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Archivio newsFiduciary duty dei director negli USA: l’IA come membro del board?
Il tema dei fiduciary duty (doveri fiduciari) dei director rappresenta uno dei capisaldi del diritto societario statunitense, fondato sull’idea che la legittimità delle decisioni risieda non tanto nell’esito economico, quanto nella correttezza del processo deliberativo. Alla luce di questo quadro consolidato, l’evoluzione tecnologica solleva interrogativi inediti sul ruolo che l’intelligenza artificiale può assumere nei meccanismi di corporate governance. In particolare, è concepibile che un algoritmo venga chiamato a ricoprire la funzione di director in un board of directors?
L’evoluzione tecnologica solleva interrogativi inediti sul ruolo che l’intelligenza artificiale (IA) può assumere nei meccanismi di corporate governance - e in particolare: è concepibile che un algoritmo venga chiamato a ricoprire la funzione di director in un board of directors?
Per affrontare tali interrogativi, analizziamo due profili distinti ma interconnessi:
- da un lato, i fiduciary duty in capo ai director, che presuppongono discrezionalità, indipendenza morale e responsabilità personale;
- dall’altro, la possibilità - oggi ancora teorica ma non più relegata alla fantascienza - che l’IA possa un giorno entrare a far parte del board of directors con vere e proprie funzioni deliberative.
La tesi sostenuta è che, pur potendo contribuire a rafforzare la qualità delle decisioni in qualità di strumento di supporto, l’IA non possa al momento essere investita di funzioni deliberative senza un ripensamento profondo del concetto stesso di fiduciary duty.
Il ruolo centrale del board of directors
Nel diritto societario statunitense, il board of directors costituisce il fulcro dell’assetto di governance. È chiamato a indirizzare e supervisionare la gestione della società con ampi margini di discrezionalità, esercitando una funzione determinante per il successo e la continuità dell’organizzazione. I director, dunque, non si limitano a ratificare decisioni operative, ma partecipano attivamente alla definizione delle strategie di impresa e all’elaborazione delle scelte di lungo periodo, con l’obiettivo primario di assicurare che l’attività societaria si svolga nell’interesse degli azionisti, mantenendo un delicato equilibrio tra rischio imprenditoriale e responsabilità.
I fiduciary duty come bussola di governance
La responsabilità dei director si fonda su un sistema di fiduciary duty elaborato dal diritto statale statunitense, con il modello del Delaware quale punto di riferimento privilegiato. A differenza dell’esperienza italiana - dove la responsabilità degli amministratori si valuta soprattutto sul piano sostanziale - negli Stati Uniti il baricentro è posto sul processo decisionale: ciò che rileva non è tanto l’esito di una scelta, quanto la sua correttezza procedurale. Ne consegue che una decisione potenzialmente inopportuna o persino dannosa sul piano finanziario non comporta, di per sé, una violazione, purché sia stata adottata in buona fede, con adeguato livello informativo e senza conflitti di interesse.
In questo contesto, due fiduciary duty assumono un rilievo centrale: il duty of care (dovere di diligenza) e il duty of loyalty (dovere di lealtà).
Duty of care
Il duty of care impone ai director di agire con la diligenza che un imprenditore accorto eserciterebbe in circostanze analoghe. Tale dovere non implica un obbligo di risultato, bensì un dovere procedurale: i director sono chiamati a raccogliere informazioni adeguate, avvalersi di consulenti qualificati quando necessario, e assicurarsi che le decisioni siano il frutto di un processo deliberativo ragionevole. Un eventuale errore di valutazione, dunque, non integra automaticamente una violazione, purché non vi sia stata negligenza.
Duty of loyalty
Il duty of loyalty richiede che i director agiscano nell’interesse della società e degli azionisti, evitando conflitti personali e impedendo che la carica venga utilizzata per ottenere vantaggi indebiti. Operazioni con parti correlate, investimenti personali o rapporti d’affari che possano interferire con l’imparzialità devono essere adeguatamente dichiarati e gestiti con la massima trasparenza. Questo dovere, considerato particolarmente stringente, tutela la fiducia riposta dagli azionisti nel board of directors.
Ulteriori obblighi
Accanto a questi due pilastri, la prassi e la giurisprudenza hanno individuato ulteriori obblighi, come il duty of good faith (obbligo di buona fede, intesa come divieto di decisioni fraudolente o adottate con consapevole indifferenza all’interesse sociale), il duty of oversight (dovere di vigilanza) e il duty of disclosure (obbligo di informazione). Sebbene in alcuni Stati statunitensi tali doveri vengano configurati come autonomi, nella sostanza possono essere ricondotti alle due matrici fondamentali della diligenza e della lealtà.
