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Infortuni sul lavoro e malattie professionali: 3 osservazioni dalla lettura dei dati Inail

Aggredire le cause degli incidenti mortali sul lavoro senza considerare mai una sola morte come una fatalità. Agire non solo sul fronte della vigilanza, ma, soprattutto, su quello della prevenzione, utilizzando anche l’intelligenza artificiale. Liberare, almeno parzialmente, la quota dei fondi dell'Inail che viene trattenuta dal Tesoro per mantenere in equilibrio il Bilancio dello Stato. Sono le riflessioni che si possono rilevare dall’analisi dei dati della relazione annuale Inail; dati che definiscono il quadro degli infortuni e delle malattie professionali del 2024 e dei primi cinque mesi del 2025. Vediamo, insieme, i numeri.

Il 3 luglio 2025, l’Inail - l’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro - ha presentato la propria relazione annuale relativa al 2024.

È bene partire, prima di affrontare i dati che definiscono il quadro degli infortuni e delle malattie professionali dello scorso anno e dei primi cinque mesi del 2025, dal ricordare con precisione l’ambito di attività dell’Istituto. Riferiamoci, per questo, alle parole del presidente, Fabrizio D’Ascenzo, che, nella Relazione, ne ha definito il perimetro. “La missione dell’Inail - spiega D’Ascenzo - si esplica nel rendere effettive le garanzie che l’ordinamento riserva alle lavoratrici e ai lavoratori, attraverso il miglioramento continuo della qualità delle prestazioni assicurative a favore degli infortunati e dei tecnopatici, nonché mettendo in campo le azioni più idonee a prevenire infortuni o malattie collegati al lavoro.” È quindi necessario ricordare che la missione dell’Istituto rientra nel dettato costituzionale. In particolare, in quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 38 della Costituzione, ove afferma che “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.

In quale modo, dunque, l’Istituto svolge il proprio compito? Spiega ancora il presidente: “anche nel corso del 2024 il contributo che l’Istituto ha fornito al Paese si è concretizzato in interventi basati su quattro direttrici fondamentali: erogazione di finanziamenti a favore delle aziende che investono in sicurezza (es. Bandi ISI, nda); riduzione dei premi assicurativi a beneficio delle imprese che realizzano interventi di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza, in aggiunta a quelli obbligatori per legge; iniziative dirette a innalzare i livelli di informazione, formazione e cultura della prevenzione; sviluppo di innovazione tecnologica nel campo della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro da trasferire al mondo produttivo, come l’implementazione di piattaforme di controllo basate sull’intelligenza artificiale o sull’impiego di robot o droni per lo svolgimento di attività lavorative pericolose ovvero, ancora, realizzazione di modelli organizzativi e gestionali - Mog, i cui processi produttivi tengono conto di una prevenzione verificabile e certificabile”.

L’Inail svolge l’attività di prevenzione in sinergia con altri soggetti istituzionali, a partire dal Governo e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; la collaborazione si estende ad altri Enti Pubblici - quali Uffici scolastici regionali e le scuole stesse, le aziende sanitarie - e alle parti sociali e alle associazioni di categoria. L’obiettivo di tali collaborazioni è lo sviluppo continuo di un sistema informativo integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro, la promozione di policy di qualità e uniformi sul territorio nazionale, lo sviluppo delle attività di ricerca scientifica, di formazione, assistenza e consulenza.

Per quanto riguarda i dati dell’andamento degli infortuni nel 2024 le denunce sono state 593mila, oltre 2.500 casi in più del 2023, con un incremento dello 0,4%.

Dei 593mila casi denunciati 515mila riguardano lavoratori, in calo dell’1% rispetto alle 519mila dell’anno precedente. Ma - è necessario sottolineare questo dato - ben 78mila denunce riguardano studenti, in aumento del 10,5% rispetto alle 71mila dell’anno precedente. E questo è un aumento decisamente preoccupante.

Gli incidenti mortali sul lavoro nel 2024 sono stati 1.202, uno in più rispetto al 2023; anche in questo caso, in lieve calo tra i lavoratori (da 1193 a 1189), ma in aumento tra gli studenti (da 8 a 13). Ancora una volta, dunque, dobbiamo constatare un dato di realtà: non si riesce ad abbattere il muro delle oltre mille vittime all’anno a causa del lavoro.

I settori nei quali si registra il maggior numero di decessi in occasione di lavoro sono le costruzioni, il trasporto e magazzinaggio e il manifatturiero.

Ad avere una crescita costante sono poi gli infortuni cosiddetti in itinere, ossia avvenuti nel tragitto casa-lavoro, che ritornano a livello pre-pandemia: +3,1%, da 97.939 a 101.000 casi.

Per quel che riguarda le patologie di origine professionale nel 2024 le denunce sono salite a oltre 88mila, il dato più alto dal triennio 1976-1978, quando ne furono rilevate circa 80mila. Rispetto alle quasi 73mila del 2023, l’incremento è del 21,8%.

Proseguiamo con la “fotografia” della situazione per quel che riguarda i primi cinque mesi del 2025: in tale periodo, si registra una flessione delle denunce di infortunio e un aumento delle denunce di malattie professionali rispetto allo stesso periodo del 2024.

Sono state presentate 247.681 denunce di infortunio (studenti inclusi), in calo dell’1,4% rispetto alle 251.132 dello stesso periodo del 2024. Le denunce di infortuni (esclusi gli studenti) sono state 166.296, -2,2% sul 2024.

Gli incidenti mortali denunciati sono stati 386 contro 369 nel 2024, segnando un aumento del 4,6%.

Tuttavia, se si considerano solo gli infortuni avvenuti sul lavoro (studenti esclusi), i decessi sono 271: nove in meno che nel 2024.

Le malattie professionali: nei primi cinque mesi di quest’anno le denunce riguardano 42.383 casi, in crescita del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024 (+3.515 casi).

Questi, in sintesi, gli andamenti presentati nella “Relazione”.

Tre le osservazioni ineludibili.

In primo luogo, la quota di incidenti mortali resta inchiodata sopra al migliaio di casi annuali. Fuori di ogni retorica, si devono aggredire le cause - dagli aspetti criminali, all’incuria, all’obsolescenza tecnologica - senza considerare mai una sola morte sul lavoro come una fatalità.

Per questo, in secondo luogo, si deve agire più che mai non solo sul fronte della vigilanza, ma, prima di tutto, su quello della prevenzione, utilizzando gli strumenti dell’innovazione dei quali abbiamo trattato nell’Editoriale del 30 maggio 2025 “Non dimentichiamo di utilizzare l’AI per tutelare la sicurezza sul lavoro!”.

Infine, ancora una volta va sottolineato che, perché i positivi sforzi profusi dall’Inail nello svolgere il proprio compito siano coronati dai migliori risultati, quella parte dei suoi fondi che viene trattenuta dal Tesoro per mantenere in equilibrio il Bilancio dello Stato, andrebbe parzialmente liberata. Se è necessario tenere in equilibrio il debito pubblico, non lo è di meno prevenire gli incidenti, le malattie e le morti sul lavoro. È per questo che imprese e lavoratori versano le proprie quote all’Inail.

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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/08/30/infortuni-lavoro-malattie-professionali-3-osservazioni-lettura-dati-inail

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