro e gravità delle malattie professionali (circa ulteriori 30 codici); · per i disoccupati, eliminazione della condizione di conclusione della prestazione di disoccupazione da almeno 3 mesi ai fini dell’accesso all’APE sociale. Così come sottolineava ancora Tridico, l’ampliamento delle categorie di attività gravose per l’accesso all’APE sociale, di cui all’allegato A del DM 5 febbraio 2018, ha conseguenze anche per il conseguimento del diritto al pensionamento in favore dei lavoratori precoci (art. 1, comma 199, lettera d), della legge 232/2016) nonché ai fini dell’esclusione dall’adeguamento alla speranza di vita, stabilito per l’anno 2019, per l’accesso al pensionamento di vecchiaia (art. 1, commi da 147 a 153, della legge 205/2017). Riforma delle pensioni: fase 2 Quali sono invece i temi che dovranno essere affrontati in quella che potrebbe definirsi come la “fase 2” della riforma delle pensioni nell’auspicio che si tenda ad una struttura per quanto possibile duratura e stabile? E’ da evidenziare in primo luogo la individuazione di quale debba essere il meccanismo che rilevi il testimone di quota 102, vale a dire o una nuova quota o un pensionamento anticipato con penalizzazioni per il periodo di anticipo rispetto al pensionamento di vecchiaia, o ancora, una pensione cominciata ad essere calcolata con il contributivo per l’orizzonte di anticipo per poi essere corrisposta con il retributivo. Se poi il baricentro del nostro sistema pensionistico, come sottolineato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è il contributivo e se la attenzione va rivolta soprattutto ai giovani risalta il tema legato alla opportunità di introdurre una pensione minima di garanzia per attenuare l’effetto di vite lavorative caratterizzate sovente da precarietà e ritardato ingresso nel mondo del lavoro così come avviene nel metodo retributivo e come richiesto nella piattaforma che contiene le proposte dei sindacati confederali. Sempre con riferimento al contributivo vanno ricordati i profili legati alla rivalutazione del montante che è legata alla media dell’ultimo quinquennio del Pil e della congruità dei coefficienti di trasformazione. Come prospettiva pro giovani va affrontato poi il rilancio della previdenza complementare rafforzando i percorsi di alfabetizzazione finanziaria, introducendo nuovi meccanismi di “spinta gentile” e/o riproponendo in modo generalista quelli già presenti come il silenzio assenso, migliorando le agevolazioni fiscali attualmente previste. Va ancora ricordata la tutela previdenziale della maternità e più in generale del “pensionamento al femminile” evidenziando come dall’ultimo Osservatorio INPS sulle prestazioni pensionistiche si evidenzia un sensibile gap di genere con le donne che hanno percepito in media nel 2020 16.233 euro a fronte dei 22.351 medi degli uomini con una differenza del 27%. Di fondamentale importanza è poi il tema, oggetto anch’esso di approfondimento da parte di altra specifica Commissione di studio, della opportunità di separare spesa previdenziale e assistenziale per rispettare ancor più i parametri di valutazione europei. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/pensioni/quotidiano/2021/10/29/quota-102-opzione-donna-ape-sociale-novita-legge-bilancio-2022

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