A coronamento del sistema si colloca la business judgment rule, che limita il potere dei tribunali di sindacare le scelte del board of directors quando queste sono assunte in buona fede, senza conflitti di interesse e sulla base di un processo informativo adeguato, anche qualora i risultati si rivelino negativi. Tale regola, caratteristica del diritto societario statunitense, garantisce ai director la libertà di assumere rischi imprenditoriali senza il timore costante di responsabilità personali, incentivando così la capacità di innovare e di avviare nuove iniziative.
L’IA e il futuro della governance societaria
Negli ultimi anni, le tecnologie di IA stanno progressivamente trovando spazio anche nelle dinamiche di corporate governance. Già oggi l’IA viene impiegata come strumento di supporto, ad esempio nell’analisi di grandi quantità di dati, nella predisposizione di scenari previsionali e nella redazione di documenti a sostegno delle decisioni del board of directors. La domanda che emerge, tuttavia, è più ambiziosa: può l’IA arrivare a ricoprire un ruolo deliberativo, fino a sedere formalmente nel board of directors accanto agli esseri umani?
Un esperimento significativo risale al 2014, quando la venture capital firm di Hong Kong Deep Knowledge Ventures ha nominato un algoritmo, Vital, come “membro” del proprio investment committee. Il software, basato su big data, formulava raccomandazioni sugli investimenti e disponeva di diritto di voto al pari degli altri membri. L’esperimento, per quanto pionieristico e in parte simbolico, ha aperto la strada a un dibattito più ampio sull’integrazione di sistemi automatizzati nei meccanismi di governance societaria. Più recentemente, la International Holding Company di Abu Dhabi ha introdotto il sistema di IA Aiden Insight come osservatore del proprio board of directors: un ruolo privo di poteri decisionali, ma con valore consultivo, indicativo della crescente apertura verso modelli ibridi di governance.
I limiti giuridici negli Stati Uniti
Il diritto societario statunitense, analogamente a quello europeo, riserva la carica di director a persone fisiche, dotate di capacità giuridica e personalmente responsabili dei fiduciary duty. Proprio qui emerge la principale criticità dell’ipotesi di includere l’IA nel board of directors: i fiduciary duty presuppongono la possibilità di esercitare discrezionalità, di assumere decisioni consapevoli e, soprattutto, di rispondere delle proprie violazioni. L’IA, priva di personalità giuridica, non può essere titolare di tali obblighi né tantomeno assumere forme di responsabilità patrimoniale o penale. Ancora meno può esprimere un giudizio morale autonomo, un elemento imprescindibile della funzione di director.
Per il momento, dunque, l’IA negli Stati Uniti rimane confinata a un ruolo di supporto, senza status formale di director. Tuttavia, il ricorso sempre più diffuso a tali tecnologie potrebbe indurre la dottrina e, in prospettiva, i legislatori statali o la giurisprudenza a interrogarsi su una ridefinizione del concetto stesso di fiduciary duty, per includere forme ibride di governance in cui l’IA vada ad affiancarsi alle persone fisiche presenti nel board senza sostituirne il giudizio né la responsabilità ultima.
Conclusioni
Il sistema statunitense di corporate governance si conferma solido nei suoi principi tradizionali, fondati sui fiduciary duty e sulla business judgment rule, che garantiscono agli azionisti e agli stakeholder un quadro di responsabilità chiaro e prevedibile. Al tempo stesso, l’evoluzione tecnologica e la crescente diffusione dell’IA pongono interrogativi inediti circa il futuro del board of directors. Se l’IA si dimostra uno strumento prezioso per potenziare la qualità del processo decisionale, non può, allo stato attuale, essere investita di funzioni deliberative senza un profondo ripensamento del concetto stesso di fiduciary duty. La mancanza di personalità giuridica, di capacità di giudizio morale e di responsabilità personale rimane, infatti, un ostacolo insuperabile all’attribuzione della carica di director.
Per gli operatori stranieri - e in particolare per le imprese italiane interessate a investire negli Stati Uniti - diventa essenziale comprendere questa dialettica tra tradizione e innovazione:
- da un lato, l’affidabilità di un sistema giuridico che protegge il processo deliberativo;
- dall’altro, la possibilità che, in futuro, forme di governance ibrida integrino strumenti di IA accanto ai membri umani del board of directors.
In tale prospettiva, osservare con attenzione le sperimentazioni e i dibattiti in corso significa prepararsi a scenari in cui il diritto societario e la tecnologia evolveranno in reciproca interazione.
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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2025/10/07/fiduciary-duty-director-usa-ia-membro-board