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Pensioni: nuovi coefficienti di trasformazione del contributivo più favorevoli

Pubblicati i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il 2023-2024. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha infatti emanato il decreto per la revisione biennale. I nuovi coefficienti sono migliorativi, in considerazione della mortalità e dunque a seguito della riduzione della speranza di vita attribuibili al Covid-19, e si applicano alla quota contributiva della pensione: la revisione riguarda quindi coloro ai quali si applica interamente il metodo di calcolo contributivo.

Il Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia, ha pubblicato il decreto direttoriale del 1° dicembre che reca l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo dal 1° gennaio 2023 per il biennio 2023-2024 per le età comprese nella fascia 57-71. Si tratta del sesto aggiornamento da quando è stata varata la Riforma Dini; il primo è avvenuto nel 2010, il secondo nel 2013, il terzo nel 2016 ed il quarto nel 2018, il quinto nel 2020. I nuovi coefficienti sono stati determinati sulla base dei dati relativi ai parametri economici e demografici forniti dall’Istituto nazionale di statistica da aprile a settembre del 2022. Gli automatismi del sistema previdenziale L’aggiornamento periodico dei coefficienti di trasformazione costituisce uno dei due meccanismi automatici presenti nel nostro sistema pensionistico (l’altro è l’innalzamento dell’età pensionabile in ragione dell’aspettativa di vita, sospeso per il pensionamento anticipato fino al 2026). Va rammentato come i due automatismi sono correlati nella periodicità e nelle modalità di adozione (procedimento amministrativo, decreto direttoriale) ed hanno la funzione di coniugare le esigenze di sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico, in considerazione dell’invecchiamento della popolazione con quelle di adeguatezza delle prestazioni (evitare la riduzione dei trattamenti pensionistici indotti dall’equivalenza attuariale). Così come ricorda la Ragioneria Generale dello Stato, come nel panorama europeo l’Italia è uno dei pochi Stati, assieme alla Finlandia e al Portogallo, in cui i suddetti meccanismi sono entrambi vigenti, oltre ad essere fra loro coordinati ed effettivamente automatici. Alcuni Paesi, come la Svezia, la Polonia, la Francia, la Lettonia e la Spagna hanno introdotto meccanismi di adeguamento automatico del livello delle prestazioni rispetto alle variazioni della speranza di vita. Altri ancora, come la Danimarca, la Grecia, Cipro, l’Olanda, la Slovacchia e Malta hanno previsto meccanismi di adeguamento dei requisiti di accesso in funzione dell’allungamento della sopravvivenza. La funzione dei coefficienti di trasformazione Qual è la funzione dei coefficienti di trasformazione? Va ricordato come nel metodo di calcolo contributivo la pensione è funzione dei contributi versati lungo l’arco della intera vita lavorativa del futuro percettore. Annualmente il montante viene rivalutato sulla base della media del Pil dell’ultimo quinquennio in maniera tale per tutelarne il valore reale. Al momento del pensionamento si determinerà la rendita utilizzando gli specifici coefficienti di trasformazione, aggiornati con periodicità biennale con atto amministrativo in base alle rilevazioni Istat sull’andamento della piramide demografica, che riflettono ad ogni età la speranza di vita corrispondente. I coefficienti sono parametrati alla speranza di vita e consentono di passare dal montante contributivo alla pensione annua, spalmando quindi il montante sulla durata attesa del trattamento previdenziale e stabilendo un’equivalenza attuariale tra i due importi. Se la pensione è reversibile, alla durata concorre non solo la speranza di vita del pensionato ma anche quella del coniuge superstite. Così come sottolineava l’Inps un proprio Rapporto annuale di qualche anno fa il coefficiente rappresenta il reciproco della durata, cosicché moltiplicandolo per il montante, si ottiene la rata annua di pensione. I coefficienti si applicano alla quota contributiva della pensione e quindi la revisione riguarda coloro ai quali si applica interamente il metodo di calcolo contributivo, dunque sprovvisti di anzianità al 31 dicembre 1995, coloro che attivano l 'opzione di calcolo per il sistema contributivo, coloro che rientrano nel perimetro di applicazione del metodo di calcolo misto, i contributivi “pro rata”, vale a dire coloro che almeno 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, per la quota di anzianità accreditata dopo il 31 dicembre 2011. Sulla pensione contributiva si riflettono allora una serie di rischi, da quelli legati all’attività lavorativa all’andamento dell’economia, considerando ancora i riflessi prodotti dall’invecchiamento della popolazione Nuovi coefficienti Nella determinazione dei nuovi coefficienti, come si legge nel decreto, si è tenuto conto delle variazioni intervenute nelle probabilità di morte, nelle probabilità di eliminazione per morte o nuove nozze/nuova unione civile del coniuge/partner superstite, nel differenziale medio di età fra i coniugi/uniti civilmente al decesso del partner nonché nelle probabilità di lasciare famiglia, desunte dalla distribuzione relativa di frequenza dei decessi per età in anni compiuti, sesso e stato civile. I nuovi coefficienti sono migliorativi (l’effetto stimato è di un aumento della quota contributiva della pensione compreso tra il 2 e il 3% al netto degli altri fattori) in considerazione della mortalità e dunque alla riduzione della speranza di vita attribuibili al Covid 19. Operando un veloce confronto rispetto ai precedenti, per esempio a 57 anni di età sarà pari a 4,270 contro il 4,186 precedente, a 65 anni 5,352 vs il 5,22, a 71 anni sarà 6,655 contro il precedente 6,466.I nuovi coefficienti 2023-2024Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/12/19/pensioni-coefficienti-trasformazione-contributivo-favorevoli

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